Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Con il musical "Le Ragazze del Coyote Ugly" Tuttinscena festeggia i 30 di attività con un altro centro.


Grande successo del musical ispirato al film del 2000.

Finisce con due giorni di doppio spettacolo la maratona che l'Associazione "Tuttinscena Cultura e spettacolo" ha portato in scena per concludere, almeno per ora un importante traguardo che è quello dei 30 anni di attività.



Nel giungere a questa conclusione la compagnia del regista Vito Rago ha portato due generi diversissimi che hanno occupato due settimane.

Durante la prima il grande successo ha riguardato una commedia di Peppino de Filippo e quella appena terminata il musical, genere che negli ultimi anni ha ulteriormente donato alla compagnia molese recensioni favorevoli da parte di pubblico e critica.

Viene talmente facile fare alcune premesse in fase di presentazione:👇🏼

che le stesse si trasformano in promesse, se conosci il lavoro che un'associazione come "Tuttinscena" è capace di offrire al pubblico.


Inutile dire, quindi che quanto scritto nel link che ho riportato sopra, si è trasformato in realtà quando mi sono accomodato in platea.



Innanzitutto la cosa che bisogna subito sottolineare è che si tratta di un musical originale interamente scritto per l'occasione, una piacevole novità che differisce, quindi, dalle esperienze precedenti nelle quali si lavorava su un materiale già pensato per un certo tipo di performance.



In questa occasione una volta assimilato il film si è lavorato ad una stesura originale che ha fatto in modo che questo fosse un prodotto praticamente inedito.

Credo, quindi, sia stato questo un ulteriore passo in avanti nelle produzioni della compagnia e che apra la strada ad altre scelte che possono fare ripetere in futuro soluzioni simili. 



Del resto Tuttinscena non è nuova a scelte originali che sono da un lato stimolanti, ma anche apparentemente rischiose perché destabilizzano le convinzioni che si possono instaurare nelle aspettative del pubblico.

Di certo non si può dire che parliamo, infatti, di un gruppo che si basa su un linea abitudinaria.

In questi anni abbiamo assistito a commedie in vernacolo, commedie in italiano, rappresentazioni drammatiche, lavori con cast numerosissimi ad altre con tre attori sul palco, ecc....



Ed anche se volessimo rimanere nell'ambito del musical, si è passati da drammi a romanzi, da fantasy a favole, da mondi fantastici a quelli reali di tutti i giorni.

Per alcuni anni si è pensato a portare in scena lavori che in una specie di crescendo hanno assunto via via connotazioni quasi da kolossal con scenografie in 3D e produzioni con una durata molto lunga.

Le ragazze del Coyote Ugly, rappresenta, invece una inversione di tendenza.

Le scenografie sono concrete, Senza artifizi tecnologici e la storia è molto più immediata, potremmo definirla in un certo senso "smart", ha una durate inferiore ed appare molto più "fresca", quasi .... "estiva" considerando le rappresentazioni teatrali qualcosa che viene associata più alla stagione più fredda, da trascorrere nel tepore di un teatro che a quella di mare, ombrelloni e concerti all'aperto.

Effettivamente la frase ...
"Ah ... È già finito?"
È capitata di dirla anche a me, ma è sinonimo di una scorrevolezza che fa volare il tempo in maniera molto piacevole.

Il cast composto da Valentina Gattolla, Elena De Simone, Roberta Ranieri, Anna Copertino, Gemma Ingravallo, Mario Deflorio, Luca Procaccio, Alessandra Nicotera, Roberto Casulli, Angeliana Del Vecchio, Giusy Castellaneta, Alessandra Casulli, Martina Furio, Giorgia Risola, Grazia Cacace, Roberta Ranieri, Eleonora D’Acquino, Francesco Buonsante, Cesare Russo, Nicky Gassi, Cosimo Pio Di Vagno, Andrea de Candia
é stato grandioso e coinvolgente.

Una delle prerogative di questa produzione è stata proprio quella di portare lo spettatore a teatro a godersi una serata in totale serenità, Senza nulla di eccessivamente impegnato, da dover metabolizzare prima di poter esprimere un giudizio.

Ovviamente questa immediatezza e queste leggerezza non deve trarre in inganno.
Sono queste sensazioni che sono state poste come obiettivo dalla produzione.
Dietro c'è stato un grande lavoro sia da parte di chi ha ideato, scritto e prodotto e da chi ha interpretato il tutto.

Proprio per la sua essenzialità, bisogna dire che è stato addirittura più difficile ed impegnativo realizzare il tutto ed il cast è stato formidabile a portare sul palco tutto quello che si voleva proporre.

Nella messa in scena abbiamo assistito ad una simpatica caratteristica che si è ripetuta più volte nell'arco dell'intero unico atto.
Il pubblico è stato quasi catapultato nello spettacolo e non solo per la narrazione accattivante, ma anche per il fatto di far parte, in alcune occasioni, della scena stessa.

Alcune scene, infatti, si sono svolte tra la gente giù dal palco, ma è solo una delle tecniche usate dagli attori per rendere il pubblico quasi interattivo.

Ovviamente anche la storia fa molto nel coinvolgimento degli spettatori.
Il musical parte da un film che racconta del classico sogno americano, ma volete che non sia sentito come proprio dagli abitanti di un paese come Mola di Bari abituato a vedere andare via tantissimi concittadini alla ricerca di lavoro e per realizzarsi in altre realtà che offrono di più della propria terra di origine?

La protagonista Violet vuole realizzare il sogno di affermarsi come cantante ed autrice ed anche nel caso specifico, chi non ha mai sognato di poter compiere qualcosa di grandioso?

Le vicende della ragazza, quindi diventano quelle di ognuno di noi e così cresce il trasporto e quell' attesa del lieto fine che si conosce già, ma si aspetta per vederlo concretamente realizzato.

Fondamentali le musiche che partono dalla colonna sonora originale del film, ma che si avvalgono anche in un paio di occasioni di traduzioni dei testi proprio per rendere il tutto più fruibile possibile e parte integrante della storia anche come "dialoghi" tra gli interpreti.

Nel concetto del coinvolgimento del pubblico, poi ha anche una parte rilevante perché porta quest' ultimo ad interagire attraverso il battito delle mani o parteggiare, per esempio nella scena delle audizioni.

Insomma un cast che ha tradotto alla perfezione sentimenti condivisi da tutti e che si è caricato sulle spalle una ventata di ottimismo che ha poi distribuito a tutti noi che eravamo seduti in platea.

Un obiettivo che è ancora più apprezzabile in un periodo storico che non è dei più rosei.

Credere nei propri sogni che è il messaggio del musical stesso, rappresenta la traduzione di quello che vorremmo cogliere nella vita e perseguire nel corso della nostra esistenza.

Ma è anche la traduzione dell'essenza di una associazione come Tuttinscena che da 30 fa della propria attività una costante promozione dell'arte e della cultura locale.

Insomma una bellissima esperienza teatrale,  un musical che ci ha resi tutti più felici e sereni e pieni di ottimismo.

Solo per una sera?
Beh adesso dipende da noi.

Nei sogni bisogna crederci.....

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