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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

OPERAZIONE "DIRTY MARKET": SEQUESTRI PER TUTELARE I CONSUMATORI PATITI DEI PRODOTTI ITTICI SPECIALMENTE NEL PERIODO NATALIZIO; IL CAPITONE E' SALVO O NO?



"Che brividi ha avuto il mio cuore quando la sera del cenone
hai dato un mozzico alla testa ed hai ucciso il capitone
" 😂
Ebbene si!
Gli abitanti di Bari e provincia, ma possiamo dire anche della Puglia in genere, fanno follie per i prodotti ittici.

C'è l'eccezione, come colui che sta scrivendo, ma la maggior parte della gente è disposta a pagare cifre folli ed a riempire le tavole di quei prodotti che per tradizione marinaresca (e non) non possono mancare.

I matrimoni, le ricorrenze più importanti.... "fanno la differenza"....
"vuoi mettere .... "il crudo" .... il secondo di pesce....." 
Sarà....
non mangiando pesce non posso essere d'accordo, ma sembra che io sia uno dei pochi a pensarla diversamente dagli altri.

Il problema è che si è disposti a tutto, anche a procurarsi prodotti proibiti che a maggior ragione diventano ricercati e prelibati ... e costosi.

Ci sta anche ... che se acquisti un prodotto "a contrabbando" ... devi per forza fidarti di chi te lo procura e non puoi stare a sottilizzare su provenienza, maniera di conservazione, ecc.
Quindi non solo commetti un atto illecito, ma metti anche a repentaglio la tua salute.

Certo, io non posso capirlo e per cercare di comprendere questa psicologia mi sono affidato a quella maniera particolare che hanno i comici per sottolineare, magari estremizzando in maniera grottesca le caratteristiche di un popolo.

E così la prima cosa che mi è venuta in mente  è il duo comico "Toti e Tata", Emilio Solfrizzi ed Antonio Stornaiolo ed il loro "Matrimonio metafisico" sigla di "Filomena Coza Depurata".

Già nel nome della protagonista di questa parodia di telenovela si nota il legame che i pugliesi hanno con i prodotti del mare.

Nella stessa canzone, del resto, per dare un valore ancora più importante all'amore si fa un riferimento a cosa addirittura questo potrebbe far rinunciare.
"Questo amore così forte che mi fa dimenticare
la mia passione per i frutti di mare tutta la vita con te ci voglio stare
."

E' chiaro che se si è disposti a fare di tutto, anche i commercianti, i grossisti e tutti gli operatori del settore sanno che possono aumentare vertiginosamente le vendite ed i guadagni, con qualche "trucchetto".

Ovviamente anche qui vale sempre la regola che in questo caso stiamo parlando di operatori disonesti e non di tutta la categoria.

Quindi non dobbiamo preoccuparci solo della "prelibatezza difficile da trovare", ma anche dei prodotti "normali" e così devono fare anche coloro che sono preposti a garantire che le cose siano fatte a norma.

Gli uomini della Guardia Costiera, coordinati dal 6° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Bari, stanno effettuando controlli a tappeto e meticolosi  presso i rivenditori all’ingrosso e dettaglio, per gli alti rischi di carattere igienico-sanitario e le frodi alimentari a danno dei consumatori.

L’operazione, denominata “DIRTY MARKET”, ha dimostrato tutto ciò, infatti ha già fatto registrare dati impressionanti in tal senso in tutta la Regione Puglia.
752 controlli quelli effettuati  per 2.650 Kg di prodotto ittico di diversa tipologia e specie.

Ci sono i casi più clamorosi ed altri meno evidenti, il lavoro svolto è già stato enorme, ma sappiamo benissimo che continuerà nei prossimi giorni, fino al termine delle festività natalizie.

I prodotti sequestrati risultano di dubbia provenienza e privi di etichettatura, tracciabilità ed informazioni obbligatorie, spesso sono in cattivo stato di conservazione, qualche volta sono sfilettati, in modo da non permettere nemmeno l’individuazione della tipologia e della specie.

Diciamo che in questo periodo, anche gli allevamenti fanno registrare notizie simili ed infatti 
circa 150 kg di prodotti ittici del valore commerciale di circa 4mila euro, sono stati sequestrati in un allevamento di Ischitella

850 kg a San Giorgio, per mancata tracciabilità.

290 kg di ostriche, cozze, vongole, ecc in una pescheria di Rutigliano per violazioni delle norme igienico-sanitarie.

220 kg di prodotti congelati, con denominazioni commerciali e scientifiche non incluse nell’elenco delle specie ittiche di interesse commerciale e altri essiccati privi di tracciabilità a Casamassima presso un grossista alimentare di prodotti etnici.

A S. Spirito è stato posto sotto sequestro un deposito abusivo per lo stoccaggio e la lavorazione dei prodotti perché in precarie condizioni igienico-sanitarie, con celle frigo ossidate, e con all’interno 200 kg di prodotto, ovviamente in cattivo stato di conservazione.

Si potrebbe continuare con tanti esempi, ma è bene ricordare che si tratta di un'operazione a 360 gradi.
In occasione di un controllo su strada, infatti, è stato bloccato un camion, un mezzo refrigerato in transito per Ravenna e diretto in sud Italia, con circa 45 chili di prodotti ittici di varie specie non accompagnati da alcuna documentazione attestante la tracciabilità del prodotto.
Il Tutto è stato sequestrato ed ha provocato una sanzione amministrativa di 1.500 euro.
Il pesce sequestrato, dopo un’ispezione sanitaria da parte di un medico veterinario dell’Ausl, è stato devoluto in beneficenza tramite il Comune di Ravenna.

Insomma chi sta operando, lo sta facendo al massimo delle possibilità.
Controlli e verifiche si sono svolte secondo la modalità “mare/terra” con pattuglie operanti congiuntamente e nelle diverse fasi della “giornata di pesca” sia in mare che via terra, sia in fase di esercizio dell’attività di pesca che in quella di commercializzazione, sia all’ingrosso che al dettaglio.

Dunque, le irregolarità più frequenti riscontrate sulla filiera della pesca nel corso dell’operazione Dirty Market comprendono:
Errata etichettatura dei prodotti venduti nelle fasi precedenti la vendita al dettaglio, violazione delle norme sanitarie per la commercializzazione dei molluschi bivalvi vivi, prodotto sottomisura, commercializzazione di prodotto di minor pregio per specie di maggiore qualità (ad esempio molva venduta come baccalà).
I controlli ed i sequestri ci sono stati e continueranno.
Fino alla fine delle festività sarà così.

Ai consumatori si richiede qualche attenzione in più, per quanto sia possibile.

Il Capitone è salvo?
Beh... dipende da cosa intendiamo, sempre nel piatto deve andare a finire.

Mangiarlo è una tradizione irrinunciabile in molte regioni di Italia, soprattutto nel Centrosud.
L' "usanza" vorrebbe che questo pesce venga mantenuto vivo in casa fino al momento della cottura per la Veglia di Natale o il Cenone di Capodanno.

Vabbè non ci penso.





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