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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Rifiuti dalla Calabria? Associazione e Sindaco: Secco No!



La Discarica Martucci avvelena già da anni il suo territorio ed i suoi abitanti.

Abbiamo già dato e pure troppo.





Neanche Petronio sul Satyricon avrebbe potuto mettere su un'assurdità del genere.
La realtà, invece come sempre, supera la fantasia.
Cucita addosso, come fa un Sarto per Signora, o Tailleur pour dame, per dirla alla alla Georges Feydeau, l'ennesima farsa, non commedia, come qualcuno ha definito la vicenda, che riguarda i problemi ambientali, in particolare alle latitudini dell'ormai nota Contrada Martucci e la sua discarica.

L'Associazione "Chiudiamo la Discarica Martucci" ha inviato la missiva che apre questo scritto al Presidente della Regione Puglia, all'assessore regionale all'Ambiente ai sindaci di Bari, Mola; Polignano, Monopoli ed al Commissario prefettizio di Conversano con una motivazione che è tanto ovvia, quanto da ribadire:

"Nonostante i disastri svelati si continua a tormentare un sito martoriato. Va bene la solidarietà verso Regioni in emergenza rifiuti nel pieno della pandemia Covid 19, ma perché ancora Martucci, da 40 anni polo di discariche e impianti di trattamento rifiuti? E soprattutto dopo che al Tavolo Tecnico istituito per conoscere lo stato dei luoghi si è sancito un degrado da disastro annunciato?

Così per rinfrescare la memoria corta di chi ancora insiste con quel sito: è lì dove sono stati accertati interramenti abusivi di rifiuti fuori dalle discariche ufficiali; dove gli allargamenti abusivi delle stesse discariche autorizzate, hanno visto riversare milioni di tonnellate di rifiuti inghiottiti nel ventre di fosse profonde fino a 40 metri, ufficialmente di solo solidi urbani, ma accertati anche di altra natura (pericolosa e nociva); nel luogo in cui si è verificata la mancata raccolta del percolato, svanito nel nulla (ergo nelle viscere della terra e presumibilmente nelle falde acquifere); dove si è rilevata la mancata messa in sicurezza del lotto 3 nel processo post gestione, per fallimento della Ditta che lo conduceva; e noi ci aggiungiamo anche il lotto 1, prima messo in sicurezza e poi riscoperchiato così da riprodurre nuovo percolato, ovviamente non estratto e destinato alle falde. Allora ne vogliamo parlare, Emiliano e Commissario del Comune di Conversano?

Non è proprio il caso di insistere: Martucci va liberata. Per questo noi stiamo ufficialmente chiedendo alle Amministrazioni competenti e a quelle territorialmente coinvolte di intervenire immediatamente per evitare l’ennesima iattura".

Il Sindaco di Mola di Bari, Giuseppe Colonna ribadisce un concetto che deve essere un po' di tutti:

"I rifiuti della Calabria non possono essere smaltiti nella discarica di contrada Martucci. La decisione, non condivisa con gli amministratori del territorio, è inaccettabile. La Regione faccia marcia indietro."

Il primo cittadino ha inviato questa mattina una lettera al governatore, indirizzata anche al presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, all’assessore all’Ambiente, Giovanni Stea, al sindaco metropolitano di Bari, Antonio Decaro, al presidente Ager, Gianfranco Grandaliano e, per conoscenza, al sindaco di Polignano, Domenico Vitto e al commissario prefettizio di Conversano, Fabio Colapinto. 

Colonna chiede un intervento urgente del presidente per “escludere l’impianto TMB (trattamento meccanico-biologico) di contrada Martucci tra i siti pronti ad accogliere i rifiuti provenienti dalla Calabria”. In mancanza, il sindaco di Mola si riserva “ogni ulteriore ed incisivo intervento”.

Come riportato sul suo stesso profilo e ripreso dagli organi di informazione, il concetto è chiaro e preciso e ci si aspetta un seguito positivo.

“Ho appreso in via informale attraverso alcuni mezzi di informazione nonché attraverso una diretta Facebook del Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà – scrive il sindaco Colonna – la notizia della disponibilità della Regione Puglia ad accogliere i rifiuti solidi urbani provenienti dalla Calabria per essere trattati nell’impianto di contrada Martucci nel territorio di Conversano a seguito di un provvedimento di Giunta regionale del 14 maggio scorso. Pur condividendo il principio di solidarietà manifestato dal governo pugliese – prosegue la lettera – desidero esprimere il mio forte dissenso sia sul mancato coinvolgimento delle amministrazioni dei territori interessati che sulla scelta di individuare l’impianto di TMB sito in contrada Martucci per tale evenienza”.
“Sono note a tutti – sottolinea il sindaco di Mola – le innumerevoli problematiche riguardanti l’Area Vasta di contrada Martucci in cui sono stati accertati interramenti abusivi di rifiuti fuori dalle discariche ufficiali, allargamenti abusivi delle stesse discariche autorizzate, ed ultimo in ordine di tempo la mancata raccolta del percolato, nonché la mancata messa in sicurezza del lotto 3 nel processo post gestione, per fallimento della Ditta che lo conduceva, nonché del lotto 1: elementi tutti rinvenibili dall’accurata relazione dell’ARPA PUGLIA dello scorso 24 gennaio”.
Colonna ricorda anche “il deliberato unanime del Consiglio comunale dei Comuni di Conversano e Mola di Bari nella seduta congiunta del 22 novembre 2019, in cui sono state rappresentate la ferma opposizione a ricomprendere Contrada Martucci nel Piano regionale di Gestione dei Rifiuti Puglia, nonché la sollecitazione alle istituzioni a realizzare tutte le opere di messa in sicurezza, monitoraggio e post gestione come indicate nella relazione ARPA del 23 ottobre 2019”
A questo si aggiunge “l’attività del Tavolo tecnico regionale, istituito con l’Ordine del giorno del Consiglio Regionale n. 179/2013, che ha trasmesso formalmente agli Enti interessati accurato piano di monitoraggio e caratterizzazione dell’Area Vasta ed è pronto ad avviare tali procedure in virtù delle risorse messe a disposizione proprio dalla Regione Puglia con la deliberazione di G.R. n. 1122 del 2018”.
“La nostra richiesta – conclude e sottolinea il sindaco di Mola – è corroborata da elementi connotati da forte carattere oggettivo e lontani da quell’atteggiamento comunemente definito come Nimby, cioè <non nel mio cortile>.

Di questi problemi oggettivi, non si può non tener conto. Non consentiremo che ulteriori smaltimenti avvengano in un territorio già fortemente provato e a rischio ambientale”.

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