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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Proiezione film "Varichina" ed incontro con Totò Onnis, Mariangela Barbanente e Antonio Palumbo - 18 Agosto 2020 - piccola Casa Teatro Sotto le Stelle - Mola di Bari





“Alla fine sono brave persone, fanno solo una vita di merda e si credono meglio di me. Fanno tutti i superiori e poi zitti zitti mi vengono a trovare”.(Lorenzo De Santis)



Forse non siamo ancora scesi dalle stelle che hanno animato la scorsa serata nella Piccola Casa teatro Sotto le Stelle, probabilmente la magia di San Lorenzo e di tutti i simbolismi che ne derivano sono troppo radicati nella nostra cultura, ma sta di fatto che da un Santo ad un Lorenzo che probabilmente nessuno considererebbe tale il passo è breve.

Chissà se Lisa Angelillo o Paolo Daniele o tutto l'universo dei Sense of life o le associazioni "Like a Jazz" e "Giù la maschera" lo hanno fatto apposta .... o lo abbiano quantomeno notato, ma siamo passati da un Lorenzo all'altro, molto diversi tra loro, ma anche da una maniera diversa proprio di recepire i simboli.

Potrebbe essere come una punizione all'incrocio di Andrea Pirlo o semplicemente una casualità, come quella che sembra abbia portato Sainz alla Ferrari, ma non divaghiamo.

Martedì 18 Agosto 2020 sarà proiettato il film:
Varichina (la vera storia della finta vita di Lorenzo De Santis)

Il protagonista era un posteggiatore abusivo nella Bari degli anni ’80, oltre al fatto che spesso si trovava in quei "bordelli" del lungomare che, se non erano ufficiali, erano abbastanza ufficiosi.
Non era propriamente un sex symbol, soprattutto era appariscente e spesso volgare volgare, soprattutto per difendersi dalle frasi che erano rivolte verso di lui.
Era famoso per le avances sguaiate che rivolgeva agli uomini che gli capitavano a tiro, ma a detta di coloro che lo hanno conosciuto di più, è sempre stata una bravissima persona.

Era omosessuale, certo, in tempi nei quali decreti come quelli di Monica Cirinnà non erano neanche concepibili, anche se non stiamo parlando della preistoria, ma di qualche decina di anni fa.

Lui non faceva nulla per nasconderlo, cosa che lo avrà anche reso icona, soprattutto negli anni a venire, ma che non gli ha risparmiato dispiaceri.
Respinto dalla famiglia, bistrattato dai suoi amanti, zimbello dei concittadini, la sua difesa in una città chiusa e ipocrita, com’era la Bari di trent’anni fa, è stata proprio quella di fare di se stesso un personaggio.

L’idea di farne un film è nata grazie ad un articolo de "La Gazzetta del Mezzogiorno" a firma di Alberto Selvaggi su Varichina, un’inchiesta biografica in cui si raccontava il personaggio chiedendo provocatoriamente nel finale un busto per celebrare "Il mito diverso".

Lo scritto ha attirato la curiosità della sorella di colui che successivamente è diventato il regista del film, Antonio Palumbo, che ha subito girato l'articolo al fratello al quale si è accesa la cosiddetta lampadina circa un lavoro possibile proprio su questo personaggio, a suo modo, così famoso.

La chiamata a Mariangela Barbanente e la richiesta di sviluppare un soggetto su questa irresistibile “anima pop”, ha fatto il resto, con l'accettazione della proposta; non a caso l’idea del sottotitolo "la vera storia della finta vita" è di quest'ultima.

L'attore che interpreta Lorenzo si cala perfettamente nella parte riuscendo a riportare in vita l'icona gay barese e sarà presente alla serata.

Oltre che con l'attore Totò Omnis, alla fine della proiezione del film, ci ritroveremo a chiacchierare con Mariangela Barbanente e Antonio Palumbo che si sono occupati di regia e sceneggiatura.

Scopriremo aneddoti interessanti e scopriremo molto sul personaggio certo, ma anche sulla realtà che lo circondava e che, in fin dei conti è la nostra.

Ma chi era l’uomo che si nascondeva dietro questa maschera?
Beh, il film per certi versi lo svela in un racconto tragicomico tra realtà e immaginazione, documentario e fiction.

L'opera cinematografica rende molto credibile il personaggio, nonostante non ci siano tante tracce o fonti dalle quali attingere.
Il tutto è avvenuto soprattutto grazie ai ricordi di molte persone, tra le quali quelle che si possono vedere nel film, e poi grazie alla bravura del protagonista Totò Onnis, della truccatrice Lolli Caldarola e della costumista Giulia Barbanente.

E' chiaro che uno degli aspetti che rendono credibile la vicenda è che è facile parlare al passato, ma non è che nella realtà le cose siano cambiate del tutto, infatti proprio Antonio Palumbo, in un'intervista racconta:
"Mentre giravamo una scena sul lungomare di Bari con Totò agghindato in stile Anni ‘70, le macchine rallentavano per salutarlo e sfotterlo come se fosse stato realmente Lorenzo Varichina: le offese fuori campo che si sentono in quella scena del film sono reali e non doppiate da attori".

La scelta di lavorare ad un progetto che avesse come protagonista un personaggio così locale, sguaiato, se vogliamo, una persona diventata, per certi versi, divo, anche se partiva, specialmente nella propria realtà come antidivo per eccellenza, aveva destato qualche perplessità, ma il risultato ha dimostrato quanto fosse lungimirante l'idea e la conseguente realizzazione.

Alla fine il film racconta il coraggio di Lorenzo di rimanere se stesso nonostante tutto.
La sua lotta per non restare ai margini in cui la società del suo tempo voleva relegarlo.

E' un po' quello che a vari livelli, ognuno di noi cerca di fare per difendere la propria unicità.
C'è chi ci riesce, chi no, chi si omologa e maschera così la sconfitta;
Lorenzo ce l'ha fatta e la sua vittoria adesso è anche impressa in un film.

Tutto questo lo vivremo alla Piccola Casa Teatro Sotto le Stelle, una realtà che quando tutte le porte sembravano doversi chiudere... ha aperto questo passaggio verso un cielo meraviglioso attraverso il quale sentirsi a casa e contemporaneamente  poter scrutare orizzonti lontani.

Info e prenotazioni al 3339571734

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