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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

"From Inside" il secondo disco dei Sonic


Il "duo Contessa" questa volta è accompagnato dal batterista Joe Polli


Ho ascoltato con tanta curiosità il primo disco dei Sonic che aveva come titolo Deja vu' ;

Claudio e Dario Contessa, costole degli ormai mitici Blackinsane (noti non solo a Mola o che ne so, Cellamare, ma un gruppo storico a cui molti di noi sono da sempre affezionati) che affrontavano questo nuovo percorso.

Subito dopo la distribuzione del primo disco a titolo gratuito, in molti sapemmo che i due si erano messi al lavoro per portare al termine un secondo album che sarebbe stato fatto meglio da un punto di vista tecnico.

Io ho sempre suggerito di non battere su questo tasto, perchè così facendo sminuivano il primo, ma ognuno ha le proprie opinioni.

Una cosa è certa; se devo fare una differenza tra i due album devo dire che partendo dagli stessi presupposti musicali, mentre il primo è più d'impatto a livello di "rumore" è più rock, anche strizzando l'occhio a sonorità più cupe, il secondo è più Dark con qualche schitarrata in un paio di brani che rimandano ad una concezione più metal che probabilmente è stata "vestita a festa" per rendere il prodotto più "di classe" ....se possiamo usare impropriamente questa formula.

Non amo catalogare nulla, ma dovevo pur spiegare le differenza che ho trovato.

Diciamo che non è un disco che, probabilmente, potremo ascoltare su Ciccio Riccio, ma su RadioNorba potrebbe pure starci, su Radio Capital, spero un giorno, su Radio Mola International, sicuramente si.

Ma non divaghiamo, passiamo a quello che differenzia maggiormente la preparazione di questo album.

Claudio Contessa vocals, basso, tastiere e chitarre

Dario contessa lead guitar e chitarra ritmica 

questa volta hanno aggiunto un signor batterista come  Giuseppe "Joe" Polli 

e devo dire che la differenza si è sentita.

la tecnologia può riprodurre qualsiasi strumento, ma l'arte vera e propria deriva esclusivamente dall'animo umano.

Il disco però non ha solamente quest'unica novità, le sonorità sono un pò diverse e, sicuramente si vede una maggiore cura nell'esecuzione, ma soprattutto nella registrazione e nel missaggio.

Insomma un prodotto più professionale da tanti punti di vista che però non deve far rinnegare quello precedente che sicuramente era più di getto e, quindi più istintivo e probabilmente anche di cuore.

Quello che però accomuna i due album e, credo tutti i musicisti che suonano con l'anima è quello che racchiude il titolo stesso....

From Inside non è solo il nome dato al lavoro, ma è la dimostrazione che l'arte serve a condividere quello che si ha dentro.

Non bisogna lavorare al Cern per comprendere la musica, serve solamente un anima predisposta e ricettiva per esserne rapiti e non parlo solamente di chi non sa la differenza tra beat e BIT, è qualcosa di più profondo.... qualcosa che viene ... dal profondo... da dentro, appunto.

Io quando ho ascoltato i brani ho fatto di volta in volta qualche considerazione di getto, voglio divertimi a renderle pubbliche:

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Far Away :

Come tutte le cose, probabilmente si parte ..."da lontano" ... con un introduzione che ti fa presagire ad una specie di "Personal Jesus", ma che poi ha sia nell'originalità ed in quella voglia di sperimentare anche strade percorse dai grandi che furono con un un occhio che strizza alla modernità, la maggiore caratteristica.

Con le tastiere che prendono più spazio, nel senso dell'armonizzazione, rispetto al primo disco, questo brano dei Sonic è perfetto per l'introduzione al nuovo lavoro, sia per le novità sonore che per dimostrare che il tutto aveva già avuto un inizio.

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Alone:

Ecco l'effetto "The Cure" quello che  è insito, ovviamente, in ogni band che ha a che fare con Claudio Contessa.

Sempre ovviamente c'è in tutti i brani, anche nel primo, ma mentre in precedenza ci siamo soffermati su altro, qui dalla prima nota, dal primo accordo si nota il marchio di fabbrica che risulta influenzato dai temi che furono e che purtroppo non ci sono, per certi versi, più.

Perseguire una strada musicale che stride con quella molto più commerciale di oggi è un'operazione che può far rimanere "Soli", da una parte, ma che può anche, al contrario,  portare seguito ed ammirazione da chi ama la musica e chi ha amato i decenni che ne hanno fatto la storia.

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Turning Around:

Ma è inutile starci a "Girare Attorno" questo nuovo disco è un passo avanti rispetto al già noto "Deja vu'", non fosse altro che per la presenza di un batterista vero che riesce non solo a curare perfettamente la parte ritmica, ma a fare da introduzione in alcuni passaggi fondamentali ed a fare squadra con i Sonic "originali" .

Se poi il batterista è Giuseppe "Joe" Polli, si proprio quello, tra le altre cose, dei Sense of life, allora il gioco è fatto.

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All that's left:

Tutte le premesse, quindi ci sono tutte... "Tutto quello che resta" è puro divertimento, almeno questo ho pensato durante l'introduzione di questo brano, batteria e poi la schitarrata che mi ha fatto dire: "Ah mò si che Dario si diverte".... e si diverte pure di brutto 😁.

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Start Again:

Non è facile ripartire con un progetto nuovo quando hai alle spalle una storia come quella dei Blackinsane, non è facile tentare una strada nuova e poi riproporti alla prova del nove con un nuovo prodotto, dopo poco tempo, anticipando già che sarà migliore a causa del tempo a disposizione e per i mezzi utilizzati.

Quando si "Ricomincia" ci si deve mettere in discussione ed esplorare anche altre strade, tipo questa...

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Disappear:

Il pericolo non è quello di "Scomparire", ma di rimanere in mente come una specie di eco che ti ritorna in mente, magari non con lo stesso meccanismo dei tormentoni estivi, ma con quella magia che si è cercato di costruire tra musica e voci che ti lasciano sospedi in un universo parallelo, specialmente se si ascolta al con gli occhi chiusi.

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Long Way: 

Dunque, lunga vita e ..."lunga via" ai Sonic ed alle loro produzioni passate presenti e future....

Talvolta non serve nemmeno parlare, usare la parola, ma ascoltare.... in modo che la musica diventi introspettiva e che possa veramente essere vissuta.

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