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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

“Noi siamo mediterraneo”, ideato dall’ass. politico-culturale Futura - 30 Marzo 2019 - Culture Club Cafè - Mola di Bari




A prescindere da come la si voglia pensare: “Noi siamo mediterraneo”.
Ed è una verità innegabile che può avere diverse ottiche, quindi punti di vista che, se limiamo alcuni eccessi, possono tutte avere una certa cognizione di causa ed una giusta valenza.

la nostra società si sta spaccando tra chi urla dal palco del concertone del primo maggio:
"Aprite le città"!, come la cantante Nada e chi confonde la parole immigrazione con un razzismo che ahimè tanto latente non è più, anche a causa di alcuni personaggi politici.

“Noi siamo mediterraneo”, però ... è un concetto che può essere sezionato e spiegato in diverse maniere.
lo siamo per area geografica, quindi condividiamo molto con tutti i popoli che si affacciano su di esso, che lo usano per procurarsi da vivere e spesso per procurarsi, o almeno cercare di farlo, una vita più decente.

“Noi siamo mediterraneo” è anche un modo di vedere le cose, condividere con gli altri che fanno parte della nostra stessa area, in qualche maniera;  ovvero dare un volto all’accoglienza

"Il peggiore dei sacrilegi è il ristagno del pensiero."
(Fidel Castro)
Il giorno 30 Marzo 2019 , alle ore 18:00, presso il Culture Club Cafè avrà luogo
l’evento “Noi siamo mediterraneo”, ideato dall’associazione politico-culturale Futura

Scopo degli organizzatori è quello di fornire alla pubblica opinione informazioni utili all’elaborazione di una propria personale idea su un fenomeno, quello dell’accoglienza dei migranti, sempre al centro del dibattito politico e sociale. 

"Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo."
(Ernesto Che Guevara)
Per provare a far ciò nella maniera più asettica e oggettiva possibile, si è scelto di dare esclusiva voce ai protagonisti del settore, professionisti e volontari, che ogni giorno si spendono per garantire diritti e sicurezza. 

Ripercorrendo idealmente le fasi del percorso che va dalla partenza verso l’Italia all’integrazione, saranno in primis narrate “Storie di migrazione”, nell’intervento curato da Francesco Pietanza, giovane molese impegnato come volontario nell’associazione Baobab di Roma
seguiranno “Storie di prima accoglienza”, presentate da Asma Badda, raccolte durante la sua esperienza come mediatrice culturale presso il CARA di Palese
subito dopo le “Storie di inclusione, integrazione ed interazione”, con la testimonianza professionale di Monica Dal Maso, coordinatrice dello SPRAR ARCI di Bari
chiuderà la serie di interventi programmati Isabella Colonna, Presidente dell’associazione culturale Alma Terra di Mola di Bari che sul nostro territorio è da anni impegnata per un’autentica integrazione culturale e sociale. 

Viviamo in una società che per certi versi appare distorta nell'essenza di ciò che dovrebbe essere, anche perché, capisco che le vicende che si ripetono, possano anche portare ad una diversa interpretazione in base alle tematiche, alle condizioni economiche, ecc., ma portare il livello sociale ad un piano completamente opposto a quello che fino ad ora si è sempre sostenuto, diventa, a mio parere, una paurosa involuzione.

Addirittura si è passati da una popolazione che spesso è stata additata come bigotta, dal punta di vista religioso, ad un'altra che addirittura accusa Papa Francesco, di essere sponsor dell’immigrazione incontrollata in nome di un vago buonismo o, addirittura, della sostituzione di civiltà.

Chiaramente anche qui, si disquisisce senza approfondire la questione che dovrebbe partire da un:
"E grazie, cosa dovrebbe dire il Papa?"
e soprattutto "Ma voi che andate a Messa la domenica, cosa ascoltate, se poi una volta fuori dalle sacre mura, predicate l'esatto contrario della parola di Dio?"

Nella realtà il concetto stesso del Pontefice, stride addirittura con quello dell'accoglienza incondizionata di cui è accusato; infatti la sua visione è più articolata, in quanto a suo parere, l’accoglienza è si un dovere cristiano,  ma deve essere rapportata alle possibilità del Paese ospitante.

Cosa voglio dire con questo?
Che bisogna approfondire le questioni e non fermarsi ai titoli o al "sentito dire" senza approfondire l'argomento, pratica diffusa, soprattutto tra gli utilizzatori dei social networks.

E' chiaro che chiusure totali, in tutti i sensi,  provengono soprattutto da coloro che potremmo definire "conservatori e sovranisti", coloro che definisco la peggiore specie nella società, ma invece bisognerebbe, a prescindere da tutto, cercare di fare un punto, in ogni situazione, corredandolo della maggiore informazione possibile, coadiuvando la conoscenza con le esperienze di chi vive una condizione.

L'evento organizzato da Futura, mira proprio in questa direzione; solo successivamente, ognuno potrà farsi un'idea ben precisa, solo dopo aver ascoltato chi opera nel settore e chi ha esperienze dirette, potrà difendere e giustificare le proprie teorie, perché condivisibili o meno, saranno frutto di un ragionamento avvenuto dopo la reale conoscenza della questione.

Verso la fine della serata, infatti,  la parola sarà data al pubblico, perché chi voglia possa beneficiare ulteriormente della presenza di esperti del settore per porre domande, fugare i propri dubbi o dire la sua. 

H.P. Lovecraft scriveva: 
La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto”.
Il punto è proprio questo, di conseguenza gli organizzatori, profondamente persuasi del fatto che le paure regnino dove manca la conoscenza della realtà, proveranno, beneficiando delle competenze in possesso degli ospiti per fare un po’ di corretta informazione. 

"mentre intorno tutto scorre senza me,
mi rifletto sconosciuto estraneo ...a te.
"
(Ottantottoprimi)

Magari l'obbiettivo potrà pure sembrare ambizioso, ma quello di dare al cittadino nozioni e strumenti attraverso i quali possa concepire, su un fenomeno dibattuto come quello dell’immigrazione, una propria e personale idea, non può lasciare indifferenti.

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