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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Giorno della Memoria; quando l'Italia anticipò l'Onu



Sembra un'eco lontano, ma dobbiamo renderci conto che non parliamo di tantissimi anni fa e soprattutto dobbiamo renderci conto che alcuni vizi dell'umanità non si sono completamente assopiti, anzi latitano nell'ombra cibandosi di crisi economiche e pseudo politici populisti che approfittano della debolezza delle coscienze altrui.

La cosa più sorprendente è partire da presupposti che hanno portato la nostra Nazione da fenomeno all'avanguardia su questo tema ad uno dei fanalini di coda negli ultimi anni, ritrovandosi addirittura l'accusa di nazione razzista.

Non è una notizia di poco conto o un tormentone lanciato da Ciccio Riccio, quando piuttosto una triste realtà che si aggrava soprattutto se ripensiamo alla nostra storia.

Se pensiamo al sogno, all'imprevisto, all'inatteso, le insicurezze rendono imprevedibile il quadro. Ogni tanto è bene ammetterlo: la maggior parte dei guai ce li andiamo a cercare.
(Cesare Cremonini)

Facciamo un viaggio nel tempo e giungiamo ad una ventina di anni fa, quando, dato il significato simbolico della data, il 20 luglio del 2000 in Italia è stata approvata una legge (la numero 211), composta da due semplici articoli. 
Questa legge istituisce ogni 27 gennaio il “Giorno della Memoria”: una commemorazione pubblica non soltanto della shoah, ma anche delle leggi razziali approvate sotto il fascismo, di tutti gli italiani, ebrei e non, che sono stati uccisi, deportati ed imprigionati, e di tutti coloro che si sono opposti alla ‘soluzione finale’ voluta dai nazisti, spesso rischiando la vita.

Questa legge prevede l’organizzazione di cerimonie, incontri ed eventi commemorativi e di riflessione, rivolti in particolare alle scuole e ai più giovani, ma non solo.
Lo scopo è quello di non dimenticare mai questo momento drammatico del nostro passato di italiani ed europei, affinché, come dice la stessa legge “simili eventi non possano mai più accadere”. 

Quello che oggi diamo per scontato, però come abbiamo visto è il risultato di qualcosa che si è deciso nella nostra nazione pochi anni fa, non è qualcosa che esiste dalla fine del sanguinoso conflitto.

La cosa curiosa è che però siamo stati all'avanguardia, infatti è datata 2005,  in occasione dei 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento, la decisione dell'ONU di proclamare il 27 gennaio Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell'Olocausto.

L’Italia, quindi, ha anticipato di 5 anni la risoluzione dell’ONU, insieme a numerosi altri paesi che avevano istituito giornate commemorative nazionali per il 27 gennaio, come la Germania (1996) o il Regno Unito dal (2001). 

Secondo il testo dell’Assemblea Generale del 2005, ogni anno, il 27 gennaio, tutti gli stati membri delle Nazioni Unite hanno il dovere di inculcare nelle generazioni future le “lezioni dell’Olocausto”. A questo scopo è stata istituita una task force internazionale per l’educazione, la ricerca ed il ricordo.

No dobbiamo considerare questi eventi come un telefilm o qualcosa che ci è stata raccontata e non ci riguarda in prima persona.
Una cosa è Cobra 11 ed un'altra è quella vigilanza che ci deve essere affinché si impari a non ricadere in quelle derive bestiali che purtroppo l'essere umano ha dimostrato di poter purtroppo prendere.

Questa risoluzione rifiuta inoltre in modo chiaro qualsiasi tentativo di negazione dell’Olocausto come evento storico, sia totale che parziale, chiedendo parallelamente che i luoghi che un tempo ospitavano campi di concentramento, di lavoro e di sterminio vengano conservati. 

In questa giornata, inoltre, l’intolleranza, l’odio e l’aggressività verso persone e comunità motivate da differenze religiose ed etniche sono condannate senza alcuna riserva. 

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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