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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Enrico Letta prima si dimette, poi accetta di fare il traghettatore fino al Congresso PD.



Ribadisce: «Non sarò candidato»

Enrico Letta rimane momentaneamente solo per portare il partito al congresso anticipato. 

Si è assunto le sue responsabilità, appena sono arrivati i risultati, ma non manca di attaccare Conte e Calenda: «I numeri dimostrano che solo con il campo largo si poteva vincere». 

Certo, magari la lista di De Magistris, non avrebbe cambiato le carte in tavola, numeri alla mano, ma IV di Renzi con Azione, avrebbe aumentato la performance non solo di +Europa, ma anche del movimento di sinistra. 

Ci voleva un gol alla Milik, invece non c'è stato neanche un salvataggio alla Bonucci. 

In questo periodo è ovviamente tornata in auge "The Queen is dead" degli Smiths, per motivi molto più gravi, ma quello che è successo a livello politico, è stato seppellito un certo modo di fare politica e si dovrà tenerne conto nel prossimo futuro. 

Ma cosa è andato male? 
Il segretario ricostruisce l'ultimo periodo:
«Sono tornato a marzo dello scorso anno con l'obiettivo di tenere unito il Pd dalla prospettiva di disgregazione. L'altro obiettivo era preparare una legislatura democratica e progressista. Il primo obiettivo è raggiunto, il Pd è in campo, si rivela una comunità viva e forte». 
Evidentemente non ho raggiunto il secondo obiettivo, perché questa legislatura sarà la legislatura più a destra della storia d'Italia. In spirito di servizio assicurerò la guida del partito fino al congresso.
Una profonda riflessione su cos’è e cosa deve essere un nuovo Pd». 

Quindi si parla nuovamente di futuro e non del presente che sarebbe potuto essere. 

"È un giorno triste, ci aspettano giorni duri, (...) il Pd farà un’opposizione intransigente, ma gli italiani e le italiane hanno scelto, hanno fatto una scelta chiara e netta, hanno scelto la destra" .

Si sarebbe potuto andare in vacanza sul lungomare di Termoli? 
Beh... Per qualcuno si. 

Qualcuno ha accusato il Pd di non aver voluto fare alleanze, ma da quello che dice il segretario non si percepisce che le cose siano andate proprio così:

"Se Meloni è a Palazzo Chigi questo e' figlio della prima scelta, quella di Conte di far cadere Draghi». 

Poi fa la conta degli alleati mancati:

«Sono rimasto amareggiato dai risultati del collegio senatoriale di Emma Bonino per il fuoco amico di Calenda che ha aiutato l’elezione della candidata di destra».

Insomma, bisogna cambiare registro.
Intanto è bene sapere che hanno vinto e nettamente gli altri.
Sarebbe già un significativo cambio di direzione, a prescindere dai prossimi risultati elettorali. 

Intanto il presente è adesso e la Meloni è colei che ha portato a casa il risultato. 

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