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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Cambieranno i costi delle bollette dopo il Consiglio Europeo? Dicono di si!

 




Alcune delle misure studiate dai Paesi dell'Ue per arginare l'impennata del prezzo del gas naturale



Una volta, almeno per qualcuno, quando si parlava di difficoltà economiche, si pensava al fatto che non tutti si sarebbero potuti permettere, che ne so, le vacanze a Riccione o in Salento, o che non avessero potuto fare investimenti o condurre una vita con un livello molto alto di possibilità di spesa.

Oggi, dopo già tante vicissitudini di varia natura che hanno messo in ginocchio l'economia la situazione è molto più tragica e colpisce, praticamente, tutti.

Le famiglie sono in crisi, circa 5 milioni di italiani non hanno pagato almeno una bolletta e le piccole aziende fornitrici di energia sono a rischio chiusura. 
Il rischio di una specie di effetto domino di proporzioni colossali non sembra solamente un'eventualità.

Servirebbe un "terzo tempo" come nel sei nazioni di rugby, una finestra nella quale poter "fermare le bocce" e poter riflettere, ma non c'è tempo.
Non esiste una specie di Save the children che si occupi di noi tutti, bisogna affidarsi alle istituzioni ed alle loro scelte, alle loro strategie per arginare il problema, ma anche qui, non è che le risposte siano semplici ed univoche.

Neanche a dirlo... i  dati peggiori si trovano nel centro Italia, nel sud e nelle isole, dove la percentuale di chi non ha pagato è pari, rispettivamente, all'11,5% e all'11,2% su livello nazionale.

Il quadro si aggrava ulteriormente se parliamo delle imprese. 
Utilitalia, federazione che riunisce le Aziende speciali operanti nei servizi pubblici dell'Acqua, dell'Ambiente, dell'Energia Elettrica e del Gas, ha previsto una preoccupante serie di fallimenti in arrivo anche per le piccole aziende fornitrici di energia, specialmente per quelle retail. 
Se anche le imprese energivore cesseranno di pagare perché in crisi, sarà la fine per le aziende rivenditrici al dettaglio di energia. 
Ma anche le aziende in generale, i negozi, ecc.... non possono sopportare migliaia di euro di bollette.

Dicevamo, sperare nelle Istituzioni, ma anche qui abbiamo rischiato grosso.
Si è rischiato di arrivare a una spaccatura insanabile e, dobbiamo premetterlo, non si è raggiunto un accordo definitivo, ma comunque, il Consiglio europeo ha emanato una serie di misure che dovrebbero arginare il problema dell'impennata dei costi delle bollette per aziende e famiglie. 

Ora senza fare i soliti disfattisti o neo scrittori di un ideale novello Satyricon di Petronio, dobbiamo dire che gli effetti di alcune di esse non si vedranno nell'immediato, quindi dovremo soffrire ancora ma, nel caso in cui sortissero i benefici auspicati, potrebbero risultare di fondamentale importanza nel medio/lungo termine.

Ad ogni modo, quella che possiamo definire come una "tregua" tra gli Stati europei ha portato come prima conseguenza la diminuzione del prezzo del gas al Ttf, ovvero il mercato all'ingrosso del combustibile naturale con sede nei Paesi Bassi (-9%). 

La maggior parte delle misure pronte a partire sono state  proposte da Mario Draghi:

1) Acquisti comuni:

E' made in Italy la scelta di procedere con acquisti comuni di gas naturale:  
Questi saranno "volontari" e destinati agli stoccaggi del combustibile. 
I Paesi che aderiranno al patto saranno tenuti a comprare almeno un 15% di gas per rifornire le proprie riserve. 
Si potranno creare, in questo modo,  scorte per formare una forza commerciale in grado di ottenere dai fornitori degli sconti di una certa consistenza: ciò dovrebbe portare a una diminuzione delle spese per l'acquisto di gas e di conseguenza a un taglio generale dei costi energetici. 
Durante la scorsa estate, invece, ogni singolo Stato UE si era occupato individualmente di portare le scorte fino al 90% della disponibilità, come determinato da Bruxelles. 
Questo però aveva sortito un paradossale effetto contrario che aveva provocato un'impennata incontrollata dei prezzi fino al tetto di 344 euro a megawattora.

2) Tetto dinamico:

Anche qui protagonista Mario Draghi che ha avuto, in questo caso parecchie difficoltà sulla questione relativa alla scelta di introdurre un tetto al costo del gas.
Questo aveva invece portato a uno scontro con la Germania. 
Da qui la necessità di trovare un accordo coi tedeschi, i quali paventavano il timore che il limite del prezzo avrebbe potuto di conseguenza dirottare altrove le esportazioni via nave.
A quel punto la scelta di un "tetto dinamico" è sembrata la migliore.
In buona sostanza, si tratta di abolire l'introduzione di un limite massimo per privilegiare l'adozione di un range entro il quale il costo può oscillare, fissando comunque un valore medio di riferimento. 
Con l'inquadramento delle oscillazioni si spera, ovviamente, di evitare il rischio di speculazioni.

3) Un nuovo Ttf:

L'indice di riferimento per il costo del gas in Europa gestito dai Paesi Bassi (il cosiddetto Ttf) necessita di urgenti interventi di modifica. 
Oltre ad avere degli scambi troppo limitati e a non riflettere le reali condizioni di mercato, esso è stretto nella morsa degli investitori finanziari che lo alterano e lo condizionano. 
Quello che potrebbe divenire il nuovo Ttf dovrà tener conto dei prezzi sui mercati internazionali, sia per quanto concerne il gas che viaggia attraverso le condutture sia per quello che viene trasportato via nave. Modificando la componente finanziaria dovrebbe essere possibile ridurre ulteriormente i costi.

4) Altre misure:

Il taglio ai consumi, fino al 15%, è un'opzione di cui tenere comunque conto in caso di estrema necessità. 
Ovviamente non parliamo di partecipare ad un concerto di Rolling Stones, Elodie, Seinfrequenza, Senza Meta, Rkomi o Rossana Casale, cioè dallo stadio al bar locale, ma di qualcosa che comporta l'accendere o meno la luce a casa o i riscaldamenti e che in inverno si farà sentire.

Come ulteriore forma di agevolazione, sarà concessa la possibilità di accedere ai fondi di coesione 2014/2020 ancora non utilizzati per un massimo di 40 miliardi di euro.

Non manca, infine, la possibilità di ricorso alle misure di solidarietà energetica in caso di interruzioni dell'approvvigionamento di gas naturale a livello nazionale, regionale o dell'Unione, anche in assenza di accordi bilaterali tra gli Stati membri della Ue. 

Inoltre ci sarà l'ennesimo tentativo di trasformare in realtà quello che si racconta da tanti anni, ovvero il passaggio a forme di energia alternativa.
Troppo spesso questo è stato frenato sia da interessi economici, ma anche dalla burocrazia.
Si è scelto, finalmente, di velocizzare e semplificare le relative procedure di autorizzazione.

Se questo basterà lo vedremo con il passare del tempo.
La speranza è quella, altrimenti bisognerà inventarsi qualcosa per velocizzare ulteriormente il percorso.
Una cosa è certa, così non si può andare avanti e non è un modo di dire.

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