23 Novembre 2019 - RADIO LIBRE 4et live ● Black Rose Pub / Bari

Il mondo va in una direzione che tende a far pensare che sia l'unica possibile; è una questione di comodo, visto che con la scusa di crisi, economia e finanza, si giustificano anche le manovre che sembrano più assurde.

Ogni volta che si parla di qualcosa che lascia trapelare qualche dubbio, si dice, per esempio che dal 2008 ad oggi  l'Italia ha perso un milione di occupati a tempo pieno e ne ha guadagnati altrettanti part time.

A prescinder da come vogliamo pensarla a tal proposito, c'è la tendenza a riportare il tutto anche in altri settori e molto spesso l'arte viene messa in disparte per fare spazio a discorsi che si ritengono più "seri", come se parlare di qualcosa che elevi l'essere umano, a mio parere ad un livello superiore non sia considerabile tale.

Di conseguenza c'è un appiattimento anche nel mondo musicale, sia tra la produzione dei musicisti professionisti che tra coloro che si approcciano a questa nobile arte a livello locale o comunque per semplice intrattenimento.

Al netto dei progressi segnalati dagli ultimi dati Istat, con la disoccupazione per la prima volta sotto il 10% ed un incremento di assunzioni a tempo indeterminato, la foto rimane quella di un Paese molto avaro di opportunità soprattutto per i suoi giovani che non riescono nemmeno a trovare sbocchi negli svaghi più tradizionali come quelli di esibizioni musicali.

Non ne parliamo poi se questo volesse essere messo alla pari con quello che molti profani definiscono "lavoro vero".

La sperimentazione, il proporre qualcosa che non sia la solita "tiritera" anche nel mondo esclusivamente musicale diventa sempre più complesso, visto che i gestori dei locali per far suonare una band, pretendono la "serata sicura"; ecco spiegato il motivo per cui, per esempio, le Cover band "tirano" più dei musicisti che propongono un repertorio variegato anche se molto spesso di livello superiore.

Sabato 23 novembre 2019, avremo, invece un evento in controtendenza,  il Black Rose Pub - Live music, Food and Beer - è pronto ad ospitare voce, chitarra, surdos, congas, rullante, piatti, cuica, pandeiro, kalimba, shakers, bar chimes, guiro, caxixi, agogò, vibraslap, apito, triangolo......

In una sola parola Radio LIBRE quartet: una personale, trasversale, fresca e libera selezione (quasi radiofonica, appunto) di tracce di musica “etnopop” dal mondo in una performance che sperimenta la libertà di arrangiare con sonorità afro-latine, raggae e funky, in modo inedito, contaminato, divertente e libero, ciò che il pop ha sempre proposto nella sua forma più standardizzata.

Siamo quindi un Paese che guarda indietro?

Dipende da cosa intendiamo, se parliamo di repertorio, forse si, ma solo perché tarpando le ali alla sperimentazione non si produce nulla di eccezionale; del resto se la spinta a livello sociale arriva anche dalle aziende che hanno meglio di altre interpretato il cambiamento dei tempi, adeguando la preparazione del proprio personale , garantendo la formazione senza mai dimenticare l'importanza  della qualità della vita delle proprie persone sul lavoro stesso e fuori dall'ufficio, un motivo ci sarà.

Il problema è che alle buone intenzioni non corrispondono i fatti.

Per esempio si dice da tempo che il welfare e la formazione sono per Poste Italiane o per altri grandi gruppi, quasi stelle polari, si attribuisce allo sviluppo continuo delle conoscenze e competenze un ruolo chiave nel processo di valorizzazione e crescita del personale e della società stessa.

Il must è: lavoratori qualificati e motivati, l'obiettivo è quello di creare persone migliori.

Bèh… se questo in realtà non avviene nelle aziende, figuriamoci se possa avvenire nel mondo artistico che è visto quasi sempre come una cornice aleatoria che circonda l'essenza dell'essere umano sempre più arido di contenuti e proprio per questo motivo.

E' un discorso che esula anche dal contesto logistico, lo possiamo fare ovunque: Nord, Sud, qui, lì, Cassano, Casamassima, dove vige solo un discorso di centro commerciale, insomma è la solita storia.

Probabilmente siamo andati fuori binari ad affrontare queste tematiche in questa sede, ma a mio parere suppongo che quando finalmente troviamo un evento del genere che si svolge in una location che offre la possibilità ad una band che già con il suo nome lascia trasparire le proprie intenzioni, dobbiamo dare l'esatta dimensione dell'evento, proprio mettendo in luce il fatto che sia in controtendenza con il piattume che troppo spesso ci circonda, senza censura alcuna.

Poi per carità si può seguire …. che ne so … Ciccio Riccio, si può andare ad ascoltare una cover band di Cesare Cremonini, si può fare di tutto, l'importante è avere una scelta, da quella più tradizionale a quella più estrema, senza che qualcuno a decidere di cosa si possa usufruire e di cosa no. 

Per tornare all'evento in senso stretto, beh…  si potrà ascoltare grande musica con interpretazioni che rifaranno vivere importanti produzioni musicali anche apparentemente lontane tra loro:

Dai Beatles a Pino Daniele, da Carlinhos Brown a Ray Charles, da Rino Gaetano a Caterina Caselli, da Sud Sound System a Maria Gadu, da Roy Paci ai Clash con tutta la libertà delle interferenze radiofoniche!

Musica libera=RADIO LIBRE!

📍Line up ♪:
Graziana 'Jana' Campanella: voce, basso, effettistica, kazoo;
Gianni Quadrelli 'Janela': chitarre, effettistica;
Piero Scotto: afrolatin drum machine, piatti;
Diego Catalano: percussioni cubane, cajon, effetti