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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Addio Sinisa Mihajlovic. "Tira la bomba" su campi di calcio diversi.


- Foto goal.com - 


La leucemia? Spero dopo questa esperienza di uscire come uomo migliore. Nella vita precedente, la pazienza non era il mio forte ma la pazienza in questi casi la devi avere per forza“, 
(Sinisa Mihajlovic) 


Ci sono poche persone nel mondo del calcio che mettono tutti d'accordo. 
Questo accade quando un campione sul campo prima e sulla panchina poi, si dimostra un uomo vero prima che un personaggio reso famoso dalla sua carriera. 

Mihajlovic ha avuto una carriera straordinaria. 
I successi con la Stella Rossa, poi l'arrivo in Italia, prima con la Roma, poi Sampdoria, dove nasce il legame di profonda amicizia con Roberto Mancini che continua negli anni con la Lazio, per finire da atleta all'Inter. 

Titolare fisso ed inamovibile anche della mia squadra di Fantacalcio, quando mi dilettavo, ma solo in famiglia, con questo giochino che permetteva di creare la propria squadra dei sogni. 
Quando scrivevo la formazione, lo facevo con tutti i nomi, soprannomi e nomignoli dei miei calciatori preferiti. 

Compariva sempre, dunque... 
11 - Sinisa "Tira la bomba" Mihajlovic. 

Da allenatore lo ricordiamo soprattutto con il Bologna, durante questi ultimi tre anni, durante i quali ha stretto un legame meraviglioso  con città e tifoseria,  specialmente nell’ultimo periodo, durante il quale ha combattuto la malattia e guidato, comunque la squadra dalla panchina.

La vita da allenatore era iniziata facendo il vice allenatore all’Inter guidata da Roberto Mancini, poi la prima avventura a Bologna, poi Catania, Fiorentina. 
Una parentesi come ct della Serbia ed il ritorno in Italia, alla guida di Milan e Torino. Un'altra  parentesi allo Sporting Lisbona è di nuovo Bologna, squadra dalla quale ha dovuto, suo malgrado, separarsi poco tempo fa. 

Tutti discorsi che fanno sembrare ancora vivo l'ex campione e tecnico. 
La verità è che, purtroppo Sinisa Mihajlovic è morto in una clinica di Roma a soli 53 anni. 

È strano come di fronte ad una vicenda simile diventino insignificanti molti degli argomenti che prendono il sopravvento nella nostra esistenza. 
Gossip, frivolezze o le beghe tra i vari  PSI, PRC, Pd, IV, Azione, + Europa, 5 stelle, ecc.... 

L’allenatore ed ex calciatore serbo era da tempo malato di leucemia. 
Dal luglio 2019 stava combattendo la sua battaglia, lo scorso marzo c’era stata la ricaduta. 
Le sue condizioni di salute preoccupavano da giorni, ma quando si immaginava uno come lui, si era sicuri che sarebbero state la tenacia e la forza le vincitrici finali. 

Invece l’annuncio della morte arrivato con un comunicato della famiglia ha, purtroppo riportato tutti ad una realtà che in tanti non riescono ad accettare: 

La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. 
Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato

Dopo aver annunciato quattro mesi prima di essere affetto da leucemia mieloide l’ex centrocampista, difensore ed allenatore lasciò una dichiarazione che emozionò tutti:

Mi sono rotto di piangere, non ho più lacrime. Ora mi godo ogni momento

Nonostante sia noto che non si è mai sentito un eroe per quello che stava affrontando, leggenda narra che è stato proprio lui a dare forza e coraggio, non solo quanti come lui sono scesi in campo per sfidare una malattia che dopo averla domata lo scorso marzo è tornata a colpire il suo fisico dopo vari cicli di chemioterapia e un trapianto di midollo osseo, ma anche tutti coloro che familiari e non, hanno vissuto la sua vicenda. 

Per certi versi sembrava venuto da Marte, vista la sua unicità, la sua forza, la sua tenacia, la sua voglia di vivere, la sua franchezza, la sua sincerità. 
Qualità che erano subito lampanti, evidenti, anche per chi non lo conesceva come personaggio sportivo. 

Il lato oscuro che ognuno di noi ha non è stato mai evidente, per quanto ci riguarda possiamo considerare il suo, quello della malattia. 

l'albero della vita al quale si è aggrappato in un mondo che per certi versi sembra solo una ricerca Istat, è stata la dimostrazione di quanto una persona possa essere carismatica, ma nello stesso tempo umile. 

Io lo voglio ricordare per il lato umano dimostrato, ma anche per quello che ho imparato ad amare da subito solamente come appassionato di calcio. 

Quel calciatore dotato di un sinistro potente e preciso. 
Uno dei maggiori specialisti della sua generazione nell’esecuzione di calci piazzati, reputazione già acquisita durante la sua militanza nelle fila della Stella Rossa, tanto che il suo tiro che spesso superava i 150 chilometri orari divenne oggetto di studio di alcuni ricercatori del dipartimento di fisica dell’Università di Belgrado.

In carriera ha conquistato una Coppa dei Campioni nel 1990-91 con la Stella Rossa, una Coppa delle Coppe e una Coppa Uefa con la Lazio (nel 1998 e nel 1999), tre campionati jugoslavi (uno con il Vojvodina e due con la Stella Rossa), due scudetti con Lazio (1999-2000) e Inter (2005-2006), quattro Coppe Italia (due in biancoceleste e due in nerazzurro) e tre Supercoppa italiana.

Nella vita ha conquistato tutti.... 
Ciao Miha.... 
"Tira la bomba". 
Goal. 

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