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Ipotesi impianto biometano a Mola? Giangrazio Di Rutigliano invita alla trasparenza ed al dibattito.


 "La richiesta che giunge dai cittadini è di avviare un lavoro di approfondimento sul tema"

Installare qualcosa nel nostro territorio è sempre sinonimo di polemica, sia perchè egoisticamente si preferisce sempre che installazioni, co e può essere quella per la produzione di biometano, come in questo caso è meglio che si faccia altrove, a prescindere e sia perchè c'è la sacrosanta opinione comune che questo territorio abbia già dato.



Non è esclusivamente una sorta di questione da "Corte dei conti", a tutti i costi; come non è una partita di "Copa America" che si gioca tra diverse fazioni.

L'argomento è delicato....
E' facile volenre cantare quattro, ma non siamo la PFM o il Coro Apulia felix o quello  Joy full joy.
La questione bisogna affrontarla "dalcentroailati", a 360° e soprattutto riuscire a parlarne ed ad argomentarla.

Ecco perchè il Consigliere comunale Giangrazio Di Rutigliano 
ha diffuso la seguente nota: 👇

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La realizzazione di un impianto di produzione di biometano in agro molese ha destato non poca preoccupazione fra i cittadini e in questi giorni è un argomento sul quale in molti mi chiedono informazioni, al fine di capire cosa sta accadendo e se questa eventuale installazione avrà un impatto ambientale, sul paesaggio e sull'agricoltura, se ci saranno esalazioni di cattivo odore, emissioni inquinanti, impatto visivo, un’alta circolazione di camion per il rifornimento degli impianti. 

Non da meno la valutazione di un impatto sulla vicina area archeologica poiché, secondo l’ipotesi attuale di realizzazione dell’impianto di biogas, questo inciderebbe sull’antica strada di collegamento fra il sito di Cala Paduano e l’antica città di Azetium, una realtà storica archeologica che va tutelata, come ho richiamato recentemente in Consiglio comunale all’atto dell’approvazione di una mozione per inserire detta area sotto la tutela del parco “delle lame”.

Pertanto la richiesta che giunge dai cittadini è di avviare un lavoro di approfondimento sul tema, così come emerso anche durante il terzo incontro avuto con i cittadini presso il Palazzo Roberti-Alberotanza lo scorso sabato 11 febbraio.

Il problema che molti sentono è soprattutto quello di essere maggiormente informati sulle caratteristiche e le potenzialità di queste fonti e di essere chiamati a partecipare alle scelte che interessano il territorio dove essi vivono e lavorano.

Il clima esagitato che si percepisce in consiglio comunale e in città, dovuto probabilmente all'imminenza della campagna elettorale per le amministrative, rischia di far perdere la necessaria lucidità che serve per affrontare questioni rilevanti, come quella relativa all’ipotesi di insediamento nel nostro territorio di un impianto di biogas di cui si è parlato nell’ultimo Consiglio comunale. 

Voglio premettere subito che la tutela, la salvaguardia del territorio e della salute pubblica, sono pilastri irrinunciabili del nostro modo di fare politica; così come lo sono anche i temi della transizione energetica, tant’è che li abbiamo inseriti come linee guida del nostro programma amministrativo. 
Ciò detto   non ci si può limitare a dire “non ne so nulla” o gridare “al lupo al lupo”, occorre muoversi con chiarezza di intenti e concretezza di azioni . 
Per questo,   ho subito chiesto al Presidente del Consiglio Comunale Dr Mario Lepore di convocare con urgenza la conferenza dei capigruppo per discutere i modi e i termini per coinvolgere e  fare esprimere ufficialmente il consiglio comunale sulla materia anche con un preciso atto di indirizzo e, per ottimizzare  i tempi, ne ho  parlato anche direttamente  anche con il Sindaco alla presenza dei  consiglieri Vavallo e Ungaro, perché ritengo che questioni di questa portata, che rischiano di essere fortemente  impattanti per il nostro territorio,  debbano essere affrontate con serietà e approfondimento, sia dalla maggioranza che dalla  opposizione, per fare  prevalere gli interessi collettivi. 

Per questo non cederemo alla strumentalizzazione politica della questione e ci muoveremo, come suggerivano i latini “cum grano salis” ritenendo comunque che questo tipo di insediamenti non possano realizzarsi sul nostro territorio in assenza di una precisa e definitiva pianificazione urbanistica come quella in atto per la definizione del PUG (Piano Urbanistici Generale).  

In questi giorni stiamo approfondendo la questione, anche per dare risposte puntuali a tutti quei cittadini allarmati dalle notizie che si rincorrono in città, che ci chiedono di essere informati su quanto sta accadendo. 
Oggi serve affrontare questo argomento con la diligenza del buon padre di famiglia, sacrosanto principio che deve sempre animare chi è impegnato nelle Istituzioni. Pertanto in questa fase, serve ricondurre il dibattito nel solco istituzionale al fine di maggiore chiarezza e trasparenza e soprattutto per sancire una rotta chiara che sappia superare le logiche partitiche o di schieramento. 
Oggi dobbiamo confrontarci sulla necessità, sulla utilità, sulla opportunità di avere impianti di questo tipo potenzialmente impattanti sul territorio e sulla comunità. 
Servono? Sono necessari? I cittadini cosa ne pensano? Quanto ha già sofferto e soffre il nostro territorio per scelte inopportune del passato? Quali sono, invece, le risorse che rappresentano una concreta opportunità di sviluppo sostenibile del nostro territorio e delle nostre eccellenze? 

Parliamone!

Giangrazio Di Rutigliano 
(consigliere comunale) dei gruppi Progetto Mola, Lista GDR e Italia Viva per Mola

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