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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Charlie Watts, storico batterista dei Rolling Stones, antidivo, ma era pronto a riprendere il tour.



"Per una volta sono andato fuori tempo"

Nonostante avesse 80 anni la morte di Charlie Watts, storico batterista dei Rolling Stones, ha colto parecchi di sorpresa. 

L'età per l'unica band britannica in grado di contendere ai Beatles il ruolo di simbolo della storia del rock mondiale è sempre stata una parola che esprimeva un concetto relativo. 

Gli Stones li avevo visti, insieme all'amico Giuseppe DeeJay Sky Damato, nel 2017 dal vivo a Lucca, una tappa del loro tour mondiale, in cartellone al Lucca summer festival. 

Da allora ci erano stati altri progetti discografici ed altri tour per questi instancabili eterni ragazzi. 

In confronto alle personalità istrioniche e per decenni quasi folli,  di Mick Jagger e Keith Richards, bisogna dire che Chiarlie Watts è stato spesso considerato un antidivo, anche se diventa anche questo un concetto relativo se sei il leggendario batterista e cofondatore dei Rolling Stones. 

Forse qualcosa di più di questo personaggio si può capire da questo brano, tratto tratto da Rock Bazar, di Massimo Cotto che anche l'amico Vito Barile ha riportato sul suo profilo Facebook :👇🏻 

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“Ma che ore sono? Le cinque del mattino? Ma chi cazzo è che telefona a quest’ora della notte?”

Ottobre del 1984, siamo ad Amsterdam.

Charlie Watts, il batterista dei Rolling Stones è nella sua stanza d’albergo quando riceve una telefonata. Accende la luce, guarda l’ora e si stupisce. Lui non è come gli altri Stones. Sempre fedele alla moglie Shirley, è l’unico a rifiutare le groupies, anche se Mick Jagger e Keith Richards continuano a ripetergli che è pazzo, che la vita è una sola e quella degli Stones è la migliore delle vite possibili. Persino quando sono stati invitati nella villa di Hugh Hefner, il boss di Playboy, durante il tour americano del 1972, Watts è stato l’unico a trascorrere tutto il tempo nella sala giochi invece che con le conigliette. Insomma, non è normale che qualcuno lo chiami alle cinque del mattino, a meno che sia successo qualcosa di grave. Così va a rispondere.

È Mick Jagger. Lui e Keith Richards, ma questo Charlie Watts lo saprà soltanto in seguito, sono appena tornati da una notte di alcol ed eccessi vari ed eventuali. “Perché non chiamiamo Charlie?”, dice a Keith. “Beh, lo conosci. A quest’ora dorme”. “Chiamiamolo lo stesso”, dice Mick. Jagger fa il numero della stanza di Watts.

“Ehi, dov’è il mio batterista?”, chiede. “Perché non trascini il tuo culo fino a qui?”

Charlie Watts non dice una parola, appende la cornetta, va in bagno, si fa la barba, si mette lo smoking, lucida le scarpe, le indossa. Esce dalla stanza, raggiunge Jagger nella camera di Keith, si avvicina e gli sferra un sensazionale pugno in faccia. Jagger finisce sopra un piatto di salmone affumicato, Keith Richards lo afferra per una gamba impedendogli così di precipitare dalla finestra aperta al ventesimo piano. Jagger non accenna a rialzarsi, guarda Charlie Watts con aria interrogativa.

E Charlie Watts gli dice: “Non mi chiamare mai più il mio batterista. Sei tu il mio fottuto cantante del cazzo!”.

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Ecco, vedete è tutto relativo. 

Nei live gli Stones sono sempre stati incredibili e nonostante una pluridecennale carriera alle spalle, non hanno mai accennato a mettere fine a quello che ê da sempre il loro mondo. 

È come un Sarto per Signora o tailleur pour dame per  alla maniera originale di Feydeau. 

Talvolta le loro performances sono paragonate ad una specie di Satyricon di Petronio, ma comunque parliamo di una costante nel tempo che adesso non sappiamo a quale cambiamento sarà soggetta. 

Parlare di supereroi non è sbagliato e tutti hanno avuto un ruolo fondamentale. 

Non occorrono referendum per questa specie di Cuba in un mondo allineato a determinati canoni. 

Watts, suo malgrado, aveva dovuto annunciare la rinuncia all'ultimo tour degli Stones nei giorni scorsi a causa di un peggioramento delle sue condizioni di salute

"Per una volta sono andato fuori tempo", aveva dichiarato, scherzandoci su, dopo aver annunciato il ritiro consigliato dai medici che gli avevano imposto assoluto riposo dopo un intervento cardiaco. 

Durante queste date, il batterista è stato sostituito da Steve Jordan, da anni stretto collaboratore di Keith Richards. 

Buona soluzione, quasi in famiglia per gli Stones, ma un arrivederci per il drummer che, invece non vedeva l'ora di rimettersi e di progettare un nuovo tour e nuove produzioni con la band. 

"Sto lavorando duramente per tornare completamente in forma, ma oggi su consiglio degli esperti ho accettato il fatto che questo richiederà un po' di tempo". 

Si dice che quando sei giovane pensi di avere tutto il tempo che vuoi.... Beh evidentemente Stones Watts si sentiva ancora molto giovane. 

L'entourage ha dichiarato che questo mito della musica è morto "serenamente" in un ospedale di Londra "circondato dalla famiglia".

La sua dipartita ci lascia orfani di un protagonista assoluto, un altro pezzo di storia che ci abbandona. 

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