Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

The Commitments - film musicalmente bello, ma anche divertente ed accattivante.



Ma che ci trova in quello str@nz@? Quello al massimo sa lavorare all'uncinetto.
Piace alle mamme.
Ma è un imbecille!
È un imbecille con lo stipendio.

Voglio partire con questa frase perché ci porta immediatamente in una realtà di sogni e sognatori, nella quale la normalità viene vista, quasi come banalità, quando la meta è la musica, la fama ed il successo….
e soprattutto quando si parla della corista strafiga che tutti vorrebbero soffiare al fidanzato del quale si parlava … nell'intestazione, qui sopra.

Oggi parliamo di un film che chi ama la musica sicuramente apprezzerà; specialmente chi ama vivere e respirare le atmosfere di gruppi che nascono, provano, si esibiscono e magari provano anche il grande balzo verso il professionismo.

A prescindere dalla riuscita dello scopo, cosa che io auguro a tutti, la creazione e le vicissitudini che portano un gruppo ad andare avanti o meno, a sfondare o meno, a rimanere in un contesto, ecc... sono quei momenti che rendono magica l'esperienza in una band.

Accostarsi ad un film come questo è qualcosa che ti fa sorridere, da una parte, quando senti le stesse cose che diresti tu, o ti fa provare un po' di amaro in bocca, in base a quale siano le vicissitudini personali o del film stesso, nel caso volessi che la trama andasse in altra direzione.

The Commitments è un film del 1991 diretto da Alan Parker, tratto dal romanzo omonimo del 1987 di Roddy Doyle.

E' un lavoro cinematografico che, per certi versi è fedele ad alcuni modi di descrivere il mondo della musica, da un altro punto di vista non va a braccetto con il perfetto cliché del genere.

Non parlo di lieto fine o meno, ma del fatto che, per esempio, in una commedia ambientata in Gran Bretagna non ci sia il minimo accenno né al calcio e né tantomeno al tanto decantato "Sei Nazioni di Rugby", neanche come contorno, cosa che viene spesso presa come scusa per celebrarne i valori, come quelli del Terzo Tempo, se si vuol fare del termine "musica" un concetto "Divino", o della potenza e della vittoria, quando si vuole dare l'impatto trionfale.

Bene, in questo caso tutto questo "arredamento" superfluo fa letteralmente sciopero.
Anzi, per certi versi è un lavoro dissacrante per chi pensa alla musica come qualcosa di aulico.
Se vogliamo elevarne il messaggio potremmo accostarlo più ad un Satyricon di Petronio che ad un "Sarto per Signora" o "Tailleur pour Dames" di Georges Feydeau.

Forse la verità sta nel mezzo oppure è quello che vorremmo pensare, ma sta di fatto che non è raro vedere storie simili in band di talento.

Prima di parlare della storia, dobbiamo fare tre premesse:
- Nonostante quello che racconteremo possa essere comune a tante formazioni musicali presenti in ogni luogo del pianeta, dobbiamo tener presente che è diversa la società nella quale si svolge la storia dalla nostra che si divide sul voler ricevere la grazia da San Rocco o San Lorenzo, attraverso i desideri durante la famosa notte.
- L'Irlanda non è solamente la Patria degli U2
- E' un film che si può definire assolutamente con …. "quant'è anni '80".

Ma anche in questo caso cadono gli stereotipi.
Viste le premesse, a questo punto, vi aspettereste un film con un sound intriso di Duran Duran, Depeche Mode, ecc....
Niente di tutto questo, specialmente se si cita la frase che il protagonista del film dice ai futuri membri del gruppo:

«Gli Irlandesi sono i più negri d'Europa, i Dublinesi sono i più negri di Irlanda e noi di periferia siamo i più negri di Dublino, quindi ripetete con me ad alta voce: "Sono un negro e me ne vanto!

La storia narra le vicende di Jimmy Rabbitte, giovane della classe operaia di Dublino, disoccupato, ma che sogna di lavorare nel mondo della musica, settore nel quale dice di essere in qualche maniera esserci sempre stato.
Il padre è un fanatico di Elvis, la madre casalinga.
Al ragazzo viene chiesto di diventare il manager del gruppo musicale "EEE" composto da due amici, il bassista Derek e il chitarrista "Outspan" e un cantante/tastierista che Jimmy fa fuori non appena accetta l'incarico.

Ad un matrimonio dove la band si esibisce, si avvicina al microfono un invitato ubriaco, un controllore d'autobus di nome Declan "Deco" Cuffe che canticchia qualcosa, stregando il manager che lo reputa perfetto per il suo progetto. 

Jimmy decide che il gruppo suoni musica soul ed inizia la ricerca di nuovi membri, improvvisando un'audizione in casa che comunque ha molto successo.

Tra i pretendenti un misterioso trombettista  Joey "Labbra" Fagan che afferma d'avere suonato coi più grandi della musica, anche se nessuna di queste collaborazioni potrà mai essere accertata. 
E' lui, comunque, a dare il nome "The Commitments" al gruppo. 
A loro s'uniscono il sassofonista Dean, il batterista Billy, il pianista Stephen e tre coriste, Bernie, Nathalie e Imelda
In occasione del primo concerto s'unisce a loro Mickah Wallace, come "guardia del corpo", un tipo assurdo, un pazzoide sempre pronto alla rissa.

I rapporti tra i membri del gruppo non sono idilliaci né all'inizio e né durante l'evoluzione della storia.
Gli screzi maggiori e più continui sono quelli tra Billy, che resiste solamente perché è in libertà vigilata dopo una rissa e Deco, che in realtà sta sulle palle un po' a tutti perché si ritiene il leader della band ed inoltre volgare e sboccato, oltre misura.

Nonostante tutto il gruppo ha successo ed il manager riesce a fissare diverse serate.
E qui mi viene un po' da sorridere visto che dalla prima prova di "Mustang Sally", brano di Mack Rice reso celebre da Wilson Pickett, ho avuto come la sensazione di sentire la voce dell'amico Francesco "BigFrà" Ungaro e di assistere ad una serata che aveva come protagonista il gruppo dei Blues Reflex, con il quale in qualche occasione ho avuto l'onore di condividere il palco e, scusatemi se è poco, la band che ha suonato al mio matrimonio.

Chiaramente la sensazione successiva è stata non solo quella di sentirmi chiamare da un momento all'altro per fare, almeno il controcanto di "Riot in cellblock number 9", un pezzo che non c'entra nulla con il film, ma ci stava tutto nella situazione.

Sogni ad occhi aperti, a parte, voglio dire che il sound dei Commitments, mi faceva avere la sensazione di navigare in acque che conosco, come se quel mondo mi appartenesse a 360°.

Viaggiare al ritmo di "In the midnight hour" nella musica con l’Irlanda e Dublino sullo sfondo, in un periodo nel quale non si può fare fisicamente, è un valore aggiunto che rende ancora più gradevole il lavoro che è stato fatto.

Purtroppo così come il successo è crescente anche la tensione tra i membri del gruppo, alimentata dalle loro gelosie e animosità.

Billy abbandona il gruppo e viene sostituito proprio dal pazzoide Mickah, Joey "Labbra" seduce tutte le coriste, innescando tra loro una gelosia fino ad allora celata, Dean mostra troppo spesso il suo amore per il jazz contravvenendo alle regole di Jimmy che vuole il gruppo solo soul ed, infine, Deco riceve e vuole esaminare le varie proposte alternative al gruppo, come quella di intraprendere una carriera solista.

La promessa non mantenuta di Labbra di fare suonare il gruppo insieme a Wilson Pickett, è la scintilla che scatena una rissa e il conseguente scioglimento del gruppo, proprio quando sta iniziando l'interesse della stampa e di un discografico.

Jimmy si allontana, deluso, dal locale nel quale la band ha appena terminato quella che sarà l'ultima esibizione, aveva praticamente siglato un accordo discografico che non ci sarà mai e sulla sua strada incontra l'auto che trasportava  Wilson Pickett proprio nel luogo del concerto dei Commitmants appena terminato.

É troppo tardi per accorgersi che la promessa era stata mantenuta ed il salto nel professionismo sarebbe stato possibile.

Mentre accade tutto questo, i membri del gruppo continuano la lite nel locale.

Il Manager come tante volte ha fatto nel film si concede un'ultima "intervista" a un interlocutore immaginario.

E' un film che non ha, dunque, il lieto fine, ma proprio per questo è da considersi più autentico; il contentino per gli spettatori è quello di sapere cosa accade ai protagonisti dopo questa storia: 

Derek e "Outspan" diventano musicisti di strada, Billy, dopo avere preso un calcio in testa da un cavallo, non è più sano di mente, Stephen diventa medico, Imelda sposa l'insignificante fidanzato, Dean s'afferma nel campo del jazz, Bernie e Mickah diventano cantanti solisti, la prima in un gruppo country, il secondo in un gruppo hard rock. Natalie intraprende la carriera solista, come, ovviamente Deco, il più dotato, ma che continua a mantenere i suoi atteggiamenti.

Insomma, dovrò restituire il DVD a Francesco BigFrà Ungaro
ma prima lo voglio rivedere 😉😁😁

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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