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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Conte ufficializza il Decreto fino al 3 Maggio. Schiaffoni a Salvini e Meloni.



Prime attività ripartono il 14 Aprile. 



Se da una parte la situazione che avevamo già anticipato resta invariata, dall'altra si intravede un piccolo spiraglio verso la normalità.

Se questo incubo alla Dylan Dog lascia intravedere un risveglio, possiamo cominciarlo a vedere dal fatto che da martedì 14 aprile riapriranno le librerie, le cartolerie e i negozi di vestiti per neonati e bambini.

Stessa cosa per le attività forestali, l'industria del legno e anche la produzione di computer.

Per il resto, dal 14 aprile fino al 3 maggio, tutto rimarrà invariato:
Gli spostamenti, la chiusura delle scuole, lo stop alle attività produttive non essenziali, compresa la possibilità per le Regioni di emettere ordinanze ancora più restrittive di quelle dello Stato.

Per le attività che potranno aprire sono previste alcune regole:
l'obbligo di mascherine per i dipendenti e prodotti per disinfettare le mani vicino alle casse o anche alle tastiere dei bancomat.

Una nazione che riparte come se fossero gli Eagles senza Glenn Frey, ma comunque un segnale c'è.

Una risoluzione come se fosse una delibera senza tenere conto del Dup?
No, perché nel governo c'è massima condivisione, nonostante i continui attacchi dell'opposizione.

Si allunga di una decina di voci la lista dei codici Ateco, che vanno da un ampliamento delle attività legate all'agricoltura alla ripresa per gli organismi internazionali presenti in Italia, come le sedi delle agenzie delle Nazioni Unite.
Le grandi opere comprendono ora, anche quelle idrauliche.
Riparte il commercio all'ingrosso di carta e della cancelleria, per consentire la rifornire le cartolerie.

Per quanto riguarda le attività che non potranno riaprire, ci saranno delle novità. Sarà possibile entrare in azienda per vigilanza o manutenzione, per la gestione dei pagamenti, per le buste paga e per la sanificazione.
Si potranno anche spedire e ricevere merci, tutto previa comunicazione al Prefetto.
Le fabbriche e le attività aperte devono assicurare "prioritariamente la distribuzione e la consegna di prodotti deperibili e dei generi di prima necessità".

Il decreto è molto attento alla modalità di spesa al supermercato ed indica la necessità di utilizzare guanti usa e getta e la mascherina.
Prevede, inoltre, la sanificazione due volte al giorno.
Nei negozi che non superano i 40 metri quadri si potrà entrare uno per volta, con massimo due operatori presenti.
In controtendenza con quanto fatto fino ad ora si prevedono "ampliamenti delle fasce orarie" per scaglionare gli accessi.
Alla cassa si deve trovare l'igienizzante per le mani, anche prima di digitare il Pin del bancomat.

I temi di Giuseppe Conte si sono, successivamente diretti verso altre vicissitudini, con modi diversi da quelli di Donald Trump, per esempio, ma non meno incisivi.
Senza farne una questione da "Corte dei Conti" o per soddisfare platee da concerti da Depeche Mode o David Bowie, ha delineato le strategie che la nostra nazione adotterà nei confronti dell'Europa sulla trattativa circa l'emergenza Covid-19.

Non è, purtroppo, una semplice questione di disavanzo, le cifre in ballo sono e saranno "mai viste".
Il "Mes" è escluso, la soluzione, per l'Italia, è solamente l'Eurobond, tra gli strumenti già esistenti.

A tal proposito, il premier ha voluto dare due sonori schiaffoni ai cosiddetti leader dell'opposizione.



Ha voluto fare i nomi accusando, infatti, Giorgia Meloni e Matteo Salvini: 
«Il Mes esiste dal 2012, Salvini e Meloni mentono, sono irresponsabili»

Questi ultimi, successivamente hanno replicato, parlando di sospensione della democrazia, ma a quanto pare sono stati più sonori i ceffoni del Presidente del  Consiglio. 

Insomma, il viaggio nell'universo coronavirus, continua e continuerà ancora per un bel po'.

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