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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Ci lascia Gina Lollobrigida un'icona del cinema italiano.



La Bersagliera che cominciò a 17 anni. 


È venuta a mancare lo stesso giorno che ha messo d'accordo PSI, Pd, PRC, IV, Azione, + Europa, Letta, Bonino, Calenda, Renzi, Draghi, Mattarella, ecc.. 
Argomento che affronteremo nel prossimo articolo.
Motivo per il quale i mass media non sono stati monotematici. 
Però non può non dispiacere perdere una leggenda del nostro cinema come Gina Lollobrigida. 

Gli artisti diventano "icone" del loro tempo. 
Se sono longevi ed attraversano diverse generazioni, sono viste in base all'incontro che ognuno di noi ha potuto avere con loro, scegliendo inconsciamente cosa ricordano o cosa possano rappresentare per ognuno di noi. 

Per fare un esempio, per tanti è uno dei sex symbol per eccellenza della cinematografia italiana ai tempi in cui comincio ad essere chiamata la "Bersagliera".... 
Per me potrebbe anche essere "semplicemente" la Fata Turchia di Pinocchio nel telefilm più noto ed oserei dire più bello dedicato alle vicende del personaggio di Collodi. 

Ma facciamo un passo indietro. 

Nata a Subiaco, in provincia di Roma, nel 1927, aveva 95 anni. 
Dopo aver frequentato l’Accademia di belle arti a Roma ed aver posato con uno pseudonimo per i primi fotoromanzi, nel 1947 partecipò a Miss Roma, si classificò seconda e quindi partecipò alle finali di Miss Italia, arrivando terza. 

Cominciò a recitare all'età di 17 anni, nel 1944, nella commedia "Santarellina" del grande Eduardo Scarpetta. 

Negli anni Cinquanta cominciò ad acquisire notorietà sia in Italia che in Francia, soprattutto per la sua partecipazione al film Fanfan la Tulipe, del regista Christian-Jaque.

Nel nostro Paese il grande successo arrivò con "Pane, amore e fantasia" di Luigi Comencini, per cui vinse un Nastro d’argento e fu candidata al BAFTA,  prestigioso premio del cinema britannico. Protagonista anche al sequel, "Pane, amore e gelosia" del 1955, ma rifiutò di recitare nel terzo film della serie, venendo rimpiazzata da Sophia Loren da sempre disegnata come sua antagonista. 
La realtà, fu poi raccontato che era più che altro una trovata pubblicitaria e per vendere i giornali. 
Ma la leggenda della "Bersagliera" rimane, così come il dualismo con Sophia Loren che comincia a 360° proprio da qui. 
Recitò nei film di alcuni dei più grandi registi italiani, da Vittorio De Sica a Mario Monicelli e Pietro Germi ed i David di Donatello divennero sette, più due Nastri d’argento.

La carriera della "Lollo" è anche internazionale e possiamo ricordare specialmente le produzioni made in Hollywood come Il tesoro dell’Africa di John Huston, con Humphrey Bogart, e La donna più bella del mondo di Robert Z. Leonard, in coppia con Vittorio Gassman. 
Ruolo che le valse il primo David di Donatello come migliore attrice protagonista. 

Tra le altre cose ricordiamo anche "Trapezio" di Carol Reed, accanto a Burt Lancaster e Tony Curtis, "Salomone e la regina di Saba" di King Vidor,  "Torna a settembre" di Robert Mulligan che le valse un Golden Globe come miglior attrice.

Negli anni Sessanta Lollobrigida partecipò sia a film italiani che straniere, ma si cimentò anche in produzioni televisive. 
Una delle più note riguarda "Le avventure di Pinocchio" di Luigi Comencini del 1972 dove, come avevo già scritto in precedenza interpretò la Fata Turchina.

Quello segna anche il suo primo ritiro dalle scene. 
Decise, infatti, di smettere di recitare e si dedicò alla scultura e alla fotografia. 

Nel 1995 ci fu il rientro con il film "Cento e una notte" di Agnès Varda al fianco  di Jean-Paul Belmondo. 

Nel 2018 le fu dedicata una stella nella Walk of Fame a Hollywood a Los Angeles. 
Potremmo aggiungere una famosa intervista a Fidel Castro o la tentata carriera politica, ma non avremmo la stessa grandezza dell'icona che è riuscita ad essere con la sua carriera da attrice.

"Ho diritto di morire in pace"  disse in diretta a "Domenica In", ospite di Mara Venier, dove tornò a raccontare le turbolente vicende che viveva col figlio Andrea. 
Sono stati molto complessi gli ultimi mesi di Gina, sottoposta a perizia psichiatrica dai legali del suo erede l'anno scorso e ricoverata a settembre a seguito di una caduta. 
Oggi, però, ci piace pensare che tutto sommato se ne sia andata abbastanza serena, visto che ha sempre sostestemuto il suo diritto a vivere secondo le proprie inclinazioni e le proprie priorità. 
Ed in fondo... Aveva ragione. 

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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