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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

XXI Stagione di Prosa - Compagnia instabile Napolinscena - “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo - 5 Febbraio 2022 - Teatro Angioino - Mola di Bari.




Filumena Marturano è una commedia teatrale in tre atti scritta nel 1946 da Eduardo De Filippo.
E' considerato uno dei lavori di Eduardo più conosciuti e apprezzati dal pubblico e dalla critica internazionale.


La Commedia parte con astio per sconfinare in un pensiero tipo 

"Persa, persa e mai ritrovata
Avrei dovuto chiamarla
Migliaia di volte
"
(The Rolling Stones)

Scritta originariamente da De Filippo per la sorella Titina, che lamentava il fatto che il fratello incentrasse le proprie storie soprattutto su protagonisti maschili, questa rese una grande interpretazione del personaggio femminile di Filumena.

Successivamente furono Regina Bianchi, Pupella Maggio, Valeria Moriconi, Isa Danieli, Lina Sastri, Mariangela Melato, Mariangela D'Abbraccio ad interpretare il ruolo.

Dalla commedia Eduardo trasse nel 1951 il film omonimo, diretto e interpretato da lui stesso e da sua sorella Titina, nonché la versione televisiva nel 1962 con Regina Bianchi protagonista.

A questo proposito val la pena ricordare un aneddoto raccontato da Andrea Camilleri, ascoltò Eduardo dire a Regina Bianchi: «Regì, guarda che poi questo Titina se lo guarda». 

L'attrice interpretò la parte in maniera magistrale e quando alla fine del primo atto Camilleri, profondamente emozionato, si precipitò ad abbracciare Regina, questa gli svenne tra le braccia per la tensione emotiva della recitazione che, con quelle parole, Eduardo le aveva provocato.

Insomma stiamo parlando di un vero capolavoro che nel corso degli anni ha suscitato emozioni sia nel pubblico che negli attori stessi che hanno provato ad entrare in questo splendido lavoro.

Potremmo anche aggiungere che Vittorio De Sica adattò la storia ad una versione cinematografica, quel  "Matrimonio all'italiana" del 1964, con Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

La commedia fu tradotta in varie lingue, spopolò in Inghilterra nella versione del 1977 diretta da Franco Zeffirelli e interpretata da Joan Plowright che nel 1979, dopo due stagioni di successi a Londra, interpretò la commedia negli USA a Broadway, con la regia di Laurence Olivier. 

Ma possiamo dire che abbiamo avuto "Filumene" di svariate nazionalità:
Messico, Katy Jurado, 
Argentina, Tita Merello 
Brasile, Heloisa Helena e Yara Amaral.

Chiaramente la collocazione migliore rimane sempre Napoli, non che altri luoghi non abbiano le medesime "stravaganze" nei loro costumi.
E' un pò come dire che uno Stefano Eranio impiegato prevalentemente sulla fascia destra, non potesse giocare a sinistra, ma da una parte rendeva di più.

Se tanti gradi attori hanno considerato un onore essere accostati a questa commedia, figuriamoci come si debbano sentire oggi coloro che prendono l'impegno di portare in scena questo grande lavoro.

Bene; alle nostre latitudini avremo l'occasione di poter gustare dopo tanti anni questa storia appassionante che viene ufficialmente 
presentata così:👇

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Sabato 5 febbraio 2022 alle h.21, nell’ambito della XXI Stagione di Prosa del teatro Angioino di Mola di Bari, con la direzione artistica di Francesco Capotorto,

la Compagnia instabile Napolinscena presenta
“Filumena Marturano”
di Eduardo De Filippo,


con
Bettina Calcagno, Francesco D’Andria, Mimmo Macri’, Ascanio Cimmino, Margherita Buono, Antonio LaGioia, Roberto Lomartire, Monica Gambardella, Lucia, Arianna Pignatelli, Andrea Mancini


Regia - Ascanio Cimmino
Scene - Luciano Mazzarano

Filumena Marturano, ex prostituta, da più di vent’anni mantenuta e convivente di Domenico Soriano, riesce a farsi sposare da quest’ultimo, fingendosi in punto di morte.
Domenico è furibondo e malgrado la convivenza ventennale, malgrado la donna abbia sempre, come una vera moglie, curato la sua persona e i suoi interessi, non è disposto a subire l’inganno, anche perché deciso a sposare la giovane infermiera Diana.


Lo scontro tra i due personaggi/personalità è duro, aspro, sprezzante, drammatico.
Il vero obiettivo di Filumena è farsi sposare per dare un nome ai suoi tre figli avuti in gioventù, ancora prostituta, e dei quali Domenico è all’oscuro.
Ma l’uomo è irremovibile e vuole far annullare il matrimonio.
E’ allora che, esasperata, Filumena rivela a Domenico che uno dei figli è suo.
E va via con i tre giovani abbandonando casa Soriano.


Nel terzo ed ultimo atto sono passati diversi mesi e la rivelazione di Filumena ha cambiato l’animo egoista di Don Mimì Soriano.
Il “finto” matrimonio viene comunque annullato ma ora Domenico accetta di sposare Filumena per amore suo e del figlio sebbene cerchi sino all’ultimo disperatamente di scoprire la sua identità:
Michele lo stagnino? Riccardo il camiciaio? O Umberto l’impiegato-scrittore?
Ma Filumena, da madre, capisce le intenzioni di Domenico, si rifiuta di rivelargli la verità perché non vuole che si faccia differenze tra i tre: “… e figlie so’ figlie …e so’ tutte eguale!”

“...Eduardo scrive Filumena Marturano, nel ‘46, per due ragioni fondamentali, avere un testo pronto per sostituire un eventuale insuccesso di “Questi fantasmi”; e per accontentare la sorella Titina la quale lamentava che le commedie erano sempre scritte intorno ad una centrale figura di protagonista maschile”.

Commedia bella e amara, terribilmente umana.
Scava nel profondo delle vite, delle intimità più remote dei personaggi di Filumena e Domenico, che sembrano scontrarsi, come su un ring, senza esclusione di colpi, sin dal primo incedere della rappresentazione.
E la stessa lunghissima originale didascalia in apertura di testo, ci presenta/delinea i personaggi fin nei minimi particolari disponendoli scenograficamente uno di fronte all’altro, nei due angoli opposti della stanza in cui si svolge la scena iniziale, pronti come fiere a balzare l’uno sull’altra.

Filumena è l’apoteosi del sentimento della maternità, che vince la miseria, supera gli egoismi umani, il diritto all’uguaglianza dei tre fratelli.
Ma Eduardo è bravissimo anche a cogliere l’espressione “tardiva” ma profonda di una “paternità” quasi “purificatrice” di Domenico che porta questo “piccolo uomo” al livello morale della sua antagonista.
E come sempre avviene in Eduardo, l’universalità del suo linguaggio si serve di tutti gli ingredienti teatrali possibili: dai sentimenti più elevati alle passioni più veementi, dall’invettiva più irruente all’ironia più amara, la comicità, la commozione!

Ingresso consentito con green pass rafforzato e mascherina FFP2.

Per informazioni e prenotazioni,
il botteghino del teatro Angioino in via Silvio Pellico n.7 in Mola di Bari
è aperto tutti i venerdì, sabato e domenica dalle ore 18.30 alle ore 20,30
tel.0804713061.

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