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Papa Francesco a Che tempo che fa: "La Guerra è contro la creazione" - "La mondanità spirituale è il peggiore dei mali per la Chiesa"




Il Pontefice per quasi un’ora su Raitre in prima serata.


I tempi sono decisamente cambiati se il Papa è il superospite in un programma televisivo.

Ci sono anche le cifre: 6,7 milioni di telespettatori, il 25.41% share, con un picco di 8,7 milioni, con il conseguente 32.3%.

È ovvio che non parliamo di un'ospitata alla Mahmood, Blanco, Vlahovic, Achille Lauro, Checco Zalone, Camilleri, Duran Duran e chi più ne ha più ne metta, ma qualche anno fa l'avreste minimamente immaginata una situazione del genere?

È accaduto a "Che tempo che fa" il programma condotto da Fabio Fazio che non è più il guastatore di una volta, sebbene sia simbolica anche la scelta di Rai tre al posto dell'Istituzionalissima Rai Uno.

Del resto non è la prima volta che si dice che il Papa sia di sinistra, anche se non si sa bene cosa si intende con questo e quale sia il senso che si vuole dare, visto che Bergoglio sembra venga visto meglio dagli atei che dai Cattolici più estremisti.

Papa Francesco è abbastanza a suo agio nell'insolita posizione, è Fazio quello emozionato.

Quindi capiamo ben presto che le domande più scomode non ci saranno, anche perché, per prassi vaticana, quasi tutto viene concordato prima.

Il Pontefice allora si prende la scena mettendo l'accento sulla figura di Gesù Cristo, sul futuro della Chiesa e parlando della preghiera e della necessità di non scendere mai a patti con il male.

Guerre da fermare ovviamente e non solo con riferimenti a Russia ed Ucraina.
La Guerra viene definita 
“un controsenso della creazione”. 
Il problema è che si fa una classifica assurda: le guerre, al primo posto; la gente, al secondo. 
Prende ad esempio lo Yemen: 
“Da quanto tempo lo Yemen soffre la guerra e da quanto si parla dei bambini dello Yemen?
Ci sono categorie che importano e altre sono in basso: i bambini, i migranti, i poveri, coloro che non hanno da mangiare. 
Questi non contano, almeno non contano al primo posto".

Con buona pace di chi dice il contrario, Il fenomeno dell'immigrazione, viene affrontato dicendo una volta per tutte e senza mezzi termini che "è criminale ciò che si fa con loro", riferendosi ai migranti.

La "madre Terra" è da preservare, la vicinanza agli altri che è anche un "toccare" e non un distogliere lo sguardo, il rapporto tra genitori e figli. 
Vengono trattati in maniera semplice, ma precisa:
Occorre “prendersi carico anche della Madre Terra: i pescatori di San Benedetto del Tronto venuti da me hanno trovato una volta tonnellate di plastica e hanno ripulito quel tratto di mare. Buttare la plastica in mare è criminale, uccide la terra, dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato". 

Capitolo famiglie. "Serve vicinanza con i figli: quando si confessano coppie giovani o parlo con loro chiedo sempre: 'tu giochi con i tuoi figli?' A volte sento risposte dolorose: 'Padre, quando esco dormono e quando torno purè. Questa è la società crudele che allontana genitori dai figli. Anche quando i figli fanno qualche scivolata, anche da grandi, bisogna essere loro vicini, bisogna parlare ai figli. I genitori che non sono vicini non operano bene, devono essere quasi complici dei figli, quella complicità che permette di crescere insieme padri e figli".

Il perdono  è "un diritto umano, se uno lo chiede". 

Sul futuro della Chiesa viene visto così:
“La immagino come l’ha immaginata San Paolo VI con la Evangelii nuntiandi. 
Una Chiesa in pellegrinaggio. 
Oggi il male più grande della Chiesa è la mondanità spirituale. 
Il teologo De Lubac diceva che è il peggiore dei mali che può accadere, peggio ancora dei papi libertini e fa crescere una cosa brutta: 
il clericalismo che è una perversione della Chiesa che genera la rigidità. 
E sotto ogni tipo di rigidità c'è putredine sempre. 
L’ideologia prende il posto del Vangelo”.

Papa Bergoglio ha sottolineato due eresie di ritorno: 
“Il pelagianesimo, cioè credere che con la mia forza posso andare avanti, quando invece la Chiesa va avanti con la forza di Dio, la misericordia di Dio e la forza dello Spirito santo. 
E lo gnosticismo una mistica senza Dio, una spiritualità vuota. 
Senza la carne di Cristo non c’è Chiesa possibile e non c’è redenzione possibile. Dobbiamo tornare a mettere al centro il Verbo che si è fatto Carne. 
In questo scandalo della croce del Verbo incarnato c'è il futuro della Chiesa”.

Di conseguenza la preghiera diventa fondamentale:
"Pregare è incontrare il proprio papà, come ci ha insegnato san Paolo. 
Quando dici papà a Dio, vuol dire che stai andando bene sulla via religiosa. 
Se pensi che Dio è quello che ti annienterà nell’inferno e se ne infischia della tua vita, la tua religione sarà superstizione”.
Praticamente
“bisogna imitare i bambini che vogliono che lo sguardo del papà sia su di loro perché questo gli dà sicurezza.
Pregare significa guardare i nostri limiti, i nostri bisogni, i nostri peccati e dire papà guardami, il tuo sguardo mi purifica, mi dà forza, pregare è entrare con la forza oltre i limiti e l’orizzonte”.

Bergoglio ha parlato anche del male, partendo dal dolore dei bambini al quale ha detto come in altre occasioni di non saper dare una risposta. 
Ha però anche fatto notare:
“Il Signore ha lasciato che suo Figlio morisse. È crudele? 
No, è un mistero che noi non capiamo bene, ma nel rapporto di Dio Padre con il suo Figlio potremo vedere che cosa c’è nel cuore di Dio quando succedono queste cose. 
Dio è onnipotente nell’amore. 
Con il male non si parla. 
Dialogare con il male è pericoloso. 
Gesù mai ha dialogato con il diavolo. 
E quando ha dovuto rispondere, nel deserto, ha risposto con la parola di Dio. 
O lo ha cacciato via, o ha risposto con la Bibbia. 
E quindi quando c’è la tentazione di spiegare perché soffrono i bambini io trovo una sola strada. 
Soffrire con loro. 
E in questo è stato un gran maestro Dostoevskij".

Dopo i temi religiosi e sociali si è passati a qualcosa di più personale che mettesse in evidenza l'uomo Bergoglio.

Sulla musica: "Mi piacciono i classici, tanto. 
E mi piace il tango.
Lo ballavo anche perché un porteno (abitante di Buenos Aires) che non balla il tango non è un porteno".

Amicizia:
"Sì, ho degli amici che mi aiutano.
Pochi ma veri" e con loro c'è un rapporto 'normale". 
Non che io sia normale, ho delle mie anormalità ma mi piace stare con gli amici. Io ho bisogno degli amici. 
È uno dei motivi per il quale non sono andato ad abitare all'appartamento pontificio. 
Gli altri Papi sono santi ma io non sono tanto santo, ho bisogno dei rapporti umani."

Visto che si va sul personale è ovvio che si chieda quale fosse la risposta alla più classica delle domande che ti fanno da bambino e cioè, cosa vuoi fare da grande?

La prima cosa che volevo fare era il macellaio perché quando andavo a fare la spesa con la nonna vedevo il macellaio che aveva davanti una borsa dove metteva tanti soldi.
Sarà la mia radice genovese...". 

Poi ci sono stati gli studi in chimica e la preparazione per entrare nella facoltà di medicina "ma poi è arrivata la vocazione". 

Papa Francesco è in Papa speciale anche per via del senso dell’umorismo:
“È una medicina che ti fa relativizzare le cose. 
Pregate con le parole di San Tommaso Moro”. 

Il Papà riesce ad essere da ...10 anche quando conclude con una citazione cinematografica.
Precisamente Vittorio De Sica che in un film chiedeva "cento lire". 
"Io vi chiedo cento preghiere".

Una strana pagina di televisione ed un Pontefice che sa decisamente comunicare.

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