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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Casello Autostradale a Mola di Bari? Il Recovery Fund ed il coniglio dal cilindro che nessuno si aspetta(va)



Le esigenze, dovessero esserci, dovrebbero essere supportate da studi approfonditi e progetti e non estratti dal copricapo di chi si improvvisa mago trasformando una presentazione in uno show di magia.


Quanto è accaduto nel capoluogo pugliese alla presentazione della tradizionale fiera, è qualcosa che ha lasciato parecchie perplessità, nonostante ci fossero rappresentanti di Governo e Regione a fare proclami che, se presi per buoni, dovrebbero portarci verso un ottimismo come non se ne sentiva da tempo.

E' chiaro che, però molti argomenti rimangono aleatori o almeno prevedono il tempo di informarsi, per il semplice cittadino, prima di poter esprimere una propria opinione, giusta o sbagliata che sia.

Ci sono però alcuni argomenti che lasciano sbigottiti perchè, forse purtroppo, siamo vittime di una cultura che ci fa sempre guardare alle conseguenze negative, più che positive, quando ci troviamo di fronte a proposte che potremmo toccare con mano o comunque immaginare nell'immediato.

Premesso che ci sarebbe sempre bisogno, per ogni cosa uno studio serio di fattibilita', 
e che i costi dovrebbero essere sempre proporzionati almeno alle previsioni di fruibilità futura, andiamo ad analizzare quello che si è proclamato, soffermandoci sia sugli aspetti finanziari che sulle opere, una delle quali, probabilmente inutile, riguarda proprio il paese nel quale risiedo.

Partiamo, però, dall'inizio.
Se c'è qualcosa che viene ripetuta da un pò di tempo a questa parte è la definizione Recovery Fund.
Ci sono concetti, infatti, che per motivi economico-finanziario o politici, entrano a far parte del nostro vocabolario comune ma, a volte, senza che ne comprendiamo a pieno significato ed effetti.

Letteralmente “recovery fund” si traduce con “fondo di recupero”.
In effetti lo scopo di questo investimento è quello di aiutare gli Stati membri dell’Europa ad affrontare il post Covid. 
L’Italia lo ha richiesto più volte anche in passato, ma ora tutto ciò viene presentato come realtà.

L’idea del recovery fund è francese.
In sostanza prevede l’emissione di bond di recovery con garanzia del bilancio UE. 
Quindi parliamo, praticamente, di un debito comune. 
Conte lo ha definito come “un fondo per la ripresa con titoli comuni europei per finanziare la ripresa di tutti i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia”.
Nel complesso il piano di aiuti mette a disposizione 750 miliardi.
I finanziamenti agli Stati arriveranno nel primo trimestre 2021.

La buona notizia è che l’Italia ha ottenuto la fetta più grande di questo fondo. 
Questo vuol dire che siamo una dell nazioni che sta messa peggio, mapotremmo approfittare della situazione per colmare il gap.
In Europa il ricorso a questo strumento viene presentato come un successo, ma, come al solito, in Italia, non abbiamo ancora chiaro come in concreto possa funzionare.

Possibilità ce ne sono diverse, poi vedremo quali conseguenze avranno in futuro sulle tasche degli italiani, ma visto che dobbiamo ballare, balliamo e non se ne parla più (almeno per ora).

Da Bari, dichiarando ufficialmente aperta l'84esima edizione della Fiera del Levante, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha voluto scegliere un percorso diverso dal solito per il suo discorso:
«Per decenni da questo palco si sono susseguite promesse di rilancio, sono pugliese e lo so bene, ma qualcosa è cambiato, stavolta ci sono le condizioni per realizzare una svolta, per la prima volta ci è stata data l'occasione per fare del Sud l'avamposto del rilancio dell'Italia intera».

Certo, quello che traspare è un entusiasmo addirittura contagioso: 
«Oltre ai 209 miliardi del Recovery Fund, abbiamo anche i Fondi React-Eu, Fondi strutturali, Fondi di sviluppo e coesione. Nei giorni scorsi, incontrando alcuni studenti, ho detto loro: Se falliamo la sfida del Recovery Fund, possiamo andarcene tutti a casa». 

L'ha messa come un treno che non ripasserà più e quindi ... vai con l'elenco:
 «Digitalizzazione della pubblica amministrazione, transizione ecologica, connessione con le infrastrutture di trasporto e la logistica, coesione e inclusione sociale, tutela della salute.
Servirà dotarsi di uno strumento normativo dedicato per assicurare un canale preferenziale a questi progetti. 
Dobbiamo spendere bene rispettando il cronoprogramma che anticiperemo a Bruxelles, i fondi devono trasformarsi in cambiamenti concreti, spostamenti rapidi per i pendolari, basta con le scuole che cadono a pezzi, sì a nuove case green».

Non per essere bastian contrario a tutti i costi, ma anche tutta questa roba non rappresenta una novità in termini di parole; è chiaro che tutti saremmo contenti se questa volta si trasformassero in fatti.
E chi è più vicino alla realtà locale se non il "fresco fresco" rieletto governatore pugliese Michele Emiliano?

A lui il compito di entrare nello specifico, affrontando anche i temi difficili.
Dopo un doveroso passaggio circa...  "il percorso della decarbonizzazione della fabbrica si potrà realizzare solo attraverso una piena partecipazione dal basso, a cominciare dal coinvolgimento della Regione e dei Comuni interessati" ha cominciato ad elencare diverse priorità prettamente appartenenti al nostro trritorio.

E qui c'è stata una novità mai paventata da nessun organo istituzionale, sia a livello regionale che locale in senso stretto, nel senso dei comuni eventualmente coinvolti.

«Realizzare l'alta velocità ferroviaria Napoli-Bari-Lecce-Taranto, l'asse stradale 106 Jonica, lo spostamento del casello autostradale sulla statale 16 a Mola di Bari, realizzare la Maglie-Leuca, dotare la Capitanata di un sistema stradale moderno e sicuro».

.... aspetta, aspetta, cos'ha detto? 

"Lo spostamento del casello autostradale sulla statale 16 a Mola di Bari"?

E perchè? E quando mai se n'è parlato?
Qualcuno di voi lo sapeva? Sindaco, amministrazione, maggioranza, opposizione, destra, sinistra, mezzi e mezzi, cittadini, vari ed eventuali, qualcuno aveva mai sentito che fosse in cantiere un simile progetto?

E soprattutto è qualcosa di concreto o uno spot lanciato così giusto per?
Ed ancora ... ci dobbiamo credere, o è una fesseria?
E se dovesse essere una fesseria, perchè questa dovremmo considerarla tale ed invece dovremmo credere al resto?

Ma torniamo in senso stretto al casello....
visto che già tante discussioni ha portato la variante della SS16 che non si è ancora compiuta nè come iter burocratico che, ovviamente come inizio dei lavori, qualcuno mi potrebbe spiegare il senso di una simile decisione?
Se si trattasse di spostare semplicemente un casello una ventina di km più giù e lasciare tutto come è ... già non avrebbe senso, ma penso che le cosa debbano per forza rappresentare una variazione di percorso, un'autostrada Bari - Lecce, probabilmente non avrebbe senso.

Si potrebbe creare un tronco che da Mola vada verso la Bari-Taranto, ma in questo caso oltre che quartiere dormitorio, nel capoluogo si pensa che Mola possa anche essere considerato un punto morto da sfruttare a piacimento, con relativo consumo di suolo agricolo?
Ovviamente questa è la paura più estrema, visto che non abbiamo nessun punto di riferimento da nessuna istituzione al momento. 
Magari su vuole creare qualcosa che comprenda Rutigliano e Noicattaro?
non ci è dato saperlo e, sinceramente non ritengo di avere le competenze per poter fare un'analisi e per poter offrire un'opinione con cognizione di causa, specialmente senza alcune opportune informazioni e punti fermi grazie ai quali potermi fare delle idee più precise anche da semplice cittadino.

Quindi cosa significa se non si avranno delucidazioni in merito... 
che una volta che c'è qualcosa di concreto che, magari, possiamo toccare con mano dobbiamo pensare (e magari anche sperare) che siano fesserie sparate per fare scena e dobbiamo accontentarci delle parole di Conte che sta  per individuare i cantieri oggetto del decreto semplificazioni, nominando commissari incaricati di accelerare i tempi?
O dell'introduzione della fiscalità di vantaggio per il Sud, con sgravi al 30% per le imprese?
Certo ... è tutto bello:
 «Sarà decennale. C'è il piano di ripresa e resilienza. Gran parte delle risorse saranno dedicate al Sud, ma non dobbiamo creare una contrapposizione Nord-Sud. Ci saranno tante misure anche per il Centro e per il Nord ma io dico sempre se riparte il Sud riparte l'Italia intera».

Si, ma "sto casello dal quale ripartire" ....
dove lo vogliamo fare?

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