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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

La Politica molese? Ecco ..... "I Dolori del Giovane Daugenti"



L'Attivista come al solito affida le sue riflessioni sul mondo politico agli organi di comunicazione.


Le conclusioni alle quali giunge Fabio Daugenti, appassionato di politica attiva nel contesto molese, purtroppo sono spesso simili alle precedenti.
Questo accade per due motivi:
Fondamentalmente non cambia la Giunta di riferimento ed alcuni atteggiamenti e i modi di fare di quest'ultima, non vanno a genio a colui che, con una certa regolarità affida alle parole scritte il suo pensiero.

Ne viene fuori una relazione quasi epistolare nella frequenza dello scrivere ed il quadro rappresentato denota un certo malcontento.
E' stato facile, quindi, per me, appassionato di libri e letteratura, fare riferimento nel titolo a 
"I dolori del giovane Werther", il noto romanzo epistolare di Johann Wolfgang Goethe.

Preso con le dovute "pinze" , possiamo parafrasare il romanzo d'amore in senso stretto, con l'amore di Fabio Daugenti per il suo paese e per la direzione che vorrebbe prendesse.

Si dice che spesso ci si avvicina alla politica con tanta passione e che irrimediabilmente con il passare dell'età all'"esaltazione del sentimento" segua l'aridità che "i grandi" chiamano della ragione, ma che in realtà sono le convenzioni sociali.

Ora non voglio io, adesso, romanzare eccessivamente questa abitudine "del nostro scrittore" dicendo che il suo atteggiamento sia una rivolta contro chi mina "l'innocenza della giovinezza insieme a tutte le sue illusioni", ma i toni degli interrogativi che possiamo leggere nello scritto che seguirà a questa mia introduzione, può ricordarlo.

Innanzitutto, partiamo col dire che, viste anche le premesse degli altri scritti, non immaginatevi nella maniera più assoluta che Fabio si presenti idealmente al cospetto dell'amministrazione con un mazzo di fiordaliso o altri fiori di campo ad omaggiare la Giunta.
O che inviti il sindaco a trascorrere una vacanza a Riccione con lui la prossima estate.

Certo, però, che se non tutti i mali vengono per nuocere non si può mai escludere un percorso condiviso, magari nato tra uno "Stop Martucci" e qualche manifestazione contro la Violenza sulle donne.

L'ideale sarebbe non rimanere rinchiusi nel proprio mondo come il Gobbo di Notre Dame, ma ci devono essere anche punti d'incontro che da quello che si evince dallo scritto che mi è stato inviato, non compaiono.

La sofferenza che si avverte dalla riflessione mi ha fatto immaginare tutto questo.
Magari descrivere tutto sotto la voce "situazione politica molese" a qualcuno potrà sembrare eccessivo, ma quanto accaduto nell'ultimo consiglio comunale ha spinto 
Fabio Daugenti ad esprimersi nei termini che seguono: 👇

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L' Inno nazionale che viene suonato all’ inizio di ogni consiglio comunale, ci parla di coraggio, di amore per il proprio Paese, di nobili ideali , di senso del dovere...
poi va in scena il consiglio comunale e la sensazione di disagio che si prova nel vederli accostati, diventa ogni volta più grande, quasi insopportabile. 

Ormai ogni seduta di quella che dovrebbe essere la massima assise cittadina sembra toccare un nuovo e più profondo ...fondo. 

Al di là delle posizioni divergenti, dei contrasti anche aspri che rientrano nella dialettica e offerta politica, un obiettivo dovrebbe accomunare tutti ed è quello di onorare il ruolo di rappresentante delle istituzioni.

Ma evidentemente anche questa non sembra essere un obiettivo condiviso dalla maggioranza che Sindaco in testa, per le solite beghe interne che nulla hanno a che vedere con le sorti del nostro paese, ma piuttosto alla gestione del potere, ha disertato la seduta del consiglio comunale del 27 ottobre ultimo scorso con Odg interrogazioni ed interpellanze.

Tanto, come sfacciatamente detto da un consigliere di maggioranza, il Consiglio sulle interrogazioni riguarda solo la minoranza, a conferma che le sorti in cui versa il paese non gli interessano affatto. 

La questione che continua ad agitare la maggioranza, tanto da essere arrivati addirittura alle mani, come riportato dalla stampa locale, riguarda la presidenza della terza commissione consiliare che per una sorta di ritorsione deve essere tolta al consigliere Ungaro.

Intanto la terza commissione che si occupa di urbanistica e lavori pubblici è praticamente bloccata e con essa provvedimenti importanti per il nostro paese. 
Ma perché tutto questo interesse per una presidenza di commissione? 
Veramente ci meritiamo tutto questo? 

Non si governa un paese se non si ha il senso del limite e senza quel senso etico che dovrebbe suggerirvi di dimettervi. 
I molesi l’hanno capito, l’Amministrazione Colonna ancora no!. 

Fabio Daugenti

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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