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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Addio Giampiero Galeazzi.



Sportivo prima che giornalista, faceva parte di quelle cose che ci sono sempre state. 

"Ciao Giampiero, sei stato speciale sia come inviato che come uomo". 
Con questo tweet, più l'emoticon delle mani che pregano, il ct della Nazionale Roberto Mancini ha ricordato, a meno di due ore dalla partita contro la Svizzera, Giampiero Galeazzi, del quale il tecnico azzurro ha postato anche una foto.

12 Novembre 2021, una data triste. 

Si, perché dobbiamo salutare definitivamente una persona che lo sport lo ha commentato con la passione di chi lo ha anche praticato, sentendolo, quindi di più. 

La morte di Giampiero Galeazzi, giornalista ed ex canottiere, ha lasciato un vuoto in tantissima gente. 

Aveva 75 anni ed era malato da tempo. 
Non c'è ancora il referto ufficiale, ma il giornalista romano aveva il diabete. 
Una brutta forma contro cui lottava da tempo, ma che non lo aveva mai abbattuto. 
A rivelarlo era stato proprio l’ex campione di canottaggio a seguito di un’intervista rilasciata a gennaio 2019 a Domenica In, che rappresenta anche la sua ultima apparizione televisiva, nonostante lui non si sia mai comportato come il gobbo di Notre Dame, anche quando il fisico non è stato più quello di un atleta. 
Ha sempre preferito un agriturismo alla Bit.

Nato a Roma, conosciuto anche con il soprannome di Bisteccone, per via della sua stazza, è sempre stato un uomo che si è messo in gioco anche nelle situazioni più divertenti come le sue ospitate in tv, lasciando che l'umorismo avesse la meglio su qualcosa che qualche altro collega avrebbe potuto evitare per non incorrere in figuracce. 

Memorabili, comunque, restano soprattutto le sue cronache sportive.
E su Facebook la figlia Susanna fa riferimento proprio allo sport che ha praticato e commentato con più enfasi di tutti:
 'Papà ora è felice, è in barca, sta remando sul suo Tevere'

Come dimenticare, per esempio, le sue telecronache dei fratelli Abbagnale? 

Nato a Roma il 18 maggio 1946, in gioventù, dopo la laurea in Economia, Giampiero Galeazzi ha lavorato per un breve periodo nell'ufficio marketing e pubblicità della Fiat, a Torino.
Attraverso passione e dedizione era diventato professionista di canottaggio, vincendo il campionato italiano del singolo nel 1967 e nel doppio con Giuliano Spingardi l'anno seguente, partecipando alle selezioni per le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. 

Successivo fu l'ingresso in Rai come giornalista sportivo prima alla radio e poi in tv, prima alla Domenica Sportiva e poi a Mercoledì Sport.

Se le telecronache degli eventi sportivi come la mitica medaglia d'oro dei fratelli Abbagnale a Seul nel 1988 é un must, bisogna dire che Galeazzi ha praticato la sua professione a 360°.
Fu, infatti, anche inviato Rai per l'incontro di Reykjavik fra Gorbaciov e Reagan nel 1986 quando USA e URSS rappresentavano un grande pericolo, ma anche una grande speranza. 
Sensibile a temi come quello della violenza sulle donne ha sempre cercato di divertirsi e far divertire donando sempre un fiordaliso, piuttosto che una polemica. 

Negli Anni Ottanta fu anche inviato della Domenica Sportiva per gli incontri più importanti della Serie A. 
Successivamente passò a condurre trasmissioni storiche come "90esimo minuto" dal 1992 al 1999 ed ha partecipato al festival di Sanremo del 1996 con Pippo Baudo. 

Giampiero Galeazzi è stato ricordato con una foto sul maxi schermo e un annuncio nel prepartita della sfida Italia-Svizzera di valida per le qualificazioni ai Mondiali in Qatar nel 2022. 

Con un tweet la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali aveva anticipato:

"Sono certa che stasera anche lo Stadio Olimpico saprà ricordarti per come meriti".

Sicuramente, devo dire che se ne va un pezzo di quelle cose che, magari dai anche per scontate, ma che consideri facenti parte della vita di tutti. 
Devo dire che è molto brutta come sensazione. 

Ciao Giampiero. 

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