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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Osservazioni sulla bozza del Piano Comunale delle Coste di Mola di Bari del “Centro Molese di Cultura e Studi Storico Archeologici”



La bozza del progettista incaricato dal Comune di Mola, solleva qualche perplessità.


C'è chi lavora ad un progetto e chi solleva qualche dubbio.
L’arch. Gianluca Andreassi svolge un lavoro che è avvallato dall'Amministrazione 

"Ma s'a conoscer la prima radice"
(Dante Alighieri)

In questo senso il “Centro Molese di Cultura e Studi Storico Archeologici”
ha pensato bene di mettere i puntini sulle "i" circa alcune valutazioni e le ha inviate alle autorità politiche e amministrative comunali.

Le notti della Contea non saranno certamente insonni, ma bisogna tener presente di importanti precisazioni se non si vuol correre il rischio di prendere delle cantonate.

Non sarà come confondere Laura Pausini con Laura Dimitri, la Lamborghini con la Ferrari o una Ford, l'immigrazione con il razzismo o la gravina di Laterza con "le lame" presenti in altri territori, ma talvolta è bene essere puntigliosi per non rischiare una tirata d'orecchie.

Ora senza pretendere che il nostro territorio sia...

"L'ombelico del mondo
(Jovanotti)

... visto che si sta pensando in grande, facciamo in modo che nel percorso non ci sia nessun incidente.

Il documento è il seguente:

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OSSERVAZIONI SULLA BOZZA DEL PIANO COMUNALE DELLE COSTE DI MOLA DI BARI

La attenta lettura della bozza del Piano Comunale delle Coste (PCC) ci ha consentito di effettuare alcune considerazioni di carattere storico-ambientale.

Premesso che il PCC si ricollega a quanto enunciato nel Piano Regionale delle Coste (PRC) la cui finalità è anche quella di garantire la “valorizzazione, la conservazione dell’integrità fisica e patrimoniale” della costa e dei territori limitrofi ed ha come obiettivo “valorizzare, riqualificare e ricostruire i paesaggi costieri della Puglia (obiettivo 9)” riteniamo opportuno comunicare quanto segue:

Aspetto del territorio e rischio idrogeologico.

A pagina 20 del piano elaborato viene segnalato come : “nel territorio di Mola di Bari il Piano di Assetto Idrogeomorfologico non individua alcuna area a pericolosità geomorfologica”.

A questo proposito riteniamo di segnalare come tutte le lame presenti sul territorio sono a potenziale rischio geomorfologico, cosi come ricordato, per la lama di Monsignore, nell’articolo di Andrea Laterza su Mola Libera del 5 gennaio 2021.

Personalmente siamo stati testimoni oculari di quello che è successo il 26 settembre 2006 quando una enorme quantità di acqua e fango devastò il territorio comunale ed in particolare la costa a sud del paese tale da impedire l’accesso alla strada Mola-Cozze. In particolare nella lama Ponticello che sfocia nei pressi dell’ex mattatoio, l’acqua scavò un solco largo circa 4 metri che giungeva sino al tufo, mettendo in evidenza nella cala, i resti di un antico porto.

Si suggerisce pertanto di considerare ad alto rischio le lame di Padovano, Ponticello, S.Giovanni , la Calodd, lama Palomba, Monsignore (cale delle alghe) e la lama di Cozze.

Aspetti storici ed archeologici.

L’ Architetto Gianluca Andreassi riporta nel progetto la presenza dei capodieci (strade pubbliche di epoca angioina che costituiscono ad oggi, liberi accessi a mare quando non occupati abusivamente da privati) mentre non evidenzia la viabilità storica costiera rappresentata da tratti della via Traiana, recentemente (2014) oggetto di indagine da parte dell’Università del Salento in posti sia a nord che a sud di Mola e dalle carrate, la cosiddetta “strada dei tufi” che sino agli anni 40 dello scorso secolo consentiva di raggiungere con i traini l’abbazia di San Vito (Polignano).

Questo sistema viario, noto ed evidenziato da tempo, dovrebbe essere segnalato e tutelato perchè rappresenta un unicum e consente di leggere quella che è stata la sua evoluzione storica (viabilità pre – romana e romana sino ai primi del 1900) con le cave di tufo e le piccole saline ancora evidenti lungo la costa.

Parte integrante di questo sistema viario sono i porti minori, approdi temporanei delle barche a remi e dei trabaccoli che scaricavano, a volte illegalmente, le loro merci.

Alcuni di questi hanno rappresentato sbocchi a mare di comunità poste lungo le lame; ad esempio cala ponticello e la calodda, per la antica comunità rupeste di San Giovanni.

A nostro avviso il piano comunale delle coste dovrebbe salvaguardare e valorizzare questi rapporti consentendo una lettura storica a chiunque percorra la costa.

Il rischio che si corre nel disconoscere queste realtà è quello di frammentarle e di renderle di difficile se non impossibile lettura.

Il giusto sviluppo turistico di una località non solo non deve prescindere, ma deve essere soprattutto incentrato sulle evidenze storiche e culturali della stessa.

Mola di Bari li 13-01-2021

Il Presidente Salvatore Consiglio


Fonti:

Calabrese M., Mola di Bari: colori suoni memorie di Puglia; Laterza ed. Bari 1987
Consiglio S., I documenti angioini relativi alla rifondazione di Mola, in Conversazioni del Gruppo di Ricerche Storiche ed Archeologiche, Archivio Giugno 2001
Ruta R., Consiglio S. in Universo, Rivista di geografia anno 1988
Ruta R., Consiglio S., La puglia romana: un paesaggio pietrificato, in Conversazioni del Gruppo di Ricerche Storiche ed Archeologiche, Archivio 1982
Finizio D., Indagine del tratto extra urbano della Traiana da Padovano/Mola di Bari a San Vito di Polignano a Mare, master di specializzazione in archeologia Università del Salento, 2014
Berlingerio G., La strada dei tufi, storia della viabilità molese dalle origini al XIX secolo, Ed. Realtà Nuove , Bari 2003
Berlingerio G., La chiesetta di S. Giovanni Battista, tra storia e leggenda, Ed. Realtà Nuove , Mola di Bari 2006

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