Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Poste dal 2018 parla di accelerare il cambiamento e far crescere il PIL dell'Italia. Alla scadenza del Piano Deliver nuovo cambio di rotta?



Tra effetto indiretto-indotto il gruppo generò un impatto di 11,9 miliardi di euro sul PIL e di 184 mila occupati e si lanciò sul Deliver 2022...


Quello che si sta ascoltando in questi giorni all'interno del mondo Poste, parte da lontano.
Quando cioè, il Gruppo mise in evidenza i risultati emersi nell'ultimo trimestre del 2018.
Non c'era ancora nessun sentore della Pandemia da Coronavirus e, comunque, a prescindere da tutto, questo non ha influito sul business, anzi ha incrementato l'e-commerce arricchendo un settore fatto di lavoratori che non si sono fermati mai.

Il fatto di poter affermare che quei numeri dessero la possibilità all'azienda di poter affermare di avere un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Pese e del suo cambiamento, hanno insinuato nella testa della dirigenza il fatto di dover cambiare per forza ed in maniera radicale.

"Gli sforzi realizzati per massimizzare il potenziale della nostra capillare rete distributiva, hanno prodotto nel primo trimestre, un miglioramento, un miglioramenti della raccolta netta su tutti i prodotti finanziari, con contributi positivi dal ramo Vita e Danni nel settore assicurativo, nonchè dalle attività di pagamenti e della telefonia mobile.
La trasformazione della nostra forza lavoro è proseguita con nuove assunzioni nelle aree strategiche, come il recapito nell'ultimo miglio e il customer relationship management e di specialisti digitali per realizzare il piano Deliver 2022.
Un accelerazione che nel corso di quest'anno darà l'occasione di proseguire su questa strada di trasformazione industriale per cogliere future opportunità di crescita
."
(Matteo Del Fante - Amministratore delegato Poste Italiane.

Ora se questo tipo di dichiarazione può sembrare una specie di proclamo come se si stenne presentando un evento di Tosca, Elio, Compagnia Diaghilev, ecc..... 
dall'altra suona come un affermazione che stride con quanto accade a livello interno nell'azienda come se si trattasse di una riunione del comitato residenti piazza XX Settembre, o di un condominio per convincere i più scettici a fare dei lavori che non si vogliono fare.

A prescindere dai vari redditi e forme Red, più volte di parla di utili e di un progetto che ha investito gli anni successivi, accompagnando con questi risultati la qualità delle scelte.

Però, ad uno che ha intitolato il suo libro d'esordio "Le cose non sono mai quello che sembrano", qualcosa non torna.

Poste Italiane chiuse il primo trimestre di quell'anno con un utile netto pari a 439 milioni di euro e di conseguenza furono ritenuti idonei e giusti gli obiettivi del piano Deliver 2022 che ci riporta ai giorni nostri come una specie di macchina del tempo.

Nel frattempo il focus sulla distribuzione ha prodotto una maggiore qualità e quantità di ricavi ed utili, con una ridotta dipendenza da plusvalenze.

I risultati dei servizi finanziari hanno sono sempre stati buoni per una fiducia consolidata verso "L'istituzione Poste", mentre crescono i servizi assicurativi e di pagamenti e mobile, grazie anche ad un discorso di capillarità della rete.

Il forte contributo alla filiera economica e produttiva ed all'economia nazionale ha sempre fatto di Poste Italiane un'azienda cruciale per lo sviluppo del Paese.

Come maggiore realtà del comparto logistico in Italia, Poste investe e produce ricchezza ed occupazione non solo attraverso il proprio business, ma anche generando esternalità tramite l'attivazione di una catena di fornitura locale.

I risultati e le strategie future di Poste Italiane hanno un impatto positivo evidente ed immediato.

Ci sono impatti diretti, strettamente connessi all'attività operativa del Gruppo , indiretti, generati dalle imprese fornitrici grazie alla spesa di Poste per beni, servizi ed indotti, vale a dire legati alla spesa per consumi che si realizza grazie al reddito guadagnato dai lavoratori occupati direttamente e indirettamente.

Il valore di Poste per l'Italia, va quindi ben oltre i numeri espressi nel suo bilancio.

Nel 2018 il Gruppo ha generato un impatto di 11,9 miliardi di Euro sul PIL e di 184 mila occupati.

L'utilizzo di questa forza lavoro comporta la distribuzione di redditi ai lavoratori, per un totale di circa 8 miliardi di Euro, fermandoci sempre ai dati del 2018.

Ogni milione di Euro investito da Poste genera 5,9 milioni di euro sul PIL del Paese e porta all'occupazione di 91 persone.

E' ovviamente, se la mattiamo in questi termini, è un effetto positivo per tutti.

Però perchè alla scadenza di tutto si parla di migliaia di esuberi, di nuove riorganizzazioni e di settori in perdita?

Perchè si parla tanto di assunzioni, quando queste sono praticamente tutte a termine?

Perchè si parla di recapito come settore in perdita, proprio nell'era dell'e commerce?

Perchè si dice che il prodotto è calato, quando non è assolutamente vero? 

Secondo il prospetto relativo alla quantificazione della ricchezza prodotta dall'azienda ed il relativo impatto sulle principali categorie di stakeholder con cui si interfaccia nelle proprie attività di business, è stata distribuita a loro oltre l'87% della ricchezza aziendale prodotta; in particolare dipendenti e fornitori rientrano tra le categorie di stakeholder che beneficiano maggiormente della ricchezza prodotta dall'Azienda, rispettivamente per il 59% ed il 33% del valore distribuito totale.

Dai bilanci del 2018 a quelli dell'anno successivo ci furono migliorie, poi il Covid avrà anche mischiato un pò tutto accelerato alcuni processi, bloccandone altri.

I risultati finanziari del primo trimestre 2019 , approvati dal Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane a Maggio di quell'anno, dissero che l'utile netto normalizzato fu pari a 231 milioni di euro +5,3% rispetto al primo trimestre del 2018.
I ricavi si attestarono a 2,482 miliardi di euro (- 1,5% rispetto al primo trimestre 2018), mentre i ricavi normalizzati furono 2,569 miliardi (+3,5% rispetto al primo trimestre 2018).
Gli investimenti si attestarono a 65 milioni di euro (+15,7% rispetto al primo trimestre 2018).
Insomma tutto in linea con la guidance 2019.

Nel 2022 invece di consolidare quanto di buono sarebbe stato fatto, si parla di un'ulteriore cambio di rotta.

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