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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Attacco in Congo: Giovedi il funerale dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci.


Si lavora sulla dinamica e sui motivi, ma per ora non se ne viene a capo.

Di sicuro al momento c'è solo il fatto che i feretri dell'ambasciatore  Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci sono arrivati in Italia, attraverso un aereo di Stato e che si parla di un attacco diretto a un convoglio Onu, in Congo.

La vicenda assume connotati contorti e, purtroppo un conto è vedere la fine drammatica de "La vita è bella" di Benigni, un altro è rendersi conto della morte vera, quella che strappa uomini che compivano il loro lavoro, la loro missione, alla vita ed ai loro cari. 

Bisogna dire che, purtroppo, non ci troviamo di fronte ad una novità e che, nonostante la violenza non si possa mai giustificare né in Africa e né, per esempio, a Torino, 
Luca Attanasio è il secondo ambasciatore europeo ad essere stato ucciso mentre prestava servizio nella Repubblica Democratica del Congo. 

Nel gennaio 1993, infatti, l’ambasciatore francese Philippe Bernard fu ucciso durante le rivolte a Kinshasa scatenate dalle truppe che si opponevano all’ex presidente Mobutu Sese Seke.

La dinamica è ancora tutta da ricostruire nel dettaglio.
Secondo alcune versioni sembra che l'intento degli assalitori fosse proprio quello di rapire un alto funzionario occidentale in viaggio nel convoglio, altre puntano sull'omicidio come scopo finale. 

Di fatto, una volta bloccata l'auto dell’Onu, incredibilmente non blindata, con colpi di Kalashnikov in aria, gli aggressori avrebbero prelevato con la forza il diplomatico e il resto della delegazione dall'auto e ucciso subito l'autista. 
La pista del rapimento si giusti a con la necessità di avere ostaggi L’intento per fare pressioni sul Governo locale.

Gli aggressori sarebbero però stati raggiunti subito dopo da una pattuglia dell'Istituto Congolese per la Conservazione della Natura la cui sede è poco distante dal luogo del rapimento. 
Nel conflitto a fuoco che ne è seguito l'ambasciatore e il carabiniere di scorta sarebbero quindi deceduti. 

Il fatto che la missione delle Nazioni Unite Monusco che ha preso l’eredità della precedente Monuc non goda di grande consenso tra la popolazione locale per alcuni casi di violenza e abusi perpretati proprio da alcuni caschi blu, non è mistero per nessuno. 

Ad attendere il volo c'era il premier Mario Draghi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Assente per un'indisposizione il presidente Mattarella.

Mercoledì dovrebbero essere svolte le autopsie sui corpi dei malcapitati. 

I funerali di Stato sono previsti per giovedì mattina a Roma. 
Le esequie si terranno nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. 
Le salme saranno successivamente trasferite nei Comuni di residenza, Limbiate (Monza-Brianza) per Attanasio e Sonnino (Latina) per Iacovacci.

C'è un gran bisogno di scoprire la verità, lo si deve alle vittime, ma probabilmente sarà difficile arrivare ad una versione vera al 100%.

Quelle che noi spesso percepiamo come stravaganze e che riguarda lo "State of mind" di Paesi esteri, lontani da noi in tutti i sensi, diventano drammaticamente note solo quando ci sono questi tragici avvenimenti. 

Scoprire che la colpa è anche della politica, locale e non, restituisce quella voglia di dire "e ti pareva", ma non restituisce la vita a chi l'ha persa. 

Da parecchio gruppi armati operano dentro e intorno al Parco del Virunga, lungo i confini con Ruanda e Uganda. 
Anche i ranger del parco sono ripetutamente attaccati, compresi gli otto uccisi in un’imboscata il mese scorso. 

Il conflitto nella regione del Virunga coinvolge ad oggi oltre 130 gruppi armati ed è guidato da una complessa varietà di fattori. Una rivoluzione per ogni settore possibile e non si sa nemmeno se tutti sono pretesti o motivazioni valide. 

Si va dalle risorse naturali e minerarie fino alle lotte intorno alle autorità locali. 
Dalla produzione di carbone alla pesca illegale, importanti fonti di reddito per molti gruppi armati, i quali in passato hanno anche rapito i turisti con l’obiettivo di sabotare il potenziale turistico del parco.

Insomma, una polveriera a cielo aperto che è anche un labirinto nel quale è impossibile raccapezzarsi. 
Non sarà una raffigurazione di grande pittura, ma è lo scenario che oggi ci mette di fronte all'uccisione di persone che mancano non tanto a quel mondo, forse, ma alle loro famiglie, ai loro cari ed a tutti le persone che credono in ideali che varcano tutti i confini. 

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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