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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Fiducia per Mario Draghi in Senato, oggi il voto alla Camera



Meglio di quanto sarebbe bastato.


Quella su cui può contare il nuovo premier è una maggioranza molto ampia anche se strizza l'occhio più verso Torino che al sud se confrontata alla precedente.
262 sono stati i sì, 101 in più rispetto a quelli che basterebbero per avere la maggioranza politica, 
40 i voti contrari e solo due gli astenuti.
 
Certo, non possiamo parlare di picco di condivisione in termini assoluti, visto che il risultato non supera il record dell'Esecutivo Monti pari a 281 voti favorevoli, ma direi che si è andati oltre ad ogni più rosea previsione visti i tempi e viste alcune premesse.

A schierarsi contro, oltre i 19 parlamentari di Fdi, sono stati quindici senatori del Movimento 5 Stelle.
E non è un caso che il capogruppo Licheri abbia avvertito:

"Non dia mai per scontato il nostro sì perché noi, mi permetta questa licenza verbale, le romperemo le scatole"

C'è da dire che altri 8 pentastellati non hanno partecipato alla votazione, ma due risultano assenti giustificati. 

Se pensavamo che il Carnevale di questa crisi di Governo innescata da Matteo Renzi fosse finita completamente, probabilmente eravamo troppo ottimisti, ma ad ogni modo, i numeri ci sono e sono pure alti.
In questo momento siamo più famosi al mondo per la politica, più di quanto lo siamo stati la notte che Benigni vinse l'Oscar e non è un traguardo che ci rende onore.

Oggi, giovedì 18 Febbraio, alle 20 il voto alla Camera, slittato di due ore rispetto al primo appuntamento per ragioni di diretta tv sollevate da diversi gruppi.

Draghi Parla per 53 minuti, nel suo intervento programmatico alle Camere, richiamando al senso di "responsabilità nazionale" e puntando sul fatto che, specialmente in questo momento, "L'unità non è un'opzione, è un dovere".
Diversi i punti toccati, a partire dal fatto di simboleggiare l'euro come scelta "irreversibile" e ponendo il suo governo con lo sguardo rivolto al futuro e ai giovani.
La lotta al virus, l'ambiente, sono alcuni tra i temi fondanti del discorso, mettendo in evidenza che questa nuova amministrazione italiana non un esecutivo tecnico o del presidente, ma il "governo del Paese" e ha il compito di avviare una "Nuova ricostruzione".  

L'Europa e l'Alleanza Atlantica è l'ancora alla quale fare riferimento, mentre con Russia e la Cina la porta del dialogo resta aperta, ma ci sono "preoccupazioni" per il mancato rispetto dei diritti umani.

C'è qualche "buuuuh"dal centrodestra, quando il Premier ringrazia Giuseppe Conte, ma fondamentalmente ci sono solo applausi. 

Berlusconi invita, infatti,  a guardare al "minimo comune denominatore" fra le forze che sostengono il governo, Zingaretti afferma che "l'Italia si trovi in buone mani".

Il Presidente Mattarella, per ora rimane alla finestra....
da quella che fino ad ora era una ....

"Camera con vista sul deserto"
(Ligabue)

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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