Vittoria Storica al Sant'Anna: Chiusa la Stanza Anti-Aborto, Trionfa la Legge 194!
Il TAR del Piemonte smantella il tentativo di boicottare il diritto all'aborto, riaffermando la neutralità del servizio pubblico e la libertà di scelta delle donne.
Una notizia che risuona come un pugno nello stomaco per i sostenitori del "regresso bigotto" e come una boccata d'ossigeno per chi crede nei diritti civili: il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Piemonte ha ordinato la chiusura della controversa "stanza anti-aborto" all'interno dell'ospedale Sant'Anna di Torino. Una decisione che arriva come un'eco forte e chiara in difesa della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, pilastro della libertà riproduttiva nel nostro Paese.
Il motivo della sentenza è lapidario e inequivocabile: la stanza, gestita dalle associazioni "Pro Vita", violava apertamente il principio di neutralità del servizio pubblico e, di fatto, minava i diritti sanciti dalla legge che disciplina l'aborto in Italia.
In sostanza, si trattava di un vero e proprio tentativo di fare pressione sulle donne, cercando di convincerle a non abortire, in un contesto che dovrebbe invece garantire assistenza imparziale e supporto alle loro scelte.
Questa storica vittoria è il frutto di un ricorso presentato congiuntamente dalla CGIL e dal movimento "Se Non Ora Quando", a dimostrazione che la mobilitazione della società civile e delle organizzazioni sindacali può fare la differenza nel difendere conquiste fondamentali. È una vittoria non solo per le donne, per la loro autodeterminazione e i loro diritti, ma anche per i principi di laicità e imparzialità che dovrebbero guidare la sanità pubblica.
La sentenza del TAR rappresenta una sonora sconfitta politica per la Regione Piemonte, a trazione Lega-Fratelli d'Italia, che aveva fortemente voluto e sostenuto l'apertura di questa stanza.
Un'iniziativa che si è rivelata, nero su bianco, un abuso di potere e un'ingerenza ideologica in un ambito delicato come quello della salute riproduttiva.
È un monito chiaro: i tentativi di boicottare le leggi dello Stato e di imporre visioni retrogrado sono destinati a fallire.
È opportuno ricordare che la possibilità di abortire in Italia è stata sancita da una legge del 1978, poi confermata da un referendum popolare nel 1981, che vide la netta prevalenza dei sì al mantenimento della legge 194.
Questo rende ancor più grottesco e anacronistico il tentativo di ostacolare oggi un diritto così consolidato.
Pensare a quanto sia stata "boicottata" la partecipazione all'ultimo referendum su temi fondamentali, dimostra una preoccupante disattenzione verso strumenti democratici che, invece, in passato hanno permesso di affermare diritti irrinunciabili.
La storia ci insegna che certe conquiste non sono negoziabili e che la lotta per la libertà e l'autodeterminazione delle donne continuerà senza sosta.
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