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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

La Follia di "Alligator Alcatraz": Trump alza l'asticella della Vergogna nella Gestione dei Migranti.

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Una prigione circondata da animali feroci: l'ultima provocazione shock che offende la dignità umana e spinge i confini dell'inumano.

Un'iniziativa a dir poco aberrante è stata recentemente annunciata in Florida dal Presidente Donald Trump: una prigione di massima sicurezza per migranti soprannominata "Alligator Alcatraz". 

La struttura, secondo le agghiaccianti dichiarazioni dello stesso Trump, sarebbe circondata da alligatori, coccodrilli e pitoni, animali feroci destinati a scoraggiare qualsiasi tentativo di fuga da parte dei detenuti.

Il nome scelto da Trump, "Alligator Alcatraz", non solo non lascia spazio a interpretazioni, ma è un chiaro simbolo di una mentalità disumana. Il Presidente ha persino dichiarato che la nuova prigione sarebbe "più dura della vecchia Alcatraz", un'affermazione che suona come una minaccia e un'ostentazione di crudeltà. L'annuncio ha scatenato un'ondata di sdegno e profonda preoccupazione, sia negli Stati Uniti che a livello internazionale.

La logica sottesa a questa nuova struttura richiama alla mente le più oscure e vergognose pagine della storia, evocando un parallelo con i campi di concentramento nazisti. 

L'idea che i migranti in fuga verrebbero massacrati da animali selvatici ha sollevato forti critiche da parte delle organizzazioni per i diritti umani e di numerosi esponenti politici. 

Ancora più inquietante e riprovevole è il fatto che Trump avrebbe persino scherzato sull'argomento con i giornalisti, tra battute e risatine compiaciute, minimizzando la gravità e la barbarie della situazione.

Questa mossa viene interpretata come un chiaro e provocatorio messaggio politico, volto a rafforzare la linea dura di Trump sull'immigrazione e a galvanizzare la sua base elettorale "MAGA". 

La retorica utilizzata, che sembra equiparare la vita dei migranti a "carne da macello", ha ulteriormente esacerbato gli animi e rivelato una totale mancanza di empatia e rispetto per la vita umana.

Al momento, non ci sono altre notizie ufficiali o conferme indipendenti riguardo all'esistenza e alle specifiche di questa prigione. 
Tuttavia, l'annuncio e la reazione che ne è scaturita hanno riacceso il dibattito sulla politica migratoria statunitense e sui diritti umani, sollevando interrogativi angoscianti sulla direzione che il Paese sta prendendo.

È difficile credere che nel XXI secolo si possa concepire e persino ostentare un'idea così barbara. 

Che messaggio stiamo mandando al mondo riguardo ai valori fondamentali della dignità umana?


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