Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Argo: Se non ci sono progetti degli amministratori di Mola all’interno del PNRR sarà difficile coglierne appieno le opportunità ed i finanziamenti previsti.


 

Spesso si danno per scontate alcune cose, ma bisogna metterci del proprio. 

In questo periodo di pandemia si è abusato circa i termini:
Aiuti all'economia, finanziamenti europei ed una sacco di presunte panacee di tutti mali. 

È stato fatto passare il concetto che lo Stato aiuterà chiunque, che l`Europa farà altrettanto e che, quindi, chi non ha subito l'effetto covid potrebbe addirittura guadagnarci qualcosa. 

Non è tanto il concetto che dice che Mola non è propriamente San Benedetto del Tronto, quanto una questione di mentalità. 

Probabilmente è colpa della nostra natura che ci fa credere furbi nonostante le tragedie.

Le cose non sono proprio così in assoluto ed il Comunicato del Gruppo Argo può aiutare ad avere una percezione più precisa della realtà. 

Eccovelo:👇🏻 

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LA GEOGRAFIA ECONOMICA: CENTRI E PERIFERIE.

MOLA DI BARI, PERIFERIA?

In seguito ai gravi danni causati dalla pandemia di Covid 19, l’Unione Europea ha investito più di 700 miliardi di euro per la ripresa economica e sociale. Di questa enorme somma di denaro, la fetta più consistente pari a circa 200 miliardi sarà destinata all’Italia sotto forma di convenzioni e di prestiti da utilizzare entro il 2026.

A tale notevole risultato, si è giunti perché l’obiettivo principale dell’UE è il superamento delle disparità sociali ed economiche tra i Paesi e tra le diverse aree all’interno degli Stati dell’Unione.

Ebbene, all’Italia è spettata la quota più rilevante perché in Europa siamo il Paese con il più grande divario tra il Centro Nord ed il Sud.

Il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza presentato dal Governo italiano alla Commissione Europea prevede per le Regioni meridionali circa 80 miliardi.

Secondo uno studio recente fatto dal Prof. Gianfranco Viesti dell’Università di Bari, alle Regioni del Sud, però, nel Piano sarebbero indirizzati a prescindere solo la metà dei miliardi previsti, mentre l’altra metà avrebbe bisogno di bandi di gara (e non è detto che sarebbero vinti dalle Amministrazioni meridionali).

Il che significa che l’altra metà di circa 40 miliardi non cadrà a pioggia.

Devono conquistarsela gli imprenditori, gli amministratori locali, con le loro capacità progettuali.

Il Gruppo Argo, attesa l’importanza che rappresenta per la ripresa dell’Italia e si auspica anche del nostro territorio il tanto citato Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (PNRR), ha colto l’occasione dell’ultimo libro proprio del Prof. Gianfranco Viesti per organizzare unitamente alla Libreria Culture Club Café la sera del 24 giugno scorso presso il Castello Angioino un incontro pubblico.

L’incontro, dal titolo “La geografia economica: Centri e periferie. Mola di Bari, periferia?”, contemplava, oltre che la partecipazione del Prof. Viesti, anche quella dell’Avv. Gianna Elisa Berlingerio, Direttrice del Dipartimento di Sviluppo Economico della Regione Puglia, posto che la crescita delle attività economiche richiede innanzitutto attente politiche pubbliche.

Utili testimonianze venivano poi dagli interventi programmati di Raffaele Ateniese, già Quadro Direttivo UniCredit, Vito Pertosa, Founder Angelo Investments (Sitael), e Domenico Pinto, titolare della omonima Tenuta di Mola di Bari.

Nel corso dell’incontro, il Prof. Viesti, partendo dai contenuti del libro ed in particolare dai cambiamenti della geografia economica e dal crescere delle disparità, ha avuto modo di fare numerosi riferimenti al PNRR, ribadendone l’importanza per provare a colmare le disuguaglianze territoriali e sociali che affliggono l’Italia ed i nostri territori.

I principali messaggi del libro del Prof. Viesti sono essenzialmente tre: 1) Un forte sviluppo delle periferie (cioè dei territori meno avanzati), la cui crescita non è affatto scontata, in quanto dipende dalle specifiche condizioni politico-istituzionali, economiche e tecnologiche; 2) L’Italia è stato il paese che ha avuto le performance più modeste, in particolare nelle sue aree più deboli, così che il Mezzogiorno è stata la parte d’Europa con i peggiori andamenti; 3) Le condizioni affinché possano svilupparsi nuove attività economiche non si determinano spontaneamente nelle aree più deboli, ma richiedono attente politiche pubbliche che contribuiscano a crearle. In particolare, azioni per la infrastrutturazione avanzata, la promozione del cambiamento strutturale delle imprese, il potenziamento dell’istruzione e della ricerca (nella storia economica non ci sono paesi che si sviluppano per caso).

Pur constatando che le politiche pubbliche in Italia nel XXI secolo non abbiano favorito (ed in particolare al Sud) la creazione delle condizioni per la nascita di nuove attività economiche, tuttavia il Prof. Viesti chiude il libro con una nota di incoraggiamento: “Il futuro delle città e delle regioni, e quindi delle nazioni non è mai scritto per sempre. Nulla condanna ad essere periferia. Progettare e cambiare il futuro non è facile, ma ci si può provare.”.

Le anticipazioni del rapporto Svimez 2021 ribadiscono peraltro quanto sia fragile e delicata la sfida che la classe dirigente del Sud ha di fronte.

In questa cornice, se è vero che gli effetti del Covid si sono abbattuti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, lo stesso non si può dire della ripresa, che, sempre secondo le anticipazioni del rapporto Svimez suddetto, avrà un andamento fortemente differenziato a sfavore proprio del Mezzogiorno.

È facile ritenere, a questo punto, che le risorse del PNRR saranno fondamentali.

Nell’ambito dell’attuazione del PNRR, il ruolo delle amministrazioni locali meridionali sarà quindi decisivo per coglierne appieno le opportunità ed ampliarne i relativi benefici.

Occorrerà in tal senso fare anche sistema tra le stesse amministrazioni al fine di utilizzare tutti e bene i fondi, evitando che, nonostante la disponibilità degli investimenti, non siano presentati i necessari progetti per il loro ottenimento.

Anche la Puglia riceverà una parte importante dei fondi messi a disposizione dal Governo nel PNRR.

A tal proposito, sono previsti investimenti per l’alta velocità, per i collegamenti con i porti, per le Zone Economiche Speciali, per la mobilità sostenibile, per la valorizzazione di edifici di interesse storico-culturale e per il rilancio della zona costiera di Bari con il progetto del Parco Costiero della cultura e del turismo nel tratto che va da Torre Quetta a S. Giorgio.

Non pare che il Comune di Mola sia interessato al momento direttamente da alcun investimento né che abbia presentato alcun progetto (non si ha motivo di dubitare che diversamente il primo cittadino ne avrebbe dato di sicuro larga risonanza sui social!).

D’altronde, la stessa attuale amministrazione di recente azzerata e rinominata non sembra che nel corso finora del mandato abbia posto in essere in generale alcuna politica di sviluppo (il provocatorio interrogativo “Mola di Bari, periferia?” di cui al titolo dell’incontro organizzato il 24 giugno scorso non era infatti casuale).

Quali sono quindi i progetti che i nostri amministratori all’interno del PNRR intendono portare all’attenzione condivisa della cittadinanza?

Si comprenderà, inoltre, quanto sia forte l’esigenza per il Sud di una classe dirigente capace di conoscere i reali bisogni del proprio territorio, di progettare guardando lontano e soprattutto mettere a terra e realizzare questa visione, perché il rischio concreto è quello di vivere in una società sempre più diseguale e di scivolare sulla strada intercorsa in questi ultimi decenni: carenza di politiche di medio-lungo periodo, dispersione di risorse ed opportunità, incapacità di realizzare infrastrutture, lento e progressivo spopolamento.

Per vincere questa sfida, scriveva di recente Monsignor Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli, “il Mezzogiorno non può essere inteso soltanto come un’area da risollevare, ma il luogo in cui far nascere una politica nuova. Giusta ed umana. Capace di costruire progresso.”.

Sarà Mola in grado di raccogliere questa sfida?

(Gruppo Argo)

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