Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Mola: Valenzano si dimette, non è più il Segretario del Pd.



La nomina dell’Assessora Elvira Tarsitano nella nuova Giunta Colonna, decisa dai vertici regionali all’insaputa della sezione molese rappresenta la goccia che fa traboccare il vaso. 

Con una lettera indirizzata agli iscritti e diffusa presso gli organi di stampa, Donato Valenzano ha comunicato le sue dimissioni dal ruolo di segretario del PD molese. 

A pochi mesi dalla sua elezione, pur sapendo del difficile compito in un periodo di crisi politica, aveva accettato di svolgere quel ruolo di cambiamento che avrebbe potuto ricongiungere, nelle intenzioni, la popolazione con la politica attiva sul territorio. 

Purtroppo... Le cose non sono mai quello che sembrano e, nonostante tanti buoni propositi ci si è trovati a fare i conti con situazioni che, per quanto si sia cercato di minimizzare o di spiegare nel migliore dei modi hanno messo in imbarazzo le parti in causa. 

Probabilmente sono cose che accadono anche a Ravenna, Bisceglie, Arezzo, San benedetto del Tronto, ecc.... insomma... a tutte le latitudini, ma c'è chi non si presta a fare a tutti i costi la parte del clown e preferisce, magari fare un passo indietro, piuttosto che rendersi complice di un modo di fare che ha sempre detto di contestare e detestare.

La nomina dell’Assessora Elvira Tarsitano nella nuova Giunta Colonna, decisa dai vertici regionali del partito all’insaputa del circolo locale ha rappresentato una questione che ha fatto superare ogni limite, se si pensa che il Circolo molese del  Partito Democratico era agli inizi di quella che considerava una nuova era.

Non si poteva iniziare così.

Ecco, dunque, la lettera di dimissioni:

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Care democratiche e cari democratici,

Preso atto della composizione della nuova giunta comunale, e dopo un proficuo confronto all’interno del Direttivo e il conseguente comunicato del 18 agosto e successivi incontri, rassegno le mie dimissioni da Segretario di Circolo.

Ritengo indispensabile che ognuno di noi non perda mai di vista il garbo istituzionale che deve essere insito nel ruolo rivestito, lo chiedo per me e soprattutto per il Circolo che per acclamazione mi ha eletto.

Lo devo anche per coerenza e soprattutto per una morale deontologica e mai teleologica, la stessa che è condivisa da molti all’interno del Circolo, stigmatizzando da sempre, indipendentemente da chi e in che modo venga formulata, qualsiasi tipo di politica che non rispetti appieno la Democrazia che un partito come il nostro deve garantire.

Ritengo altresì doveroso ribellarmi a certe modalità usuali di fare politica, ed è indispensabile da parte mia, nel ruolo che ricopro, cercare di dare un forte segnale. Una scelta che vuole cambiare il corso delle cose, perché se cambia in profondità, obbliga una presa di posizione diversa rispetto a quella goduta fino a questo momento. Non oso pensare che la spinta propulsiva delle nostre democrazie liberali e rappresentative sia esaurita.

Lascio in eredità un progetto, una identità, gli ideali condivisi in una mozione che doveva essere un trampolino di lancio e che stava prendendo forma e sostanza dopo un lungo commissariamento.

Si ricominciava a fare politica, a confrontarsi su argomenti di interesse locale, come la medicina territoriale, la sicurezza e il decoro urbano, si parlava di welfare locale, di agroalimentare e di acquacoltura, di antropocene e di istruzione, solo per citarne alcuni dei temi toccati. E lo si faceva con i 120 iscritti che democraticamente progettava il futuro in una sezione aperta con una identità forte e legittimamente ambiziosa, etica, ideologia e popolare. Si parlava del futuro della città, la nostra.

Questo è quello che volevamo fare, in piena libertà. Ma siamo liberi solo se lo sono anche gli altri.

Più volte ho suggerito di uscire dalla torre eburnea di immutabilità, di ibernazione sociale; diventa a questo punto necessario completare quel processo di innovazione che era un mio obiettivo, cioè l’idea di una Sinistra, vera, non isolata, e dunque non più in inconciliabile antitesi agli ideali ormai comuni, anche in virtù dei recenti confronti, lasciando da parte inutili protagonismi personali.

E per questo che tutti gli attori coinvolti devono essere complici di un progetto che, come sempre da me richiesto, deve partire esclusivamente dal basso, dal Partito di prossimità, come sostenuto dal nostro segretario Enrico Letta, con regole accettate e condivise, trasparente e corretto, e soprattutto rispettoso.

 Questo non è accaduto. Non è accettabile la logica di spartizioni di poltrone che nulla ha a che veder con gli interessi di Mola, ma serve a garantire equilibri imposti da un gruppo di potere che non dovrebbe appartenere alla Politica ormai svuotata della dialettica necessaria per risollevare le sorti della nostra cittadina, applicando alla lettera il manuale Cencelli. 

Perciò, quando si è passivi, la democrazia si ammala. Il Pd deve saper unire anima e cacciavite nei fatti, essere progressista nei valori, riformista nei metodi, radicale nei comportamenti.

È arrivato il momento di ribaltare le gerarchie.

Ringrazio il direttivo e con loro il Circolo che crede in me, e con loro ringrazio chi mi ha istradato a fare una certa politica. La Politica della partecipazione e dell’apertura, ascoltando il territorio con lo spirito di squadra senza essere mai personaggi in cerca d’autore, con lo spirito di chi la libertà va cercando ch’è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta.

Pertanto, nel rispetto e a tutela degli interessi dei miei tesserati e dei simpatizzanti del PD, è in tutto e per tutto questa una decisione di natura etica, basata su sani principi di trasparenza e democrazia interna in contrapposizione al bieco opportunismo personale.

Viviamo in un tempo in cui non basta comprendere e valutare i fatti, ma assumersi la responsabilità di agire per il bene comune. Nel ventre del cavallo di Troia non esiste un futuro democratico senza una vera democrazia, perché democrazia è libertà e non si è liberi se si è ricattabili.

Questo devo a me stesso, questo devo al Partito Democratico.

Donato Valenzano – segretario del Circolo PD di Mola di Bari

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