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Elezioni Comunali a Mola di Bari (Capitolo 2): Colonna, Brunetti e Di Rutigliano terzo... Polo?



I primi due in gara, il terzo potrebbe essere l'ago della bilancia, anche se è un ruolo che non vorrebbe ricoprire. 

Se nel primo capitolo abbiamo cercato di comunicare più che interpretare il voto e le le eventuali aspettative sul ballottaggio:👇🏻 

Questa volta cominciamo a vedere i diversi aspetti dei risultati ottenuti. 

Cominciamo cercando di mettere maggiormente in evidenza i risultati dei candidati alla carica di Sindaco e le motivazioni. 

Successivamente ci sofdermeremo sulle coalizioni ed i singoli candidati. 

  • Partiamo dal Sindaco uscente Giuseppe Colonna che è, senza dubbio il vincitore di questa che si è rivelata essere solo una partita di andata. 

I suoi 6.276 voti sono tanti, più di quelli che riuscì ad ottenere al primo turno 5 anni fa, ma come già scritto altrove non sono bastati per chiudere la partita. 

Il 46,54%, infatti non permette l'affermazione netta. 

Per ottenere questo risultato sono state fondamentali le 7 liste che, a differenza, di quanto accaduto in altre coalizioni, contenevano candidati "portatori di voti" tanto è vero che la corazzata delle lista si è avvicinata al 50%.

Normale che ci sia un po' di rammarico da parte di coloro che, al momento, sono in vantaggio. 

  • Francesco Brunetti è lo sfidante, arriva secondo appoggiato da 5 liste che non hanno fatto, a prescindere dal numero delle stesse, da traino quanto quelle di Colonna. 

I 3.973 voti attestano la coalizione al 29,46%, ma bisognerà tenere conto di tante cose per colmare il gap. 

Se pensiamo che Fratelli d'Italia é il primo partito in Italia ed esprime il Presidente del Consiglio, probabilmente non è stato fatto abbastanza per cavalcare quest'onda, forse perché si è pensato che il tutto arrivasse per inerzia. 

La campagna elettorale, comunque è andata in crescendo ed oggi si può anche avere la sensazione che al ballottaggio tutto sia possibile.

  • In un ideale podio si piazza al terzo posto Giangrazio Di Rutigliano

Ci si aspettava certamente di più, ma per come si sono divisi i voti nelle varie coalizioni alla fine possiamo parlare di una buona prestazione che rende appetibile la coalizione anche per chi concorrerà al ballottaggio. 

I 1976 voti valgono il 14,65%, ma in questo caso sono state le liste a mancare nei numeri. 

Se la lista Giangrazio Di Rutigliano Sindaco è andata alla grande, lo stesso non si può dire di Progetto Mola, mentre Città equa e sostenibile è stata praticamente inesistente.

È mancato quindi l'apporto fondamentale per spingere il grande lavoro che Giangrazio Di Rutigliano ha compiuto in questi anni ed in campagna elettorale.

Il fatto di essere considerati una specie di "terzo polo", una risorsa importante alla quale poter accingere per l'affermazione finale può essere considerata una magra consolazione, ma tutto sommato il risultato non è mancato.

  • Sbagliata a parer mio la strategia di Michele Daniele e non è nemmeno difficile da spiegare. 

Se quando il logo movimento 5 stelle tirava da solo, a prescindere da chi fossero i candidati, a Mola i pentastellati non hanno mai raccolto niente, era quasi ovvia la penultima posizione. 

Daniele, comunque è stato il candidato sindaco che più ha beneficiato del voto disgiunto con 1.074 voti che è valso 7,96%. Ciononostante la sensazione è che si sia fatto troppo affidamento sulle performance e la parlantina del candidato Sindaco in consiglio comunale. 

La scelta di presentare una lista sola con solo due, tre persone veramente note e competere addirittura con Giangrazio Di Rutigliano che poteva essere un alleato come in sede di opposizione si è rivelata una mossa assolutamente sbagliata e superficiale politicamente parlando, poi ci saranno delle motivazioni per non allearsi, ma comunque il risultato era prevedibile. 

Un autogol alleviato nei numeri dal voto disgiunto e di protesta, ma al momento, fino ad eventuali apparentemente, assolutamente inutile.

  • In questa tornata Maurizio Lattaruli lo sapeva bene, il PCI ha fatto un'apparizione più coreografica che in grado di spostare chissà quale equilibrio. 
La riproposizione di un logo storico ha fatto venire una lacrimuccia a molti, ma il risultato era abbastanza prevedibile. 

La cosa bella è sperare che questo possa essere un piccolo primissimo passo per un futuro nel quale una tale presenza tradizionale possa ritagliarsi uno spazio significativo in una comunità che ha messo da parte troppo frettolosamente i valori della sinistra più radicale. 


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