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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Trump la figuraccia e L'Imbarazzo di Flushing Meadows.




Quando l'uomo del popolo censura il suo stesso pubblico

​Nel giorno della finalissima tra Sinner e Alcaraz,
Che purtroppo non è andata come speravano i tifosi italiani:👇🏼

l'attenzione non era solamente tutta sul campo. 

Il racconto parte da lontano...

Sulle tribune di Flushing Meadows, un ospite "inatteso" ha fatto la sua comparsa: Donald Trump

Per lui la prima volta in un grande evento sportivo da quando è sceso "nuovamente" in politica, e i ricordi dell'ultima apparizione non erano certo rosei. 

Era il 2015, e fu subissato da un'ondata di fischi e ululati che rimbalzarono in mondovisione. 
Il timore di un altro disastro in diretta era palpabile.

​Per questo motivo, Trump questa volta ha messo in atto una strategia a dir poco audace. 

Ha fatto scrivere una lettera dall'associazione tennis statunitense, la USTA, con l'obiettivo di imporre ai registi e ai broadcaster una censura preventiva. 

Il messaggio è stato chiaro: vietato inquadrare qualsiasi reazione di protesta. 

Niente fischi, niente ululati, niente "buuu". 
Per aggirare ogni possibile imprevisto, la richiesta è stata quella di mostrare la sua immagine solo in un momento specifico: durante l'inno nazionale, quando il rumore del pubblico sarebbe stato così forte da coprire ogni possibile contestazione. 
Una mossa disperata, una richiesta che suona quasi "fantozziana".

​Il paradosso è illuminante. 

L'uomo che ha costruito un impero politico sull'immagine di difensore del popolo, il paladino dei ceti meno abbienti, si trova a fare i conti con la paura della reazione spontanea della gente comune. 

Il "populista" per eccellenza costretto a usare i trucchi più elementari della televisione per manipolare la percezione e nascondere il suo stesso insuccesso. 

Una contraddizione che svela la vera natura di un leader politico che non teme l'avversario, ma la spontaneità e la sincerità del pubblico.

​Nonostante tutti i tentativi di controllo e censura, il piano si è sgretolato. 

Quando le telecamere, contravvenendo alle rigide istruzioni, hanno inquadrato Donald Trump, il pubblico di New York si è scatenato. 

Una pioggia di fischi e "buuu" è piovuta dalle tribune. 

Quella che doveva essere una vetrina di successo si è trasformata, ancora una volta, nell'ennesima figuraccia in mondovisione. 

Il pubblico ha avuto l'ultima parola, dimostrando che non si può spegnere la voce della gente.

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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