Migliaia in piazza per salutare la Flottiglia della speranza, che salpa con 250 tonnellate di aiuti. Tra minacce e silenzi, la città Medaglia d'oro per la Resistenza mostra ancora una volta da che parte stare.C'è un'energia che pulsa a Genova, un'onda di bellezza che si alza contro un'immensa bruttezza.
Una storia di dignità e coraggio che sfida la narrazione predefinita di un mondo cinico, e che vede gli "ignavi" - per citare Dante - fare un passo indietro di fronte a una marea umana che dice "basta".
Quello che è successo negli ultimi giorni nel capoluogo ligure è stato davvero senza precedenti.
I genovesi, spesso descritti con i classici stereotipi di essere chiusi e diffidenti, hanno smentito tutti con un'ondata di generosità straordinaria.
Avevo voluto terminare le pubblicazioni del mese scorso con un articolo che mettesse in evidenza questa storia che è bella da raccontare in un contesto internazionale
che fa schifo:👇🏼
E devo dire che si è andati oltre le più rosee aspettative.
In meno di una settimana, uniti e compatti, hanno donato ben 250 tonnellate di cibo per la Global Sumud Flotilla, destinato a bambini, donne e civili palestinesi a Gaza, affamati e allo stremo.
Gli organizzatori si aspettavano circa 40 tonnellate; ne sono arrivate più di sei volte tanto. Un successo clamoroso che ha trasformato la rabbia in azione, la tristezza in speranza
L'apice di questa mobilitazione si è raggiunto in una sera indimenticabile, quando 50.000 persone hanno invaso le strade di Genova, in una marcia che la città non vedeva da anni, forse decenni.
Fin dai tempi del G8, non si respirava un'atmosfera così densa di passione e determinazione.
Ma questa volta, il clima era diverso: non di scontro, ma di solidarietà e resistenza.
Migliaia di fiaccole hanno illuminato la Sopraelevata, in marcia per la Palestina, per salutare la partenza della flotta dal Porto Antico e per far sentire la propria voce a chi, con un silenzio assordante, ha scelto di voltare le spalle.
Il grido di "Palestina libera" e "Bella ciao" si è alzato da un'unica, potentissima voce.
Un grido che ha ignorato il silenzio quasi totale dei telegiornali nazionali, riuscendo a superare ogni ostacolo.
Genova, città Medaglia d'oro per la Resistenza, ha mostrato ancora una volta la sua anima più autentica: solidale, unita e antifascista.
Il momento più toccante e simbolico è stato quando la prima imbarcazione battente bandiera italiana della Global Sumud Flotilla ha salpato, carica degli aiuti donati dai cittadini. Salutata da centinaia di persone, la nave ha iniziato il suo viaggio, con l'obiettivo dichiarato di rompere l'assedio israeliano e consegnare il cibo a una popolazione che soffre.
Sulla chiglia, uno striscione ha sintetizzato l'obiettivo della missione: “Da sponda a sponda. Palestina libera”.
A bordo delle varie imbarcazioni, insieme a tanti volontari, c'è anche l'attivista svedese Greta Thunberg, simbolo di un movimento internazionale di solidarietà che sta crescendo di giorno in giorno.
Un'altra figura che ha incarnato la bellezza di questa mobilitazione è stata la sindaca di Genova, Silvia Salis.
Salita sul palco del Porto Antico a mezzanotte, con la fascia tricolore ben in vista, ha tenuto un discorso che è stato una vera e propria lezione di civiltà.
Rivolgendosi al governo italiano e ai sedicenti "patrioti", ha dichiarato con fermezza che non c'è una sola ragione per non essere lì, con la fascia. Ha chiesto scusa a nome della politica che non ha saputo risvegliare prima l'anima di Genova, una città che sa da che parte stare.
Ha richiamato il governo alle sue responsabilità, chiedendo che segua e difenda la spedizione, assicurando il ritorno in sicurezza di tutti i volontari.
"I patrioti sono quelli che si ricordano che questo Paese ha un'anima solidale," ha detto, "che si muove perché non esistono dei figli che vengono prima dei nostri figli o dopo i nostri figli."
Un altro atto di resistenza, non meno potente, è arrivato dai camalli del Calp, i portuali di Genova.
Hanno promesso di bloccare ogni singolo container israeliano in transito dal porto in caso di aggressione armata alle navi della flottiglia. "Se anche solo per 20 minuti perdiamo il contatto con le nostre barche," hanno avvertito, "noi blocchiamo l’Europa.
Non faremo uscire più nemmeno un chiodo."
Un gesto che va oltre il semplice attivismo, e che incarna la parola che più di ogni altra descrive la città e i suoi lavoratori: Resistenza.
Purtroppo, però, parliamo di Israele e del governo di Netanyahu.
Cioè assassini che stanno compiendo un genocidio con la pretesa che non lo si chiami così, con una narrazione che pretende di essere creduta quando l'evidenza provoca tanta rabbia nelle persone perbene, oltre che squallore e Vergogna di fare parte della razza umana alla quale credono di appartenere anche questi maledetti malfattori.
Quindi Tutta questa bellezza che abbiamo raccontato, è stata immediatamente messa alla prova da una reazione prevedibile e violenta.
Il ministro per la Sicurezza Nazionale israeliano, l'ultradestra Ben Gvir, ha minacciato i volontari della flottiglia affermando che "saranno arrestati come terroristi, detenuti nelle carceri di massima sicurezza" e che le imbarcazioni saranno confiscate.
Ora, già definire "terroristi" dei volontari che portano cibo a una popolazione affamata è un atto di violenza non solo fisica, ma anche semantica.
Poi detto da questi criminali, cosa vuole essere nel mondo normale, un complimento?
Se si fosse trattato di un'altra nazione, USA e Nato, Onu e qualsiasi altra organizzazione nazionale ed internazionale avrebbero già da tempo condotto quelle "famigerate missioni di pace" che ho tanto criticato per le loro modalità (e obiettivi veri), ma che in questo caso (ed in quello della Russia) sarebbero addirittura necessarie.
Invece i grandi della Terra ed i loro "lecchini" questa volta pensano solo a spartirsi il mondo (ovviamente non i lecchini, quelli pensano di poter vivere di luce riflessa, ma per coloro ai quali leccano il culo nemmeno esistono) proprio con i criminali di guerra che dovrebbero invece essere processati e condannati. (Ed a questo punto anche "processati" lo possiamo togliere, che cazzo vuoi dimostrare più)
In un mondo dove il potere e la propaganda spesso offuscano la verità, questo confronto è di una chiarezza disarmante: da una parte la violenza, le armi e le minacce, dall'altra la solidarietà, l'umanità, il cibo e il diritto internazionale.
La Global Sumud Flotilla, che si è unita con altre navi salpate da Barcellona, tra cui la più grande della flotta, rappresenta un movimento spontaneo che sta crescendo e unendo migliaia di persone.
Magari siamo tutti sognatori, però questa volta è tutto il mondo che guarda quella parte di pianeta.
I Mass media controllati dalle istituzioni complici e quindi assassine, potranno anche non proferire parola, ma ormai la comunicazione è a 360° e le notizie arrivano (anche se bisogna essere bravi a saperle filtrare).
La missione è iniziata, e l'impegno di tutti, da terra, è quello di sostenere con ogni mezzo chi è in mare.
La speranza è che questa volta, la bellezza trionfi sulla bruttezza, che il cuore immenso di Genova che in questo caso rappresenta l'Italia intera, l'Italia buona e di tutti coloro che hanno contribuito possa prevalere.
Nonostante le minacce
Buon vento, quindi, Global Sumud Flotilla!
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