Un Gelo Assordante: La Testimonianza di Francesca Albanese contro le Sanzioni e il Silenzio dell’Italia

​Le sanzioni che le hanno stravolto la vita e la mancata solidarietà del governo italiano: il racconto shock della relatrice ONU.

​Durante una conferenza stampa al Senato, organizzata da Avs, Francesca Albanese, relatrice speciale dell'ONU per i territori palestinesi, ha condiviso una testimonianza toccante e preoccupante sulle pesanti sanzioni che le sono state imposte. 

Il suo racconto, che descrive una vita stravolta e un isolamento forzato, solleva interrogativi sul silenzio del governo italiano di fronte a una connazionale che subisce misure punitive così severe.

​Francesca Albanese ha spiegato in dettaglio le ripercussioni concrete delle sanzioni, descrivendo un'esistenza quasi impossibile. 

Non può aprire un conto corrente bancario e, di fatto, non ha accesso ai servizi finanziari essenziali. 

Questa situazione la costringe a usare solo contanti, rendendo banali operazioni quotidiane, come l'affitto di un'auto, delle imprese insormontabili. 

Le sanzioni sono la conseguenza di accuse che la definiscono una "minaccia per l'economia globale", un'etichetta che va ben oltre la sua persona, estendendosi a chiunque abbia contatti con lei.

​Albanese ha raccontato che chiunque le offra un supporto finanziario, anche minimo, rischia sanzioni penali e pecuniarie che possono arrivare fino a un miliardo di dollari e 20 anni di carcere. 

Per illustrare la gravità della situazione, ha citato l'esempio di sua figlia, cittadina statunitense, che tecnicamente potrebbe essere arrestata per averle offerto un caffè. 

Questa minaccia ha creato intorno a lei un "gelo", non per sfiducia personale, ma per la paura che le persone hanno di subire ritorsioni da parte dell'amministrazione statunitense. 

La relatrice ONU ha definito queste misure una forma di persecuzione e una punizione che va al di là della sua persona, diventando un attacco diretto alle Nazioni Unite.

​Albanese ha espresso la sua profonda delusione per la mancanza di sostegno da parte del governo italiano. 

Nonostante altri Paesi le abbiano offerto solidarietà, nessuno tra i membri del governo italiano l'ha contattata. 

Ma ormai lo schifo per questa gentaglia è ormai diventato totale e non mi sorprende più niente.

Certo, altri avrebbero fatto finta anche per una certa "convenienza elettorale" ma niente, non sono capaci neanche di questo.

Il suo appello è diretto, chiedendo che un Paese con una Costituzione basata su principi di giustizia si pronunci su un provvedimento senza precedenti che colpisce una sua cittadina impegnata in una missione di pace e diritti umani.

​Il racconto di Francesca Albanese pone un quesito cruciale: cosa deve ancora subire una donna che, come sottolineato, ha sostenuto quasi da sola la dignità dell'Italia nel mondo denunciando gli orrori di Gaza, perché il suo stesso governo decida di difenderla? 

La sua testimonianza è un monito per gli italiani, affinché si rendano conto della gravità della situazione e non lascino sola una donna che sta pagando un prezzo altissimo per il suo impegno. 

La richiesta di vicinanza e supporto non è solo un atto di solidarietà umana e morale, ma una questione di dignità nazionale.

Ed a quanto pare gli indegni hanno dimostrato di esserlo, vediamo quanti italiani, invece hanno un minimo di dignità?