Il Ministro Meloniano Nello Musumeci ha definito i magistrati "killer" ed è ancora al suo posto.
In seguito a una dichiarazione del Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, si è generato un forte sconcerto e un acceso dibattito politico.
Il Ministro, infatti, ha definito i magistrati "killer" e li ha accusati di essere politicizzati, affermando che gran parte di coloro che hanno fatto carriera proviene dalle fila della sinistra.
Tali parole hanno immediatamente sollevato una tempesta di reazioni.
Molti hanno visto in questa espressione non una semplice critica, ma un attacco frontale e senza precedenti a uno dei poteri dello Stato.
La definizione di "killer" è stata percepita come un'escalation verbale, un vero e proprio insulto che va oltre la solita dialettica politica sulle "toghe rosse".
La polemica ha riacceso la discussione sul rapporto tra politica e magistratura in Italia.
Il discorso non è nemmeno su quello che ognuno di noi possa pensare, quando ci troviamo ad assistere a vari episodi che potrebbero anche generare qualche perplessità nella loro evoluzione, anche se, la maggior parte di noi non ha nè "le carte in mano" e nè le competenze giuridiche per farsi un'idea precisa sulle varie vicissitudini giudiziarie.
Invece, in Italia, questo tipo di affermazioni sembra non solo essere tollerato, ma talvolta anche giustificato o incensato.
Questo episodio ha rafforzato le preoccupazioni riguardo alla stabilità istituzionale e al rispetto reciproco tra i poteri dello Stato.
La solidarietà alla magistratura è stata espressa da diverse parti, in un'ottica di difesa dei servitori dello Stato che hanno il compito di applicare le leggi, al di là di ogni schieramento politico.
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