Un altro "capitolo" sulla Global Sumud Flotilla,
Voglio continuare a parlare di una storia che mi sta a cuore, una di quelle che ti fanno credere nella forza delle persone e nella resistenza civile.
Si tratta della Global Sumud Flotilla,
Tutto il mondo continua a seguire le vicende della 👇🏼
Una di quelle iniziative che si sostituisce all'immobilismo istituzionale scandaloso e vergognoso di molte Nazioni.
Il governo criminale dello stato ebraico, o meglio degli occupanti della Palestina si è già espresso in merito:👇🏼
Ma questo non dovrebbe mettere freno a quello che si è organizzato.
Certo, la situazione, per certi versi,
è surreale:👇🏼
Quello che è certo è che si tratta di un'iniziativa a dir poco coraggiosa.
La missione?
Portare aiuti umanitari ai civili di Gaza, superando il blocco navale israeliano.
Un obiettivo che potrebbe anche rimanere solamente come un gesto di significato politico, perché l'impresa da molti viene presentata quasi impossibile.
Inizialmente, la partenza dalla Sicilia era fissata per il 7 settembre.
Poi, è arrivata la notizia del rinvio, di qualche giorno, senza una data precisa.
La ragione è semplice e ha a che fare con la realtà: una tempesta ha bloccato le barche partite da Barcellona, e ci sono stati ritardi anche per quelle in arrivo dalla Tunisia.
Ciò che rende questa missione ancora più speciale è chi ha scelto di parteciparvi.
Abbiamo parlato di tanti volontari sia quelli noti che quelli meno noti nei precedenti articoli, ma la situazione è in continua evoluzione.
Tra i volontari c'è un uomo che ammiro profondamente, il giornalista Claudio Locatelli, noto come "il giornalista combattente".
In pochi giorni, ha allestito un'imbarcazione che ha chiamato "Vascello Stampa".
Il suo scopo è duplice: rompere simbolicamente l'assedio mediatico imposto da Israele e onorare i 247 giornalisti uccisi a Gaza a partire dal 7 ottobre 2023.
Questa barca, che ha ottenuto il supporto ufficiale della Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ), si chiama "Vik Tekoser", un nome che ha del commovente.
È un tributo a due grandi italiani: Vittorio Arrigoni, il giornalista e attivista, e Lorenzo Orso Orsetti, il partigiano.
Due nomi, due vite, che incarnano perfettamente lo spirito di questa missione.
Locatelli non avrebbe potuto scegliere un nome migliore.
Ma le sorprese non finiscono qui.
La Flotilla ha annunciato che a bordo ci saranno anche quattro parlamentari italiani.
E, come spesso accade, il "caso"non ha voluto che ci fossero esponenti della maggioranza di governo.
A salire sulle navi ci saranno due europarlamentari, Benedetta Scuderi (AVS) e Annalisa Corrado (PD), e due parlamentari, Arturo Scotto (PD) e Marco Croatti (M5S).
"Hanno deciso di mettere i loro corpi," ha detto la portavoce italiana, Maria Elena Delia.
E questo mi ha colpito nel profondo.
Non sono solo nomi su una lista, ma persone che, come ha detto Maria Elena, stanno rischiando la propria pelle per una causa giusta.
Questo, per me, è il significato più autentico di Politica con la P maiuscola.
È un modo per scegliere da che parte stare, e ancora una volta, la destra ha scelto la sua, quella sbagliata.
Voglio ringraziare queste persone, chiamandole con i loro nomi: Benedetta, Arturo, Annalisa e Marco. E voglio ringraziare i partiti che rappresentano.
L'ennesima dimostrazione che non è vero che "sono tutti uguali".
A questo punto, però, un dubbio mi ha assalito: chi tutelerà questi nostri connazionali?
Il governo italiano, che finora è rimasto in silenzio, che farà?
E qui entra in gioco un altro personaggio politico: Elly Schlein.
Come segretaria del PD, ha fatto una cosa semplice e potente: ha scritto una lettera a Giorgia Meloni.
Nella lettera, Schlein ha chiesto alla Presidente del Consiglio di garantire la protezione politica e diplomatica per gli italiani a bordo della Flotilla. "Le scrivo per informarLa che tra loro saliranno a bordo anche il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Annalisa Corrado del Partito Democratico,
Le chiedo di tenermi informata su quanto il Governo italiano intende fare per garantire tutela e sicurezza per tutto l’equipaggio della missione umanitaria, in caso di necessità."
La Schlein ha chiesto quello che un governo degno di questo nome, come ha già dichiarato di fare quello spagnolo, farebbe spontaneamente: proteggere i propri cittadini.
Così, mi aspettavo una risposta, magari di circostanza, da parte della premier.
Invece, la sua reazione mi ha lasciato sbalordito.
(Fino ad un certo punto, in realtà)
A una richiesta chiara e pubblica, Meloni ha risposto in modo sbrigativo: "tuteleremo i nostri connazionali".
Ma poi, con un perfetto stile che riconosco ormai come il suo, ha aggiunto una frecciata paternalista: "Per aiutare la popolazione di Gaza sarebbe meglio avvalersi dei canali umanitari già attivi.
Seguire i canali istituzionali eviterebbe di esporre i partecipanti ai rischi... e al conseguente onere a carico delle diverse Autorità statuali coinvolte".
"Onere", ha detto.
Capito bene?
Il dovere di uno Stato di proteggere i suoi cittadini, in una missione di pace, lei lo chiama "onere".
Come se la loro scelta di mettere i corpi per aiutare civili che muoiono di fame fosse un capriccio, un gioco.
Come se i canali istituzionali, di cui parla, esistessero davvero in modo efficace per Gaza.
Cara Presidente Meloni, mi verrebbe da dirle, se queste donne e questi uomini partono è proprio perché le azioni diplomatiche, politiche e umanitarie del suo governo e dell'intera Europa sono fallite.
Invece di deridere chi sale a bordo della Flotilla, dovrebbe ringraziarli, perché stanno riscattando la dignità e l'onore di un Paese rimasto muto e complice.
Perché questi, per me, sono i Patrioti.
Quelli veri.
E noi continueremo a fare il tifo per loro, per questi eroi che stanno facendo ciò che gli Stati e i governi dovrebbero fare.
E per quanto ci è possibile, continueremo a diffondere le loro storie, anche se dai canali istituzionali e dai Mass media ufficiali vengono censurate e minimizzate.
Non è come essere lì con loro, ma almeno non saremo come chi dovrebbe agire e non lo fa.
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