6 Agosto 2005 - 2025 - Vent'anni di dolore, vent'anni di memoria: Bari non dimentica le vittime del disastro aereo di Capo Gallo.
Celebrazione per ricordare le 16 vite spezzate nel tragico incidente del 6 agosto 2005.
Sono passati vent'anni da quel maledetto 6 agosto 2005, quando il volo Tuninter 1153, un ATR 72 decollato da Bari e diretto a Djerba, in Tunisia, precipitò in mare aperto al largo di Capo Gallo, in Sicilia.
Oggi, la comunità si stringe nel ricordo delle sedici persone che persero la vita in quella tragedia.
L'Associazione Capo Gallo, animata da familiari e amici delle vittime, ha organizzato una toccante commemorazione.
Successivamente, la cerimonia si sposterà al Parco di Punta Perotti, dove è stata deposta una targa commemorativa davanti alla stele che da anni simboleggia il legame indissolubile tra la città e i suoi figli volati via troppo presto.
L'invito a partecipare, firmato da Marcella, sorella di una delle vittime, è un messaggio di profonda commozione e resilienza.
"A 20 anni da quel maledetto disastro aereo che ha segnato per sempre le nostre vite," scrive, "ci ritroveremo nuovamente e ci stringeremo forte gli uni agli altri perché le nostre vite si sono intrecciate a quelle di ogni familiare, di ogni superstite, della intera Città... Noi ci siamo e nel tempo siamo diventati molti di più e sempre ricorderemo i loro volti, le loro vite!"
Parole che danno voce a un dolore condiviso ma anche a una forza straordinaria, quella che ha permesso a chi è rimasto di trasformare la sofferenza in impegno.
Tra le vittime, si ricordano la piccola Chiara Aquaro di soli 4 anni, la sua mamma Elisabetta, e poi Carmela, Paola, Isabella, Barbara, Francesco, Raffaele, Enrico, Grazia, Rosa, Antonella, Anna Palma, e i due membri dell'equipaggio, Moez e Chokri.
Le indagini successive alla tragedia accertarono che la causa dell'incidente fu lo spegnimento dei motori per mancanza di carburante, una conseguenza di una manutenzione errata e di un indicatore di livello non adatto al velivolo.
Un errore umano che costò la vita a 16 persone, lasciando una ferita profonda nella storia della città.
Oggi, vent'anni dopo, il ricordo di quelle vite continua a vivere nei cuori dei baresi, testimoniando un dolore mai sopito e una memoria che non si spegnerà mai.
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