Ben Gvir e la provocazione sulla Spianata delle Moschee, un gesto calcolato che infiamma gli animi: Conquistare Gaza e cacciare i palestinesi.
La visita del ministro israeliano in un luogo sacro dell'Islam, tra appelli alla conquista e il sabotaggio degli sforzi per un cessate il fuoco.
In un momento di altissima tensione, segnato dal conflitto a Gaza e dal dibattito internazionale su un possibile cessate il fuoco, una figura controversa del governo israeliano ha compiuto un gesto destinato a infiammare ulteriormente la situazione.
Itamar Ben Gvir, ministro per la Sicurezza Nazionale e noto esponente dell'ala più radicale della politica israeliana, ha visitato la Spianata delle Moschee, il terzo luogo più sacro dell'Islam, in una mossa che molti considerano una deliberata provocazione.
Accompagnato da un nutrito gruppo di sostenitori e da una scorta armata, Ben Gvir si è recato in un'area sacra sia per i musulmani che per gli ebrei, il cui accesso e le cui norme sono regolati da un delicato status quo.
La sua presenza, unita alle sue dichiarazioni spesso incendiarie sulla necessità di un maggiore controllo ebraico sul sito, ha suscitato immediatamente la condanna delle autorità palestinesi e di gran parte del mondo arabo.
La visita non è un evento isolato, ma si inserisce in un quadro di azioni e dichiarazioni che hanno reso Ben Gvir e il suo partito una delle componenti più estreme del governo di Benjamin Netanyahu.
Le sue dichiarazioni hanno incluso appelli all'espulsione dei palestinesi e la promozione di insediamenti ebraici.
Il tutto è ovviamente visto non solo come un ostacolo concreto a qualsiasi tentativo di pacificazione, ma un vero e proprio attacco.
Gli osservatori politici sostengono che questo tipo di azioni serva a rafforzare la base elettorale di destra di Ben Gvir e a mandare un messaggio chiaro a chiunque stia cercando una soluzione diplomatica al conflitto.
La visita alla Spianata delle Moschee è stata interpretata come un tentativo di minare alla radice ogni sforzo di tregua, dimostrando che una parte influente del governo israeliano non è interessata a una pace negoziata.
Mentre la guerra a Gaza continua a mietere vittime civili e il mondo invoca un cessate il fuoco, le azioni di Ben Gvir rappresentano un elemento di ulteriore instabilità, alimentando la rabbia e l'indignazione di arabi e palestinesi.
Resta da vedere quale sarà la reazione della comunità internazionale e se gesti come questo avranno conseguenze sul futuro politico della regione.
Certo, se uno degli individui più reazionari, razzisti, fanatici del governo più reazionario, razzista e fanatico al mondo, si mette a pregare, "a sfottimento" ed urla ai quattro venti di conquista di Gaza e deportazione dei palestinesi, ma di che cazzo dobbiamo parlare più?
Questa gente va disinnescata in qualche maniera ed il più presto possibile altro che chiacchiere varie.
Quanto sarò felice quando questo prima o poi arriverà, altrimenti saremo in mondo più di merda di quello che si possa pensare.
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