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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Netanyahu: “Occuperemo l’intera Striscia di Gaza. La decisione è stata presa"! La "Soluzione Finale" è inquietante,



Le parole che annuncerebbero l'occupazione totale della Striscia di Gaza da parte di Israele, se confermate, segnerebbero una svolta drammatica nel conflitto. Un'analisi delle possibili conseguenze, tra "follia lucida" e silenzio internazionale.

Le parole, quando pronunciate da un leader in tempo di guerra, possono avere un peso devastante. 

L'annuncio che Israele intende "occupare l'intera Striscia di Gaza" si inserisce in un contesto già segnato da un'escalation di violenza e distruzione. 

Se confermato, un simile piano segnerebbe una svolta drammatica, non solo per il Medio Oriente, ma per l'intero equilibrio geopolitico mondiale.

Dopo averla bombardata, rasa al suolo e affamata, restava una sola cosa da fare: occuparla. 

L'idea di una "soluzione finale" evoca, in modo agghiacciante, l'ombra di eventi storici tragici. Sebbene il contesto sia diverso, la retorica dell'annientamento e del controllo totale risuona con un'inquietudine profonda. 

Le conseguenze di un'occupazione totale sarebbero incalcolabili: lo sfollamento di massa di una popolazione già allo stremo, il rischio di ulteriori atrocità e la cancellazione di ogni speranza di una coesistenza pacifica.

Il piano, descritto come "lucida follia" da alcuni, non è solo una reazione impulsiva, ma il culmine di una strategia che ha visto bombardamenti incessanti, distruzione di infrastrutture e una crisi umanitaria senza precedenti. 

L'intento è  la cancellazione di Gaza come entità vivibile e autonoma. 
Ma, ironia della sorte, come evidenziato da molte voci critiche, questa strategia rischia di distruggere talmente tanto da rendere l'eventuale occupazione una vittoria vuota. 
Cosa rimane da occupare quando tutto è ridotto in macerie?

La comunità internazionale, di fronte a un tale scenario, si troverebbe a un bivio. 
Le reazioni, finora divise tra condanna, cautela e, in alcuni casi, silenzio complice, verrebbero messe alla prova. 

L'appoggio di figure politiche influenti come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, amplificherebbe le divisioni, rendendo ancora più difficile una risposta unitaria e decisa. 
E sembra che il criminale israeliano abbia già avuto l’ok di Trump.

La vera domanda, però, è come reagirà l'opinione pubblica globale. 
Sarà un'occasione per una condanna unanime, o il mondo si limiterà a voltare la testa, inorridito ma inerme, di fronte all'ennesima tragedia?

Sono incredulo nel vedere che solo ora qualcuno si sveglia e si scandalizza per qualcosa che era evidente già da due anni. 
O, ancora peggio, mi indigna chi non prova alcun orrore e, in modo servile, si adatta e applaude.

Ma questo schifo non si può perdonare.

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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