L'inciviltà sulle spiagge di Mola: piattaforme per disabili usate come solarium.
Mola di Bari, un gioiello culturale che si scontra con il degrado. Le passerelle per l'accessibilità, tanto celebrate, diventano lettini da sole per bagnanti senza scrupoli.
Mola di Bari, per certi versi, è una città in fermento, una fucina di idee e iniziative culturali che mirano a farla crescere.
Tuttavia, questo dinamismo si scontra spesso con una realtà desolante, fatta di comportamenti incivili e mancanza di rispetto per il bene comune.
Un esempio lampante di questa inciviltà emerge dalle spiagge locali, dove strutture concepite per garantire l'accessibilità a persone con disabilità vengono utilizzate in modo del tutto improprio.
La denuncia arriva da un post su Facebook di Andrea De Silvio, che ha pubblicato una foto emblematica che condivido anche io come apertura di questo scritto:
a Porto Colombo, la piattaforma e la passerella in legno, installate per consentire alle persone con mobilità ridotta di raggiungere agevolmente il mare, sono letteralmente prese d'assalto da bagnanti che le usano come solarium.
La stessa situazione, a quanto pare, si ripete anche in altre località come Cozze.
Un'offesa alla dignità e al rispetto.
Queste piattaforme non sono semplici panchine, ma strutture essenziali che rappresentano un passo avanti verso l'inclusività.
La loro installazione è stata frutto di un impegno civico e amministrativo, e l'annuncio della loro realizzazione è stato ampiamente diffuso.
Sapere che vengono utilizzate in questo modo è un colpo al cuore per chiunque creda nei valori di una comunità civile.
È un'offesa non solo al bene pubblico, ma soprattutto alle persone che avrebbero bisogno di quelle strutture per godersi finalmente una giornata al mare in autonomia e serenità.
L'immagine di quelle passerelle ingombrate da teli mare e sdraio è un pugno nello stomaco e fa sorgere una domanda inevitabile: come ci si sente a privare qualcuno di un diritto fondamentale, per puro egoismo e indifferenza?
Certo, si potrebbe pensare che una segnaletica più chiara, magari con la dicitura "riservato ai disabili", possa risolvere il problema, ma si tratta di una scusa debole.
Chi si comporta in questo modo è consapevole del suo gesto, agisce per menefreghismo e maleducazione.
La soluzione, quindi, non sta solo nell'informare, ma nel sanzionare.
La speranza è che la diffusione di queste immagini e la protesta pubblica possano smuovere le istituzioni.
È necessario un intervento deciso della polizia municipale o del Comune, che dovrebbero intensificare i controlli e, soprattutto, applicare multe salate.
Purtroppo, l'esperienza insegna che spesso è solo quando si tocca il portafoglio che le persone imparano a rispettare le regole e il prossimo.
L'inciviltà non può essere tollerata, soprattutto quando mina i diritti e la dignità delle persone più vulnerabili.
Le piattaforme per disabili non sono un capriccio, ma un segno di civiltà.
È ora che i cittadini di Mola, e non solo, lo capiscano e lo rispettino, o che imparino a farlo a proprie spese.
Commenti