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Sciopero dei portuali di Genova blocca un carico d'armi diretto in Israele



Un'azione di disobbedienza civile da parte dei camalli genovesi costringe la compagnia marittima Cosco a rinunciare allo sbarco di tre container di armamenti.

I lavoratori portuali del porto di Genova, noti come "camalli", hanno ottenuto una vittoria significativa nel loro impegno contro i conflitti internazionali, bloccando un carico di armi diretto in Israele. L'iniziativa, coordinata dal Calp (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali), ha costretto la compagnia marittima cinese Cosco a rinunciare allo sbarco di tre container contenenti armamenti.

Una vittoria della disobbedienza civile

La mobilitazione dei portuali è stata annunciata attraverso un preavviso di sciopero, in segno di solidarietà con la popolazione palestinese e per chiedere un immediato cessate il fuoco. La protesta, supportata da una rete di coordinamento internazionale tra i porti, ha esercitato una pressione tale da portare la Cosco a cambiare i suoi piani. Secondo il Calp, questa è la prima volta che una compagnia di tale portata cede a questo tipo di azione.

"È la prima volta che accade che una compagnia marittima di peso come la Cosco ci comunichi la rinuncia di questo carico", ha dichiarato il Collettivo in un comunicato. La loro azione si inserisce in un movimento più ampio di disobbedienza civile, un modo per i cittadini di opporsi a decisioni che ritengono ingiuste o immorali.

Le iniziative contro i traffici d'armi

Il blocco di Genova non è un caso isolato. Negli ultimi anni, in diverse parti del mondo, i sindacati e i lavoratori dei trasporti hanno bloccato carichi di armi in segno di protesta. Già nel 2021, i portuali di Livorno avevano bloccato un carico di armi e munizioni diretto in Israele e nel 2014, durante il conflitto nella Striscia di Gaza, diverse navi mercantili erano state bloccate da lavoratori e attivisti.

L'azione dei portuali genovesi è parte di una più vasta rete di solidarietà e di attivismo pacifista. Il Calp ha confermato che continuerà a monitorare e a mobilitarsi per impedire il transito di armamenti nei porti civili, sottolineando la loro determinazione nel sostenere la popolazione palestinese e nel promuovere la pace.

Questa vicenda evidenzia il ruolo che i lavoratori possono avere nel dibattito politico e internazionale, dimostrando come l'azione diretta e coordinata possa produrre risultati concreti, anche in contesti complessi come i conflitti geopolitici. Il gesto dei camalli di Genova è un chiaro segnale di come la disobbedienza civile possa diventare uno strumento potente per salvare vite e per dare voce alle istanze di pace.


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