Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Giornata mondiale contro l’Omobitransfobia. In tutto il Mondo, a Mola e vicino a me.




Purtroppo i numeri continuano a dimostrare l'importanza di dover dare risalto, anche nel 2021 a quello che per assurdo continua ad essere un problema sociale.


L’importanza della Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, che ricorre oggi 17 maggio vuole essere soprattutto un atto di sensibilizzazione verso qualcosa che la gente dovrebbe dare per ovvia e scontata, ma che ancora non si scrosta da quell'ignoranza di fondo che porta l'essere umano a non comportarsi da tale.

Come molti sapranno, si celebra in questa data perchè il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha finalmente rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali ed ha stabilito che l’orientamento sessuale è parte dell’identità delle persone, non una forma di patologia o di devianza.

The International Day Against Homophobia, Transphobia and Biphobiaora è stato introdotto dal 2004 e in Europa dal 2007 ed è celebrato in oltre 130 Paesi. 

C'è la tendenza a ritenere queste problematiche, come fossero di second'ordine, nella migliore delle ipotesi, da chi non viene toccato da queste situazioni o, peggio, da chi si rende autore di atti di bullismo e prevaricazione che, ovviamente non dovrebbero essere esistere in nessuna società che si ritenga civile.

In questo periodo c'è la tendenza a mettere sul piano della bilancia la pandemia, ma anche la guerra tra Israele e Palestina, anche da parte di chi, in realtà non gliene frega niente, ma usa come scusa questi temi per minimizzare quest'altro argomento.

Purtroppo la realtà dice che solo in Italia ci sono circa 50 richieste d’aiuto al giorno, fra chat e telefonate. 
Un'agghiacciante media di 20mila all’anno.
Si calcola che per il 60% provengono da giovani in età fra i 13 e i 27 anni. 
Sempre fra i giovani, le associazioni che si occupano di raccogliere queste richieste, riferiscono che in tanti hanno subito anche diversi problemi in famiglia in seguito al proprio coming out. 
Compresa la reclusione all’interno delle mura domestiche, vari tentativi di "conversione", violenza verbale e fisica. 
Molti sono stati cacciati di casa e perso anche il sostegno economico da parte dei genitori.

A chi ha sempre sostenuto che l'esperienza della Pandemia ci avrebbe migliorati come esseri umani, posso rispondere, essendomi documentato che proprio in quest'anno sono cresciute  le minacce ricevute e le discriminazioni sul lavoro.
Il  cyberbullismo, poi, quello non si riuscirà mai, probabilmente neanche a quantificarlo.

Quest’anno la giornata ha ancora più rilevanza perchè si scontra con l'ennesimo caso politico sul genere.
Siamo, infatti, nel centro della discussione sul ddl Zan. 
La vogliono far passare per qualcosa che riguarda "le solite cose della sinistra" , visto che il provvedimento è stato promosso dal deputato del Partito democratico Alessandro Zan.

La verità è che in Italia manca ancora, infatti, una legge che contrasti l’omobitrasnfobia.
Prevedere di ampliare il reato di propaganda e istigazione a delinquere (604 bis del codice penale), che non contemplerebbe più esclusivamente i “motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” ma anche quelli “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”, dovrebbe essere una cosa ovvia, scontata e sacrosanta e dovrebbe essere ritenuta tale da tutti.
Partiti politici, istituzioni e gente comune.

Le associazioni Lgbti hanno organizzato, il 15, 16 e 17 maggio, mobilitazioni in oltre 50 piazze italiane per chiedere quanto prima l’approvazione del ddl senza modifiche.

Mola di Bari, città nella quale risiedo risponde attraverso una bella iniziativa che riguarda una panchina dipinta a tema arcobaleno ed attraverso le parole del Sindaco Giuseppe Colonna:

"Come negli anni passati il Comune di Mola aderisce alla Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia.
Quest’anno, oltre ad esporre sulla facciata del Palazzo Comunale la bandiera arcobaleno, simbolo del movimento per i diritti gay, abbiamo voluto fare qualcosa in più. 
Abbiamo dipinto a tema arcobaleno una panchina di Piazza Municipio. 
Una scelta fatta non a caso. Visto che li c’è anche la panchina rossa dedicata alla Giornata per l’eliminazione della violenza contro le Donne (che abbiamo fatto ridipingere). 
Una Piazza spesso vissuta e abitata da tante famiglie molesi, sulla quale si affacciano molti degli uffici del Palazzo Municipale.
Un luogo, un monito, per ricordarci che i diritti vanno sempre tutelati e rispettati e questo non è solo un compito, ma un DOVERE da parte di tutta la Comunità.
Ringrazio l’Ufficio Tecnico e i Servizi Sociali che ci hanno supportato nella realizzazione dell’iniziativa.
Ci tengo, infine, a precisare una cosa. Sulle due panchine che oggi andiamo ad inaugurare ci sono due targhe che non solo ci spiegano cosa rappresentano, ma indicano i numeri utili da chiamare in caso di difficoltà. 
E se i numeri non bastano e avete bisogno di supporto e aiuto non esitate a chiederlo. 
Ai genitori, ai docenti, agli amici e se non basta ricordate che ci sono i Servizi Sociali, le Forze dell’Ordine, ci sono io. 
Perché nessuno deve più permettersi di dirci chi dobbiamo essere e chi dobbiamo amare.
Perché, come scritto sulla targa della panchina arcobaleno: 
“L’amore ha l’amore come solo argomento” 
(De Andrè). 
E quale giornata migliore per sostenere il DDL ZAN !?"

Ma voglio andare oltre e aggiungere il pensiero del mio amico Pietro Sportelli che sul suo profilo Facebook ha analizzato come solo lui sa fare, il senso di questa giornata.

Con gli "Sposi Petro e Alex" ho condiviso tante iniziative, ma soprattutto il matrimonio.
Ed addirittura la stessa sala scelta, Tenuta Pinto.
Il percorso che si fa per sposarsi, la scelta del pranzo, le serate di degustazione, ecc.... tante cosa da contorno ... che spesso stridono con l'essenza stessa di una unione.

In quel caso, invece, anche tutte quelle manfrine, sono diventate un simbolo.
la dimostrazione che ....
che si tratti di me e mia moglie (uomo e donna)
o di Piero ed Alex (due ragazzi dello stesso sesso)
Non cambiava assolutamente nulla.

C'erano le stesse ansie, le stesse preoccupazioni, le stesse rotture di coglioni circa quelle cose che intorno al mondo matrimoniale sono definite come "dovute".

Lo stesso sentimento, la stessa intensità, lo stesso inizio di un percorso....
Ovviamente ognuna delle coppie ha partecipato anche al matrimonio dell'altra....
e se proprio vi piace questa parola, se la volete, per semplificare le cose.....

.... entrambi le situazioni sono state vissute come "normali".

Certo, un certo retaggio ha messo in difficoltà su alcuni punti i miei amici.....
ma credo che finalmente anche quella difficoltà, sia stata superata e la simboleggia proprio la foto che ho scelto per aprire questo mio lungo scritto.

"Tenero è il giorno
in cui i demoni se ne vanno
"
(Blur)

Lascio la parola a Pietro, come se stessi facendo una Manciointervista ....
in realtà sarà un monologo che ho rubato, ma che servirà più delle tante mie parole a spiegare un concetto che dovrebbe essere ovvio, ma che purtroppo ancora non è:

"Oggi, nella piazza alle spalle del Municipio del mio paese, è stata inaugurata una panchina arcobaleno.
Credo che quello che possa fare la differenza in giornate come questa, dove la simbologia per alcuni può sembrare più forte della vita reale, sia raccontare qualcosa di tuo, qualcosa di mio, di nostro.
Spesso mi sono chiesto se valesse la pena mostrare parte della propria vita a tutti, sui social o sulla stampa.
La risposta è arrivata un attimo dopo aver vissuto con Alex la nostra unione civile.
Abbiamo iniziato a ricevere messaggi privati e poi telefonate, caffé, con racconti di vita differenti dal nostro, ma preziosi e fragili, racconti e vite che vanno custoditi, protetti, aiutati, accompagnati.
La storia di Marco che non si riconosceva in quel corpo e nemmeno nelle mura della sua casa, una prigione nella prigione.
La paura di tutto e tutti di Lucia, desiderosa di gridare al mondo chi fosse ma bloccata da domande come "e se non mi accettassero? se non mi volessero più bene? se mi insultassero? e se restassi sola?".
Le lacrime di Giovanni, che si sentiva sbagliato, diverso da suo fratello che portava sempre belle ragazze a casa, diverso dalle aspettative di suo padre. Per questo Giovanni allontanava "la cosa" da se odiando chi si sentiva già libero di essere se stesso. Si, quanto ha pianto Giovanni che si sentiva allo tempo tempo diverso e stronzo.
Quello che accomuna tutte queste storie, anche la mia personale, è sempre qualcosa che viene causato dall'ambiente esterno: la paura del giudizio, di sentirsi emarginati, esclusi, non più parte di un gruppo, di una comunità.
La paura di perdere gli affetti, quelli sicuri come i tuoi genitori, ma anche la paura di quel che si è, perché se per anni ho sentito che "così non va bene", allora non sono normale.
L'omofobia non è semplicemente l'azione negativa, delittuosa, di un altro verso un individuo, ma è la percezione ostile di un intero ambiente che invece dovrebbe essere sempre ospitale per quell'individuo, per quel cittadino che ha gli stessi diritti.
L'omofobia non è semplicemente un insulto, ma è il dramma che causa quell'insulto nella vita di chi già avverte il proprio mondo non accogliente.
Con Alex abbiamo conosciuto anche volti, occhi di chi non abbiamo saputo anche noi comprendere, ne portiamo il peso perché oggi non ci sono più quelli splendidi occhi.
Tutti dobbiamo portare la responsabilità di chi è più fragile, lo possiamo fare partendo dal nostro linguaggio, rendendo il nostro ambiente di vita accogliente sempre e ovunque.
Abbiamo la responsabilità della vita di tanti, perché chiunque, come te, possa realizzarsi, esprimersi nella totalità di quello che è.
E dobbiamo difenderci, sempre e ovunque, da chi allontana la diversità, ne ha paura e non ne coglie la bellezza, l'arcobaleno che spunta ogni giorno della nostra vita quando ci apriamo all'altro nella sua interezza
."

.... che altro aggiungere...
perchè si può aggiungere ancora qualcosa?

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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