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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

"Caffè Enigma" l'Opera Prima di Vito Marangelli; bella esperienza di lettura.




Il gusto del caffè tinge di noir una storia che parte da tutt'altro e finisce per chiarire tutto in un locale chiamato Enigma. 

Ho letto "Caffè Enigma", primo romanzo di Vito Marangelli che mi è piaciuto molto. 

Sono dell'idea che ogni volta che si comincia a leggere un libro, si parta per un viaggio.

Lo fai in due maniere diverse e, per certi versi "contemporaneamente". 

Da una parte psicologicamente sei portato ad immergerti nella storia e nelle vicissitudini e dall'altra lo fai quasi fisicamente andando a visitare i luoghi nei quali si svolge la trama, che siano di fantasia o, come in questo caso realmente esistenti.

In questa bella esperienza di lettura siamo partiti da un ufficio al numero 6 di Kindrata Rylevyeva, centralissima strada a due passi da tutto, a Leopoli, città dell'Ucraina; luogo strategico dal quale si gode della vista della cattedrale di San Giorgio, oltre alla comodità di essere vicini ai centri burocratici dell'Oblast, grosso modo la regione, l'Università, ecc... e siamo arrivati alla nostra vicina Lecce. 

Bello imparare qualcosa di una nazione a noi lontana, ma altrettanto bello immaginarsi ancora di più nella storia quando è perfetta la corrispondenza della descrizione con luoghi che conosci, dalla strada per Monteroni, alla centralissima piazza Sant'Oronzo, nel centro di Lecce, senza scartare il riferimento al fatto che molte ville che si vogliono abitare specialmente durante l'estate salentina siano a Torre dell'orso. 

Caffè Enigma inizia descrivendo una realtà a noi lontana e poco dopo che l' hai metabolizzata cominci a trovare termini medici e scientifici, sicuramente il pane quotidiano per l'autore, che della materia è uno specialista, ma non di tutti i lettori. 

Questo mette in difficoltà chi approccia quest'opera? 
Certo che no e questo dimostra una certa bravura nella narrazione nonostante questo sia il primo romanzo di Vito Marangelli. 

Ovviamente si vede che l'autore non è un neofita nel campo della scrittura, visti tutti i suoi contributi attraveverso  pubblicazioni di natura scientifica, o in mass media e social, ma, si sa, scrivere un libro può essere un'altra cosa. 

A mio parere il salto, in questo caso, non solo non si paga, ma rappresenta, per certi versi, una voglia di espandersi che potrei definire assolutamente ben riuscita. 

Possiamo definirlo un romanzo noir 
che vede come protagonista Alina Demidoff.
Una spia? Una vittima? Beh.... Dovrete leggere il libro, non posso raccontarvi tutto. 

'... E le spie emersero dall’acqua
e ti senti così male perché sai
che le spie si nascondono in ogni angolo
ma non le puoi toccare, no
perché sono tutte spie"
(Coldplay) 

La cosa certa è che colui che legge l'opera non riesce ad individuare subito l'eventuale colpevole perché non c'è un vero e proprio crimine o quantomeno non uno solo e non per forza fondamentale in senso stretto a ciò che viene raccontato, nel senso che non ha un unico fine. 

Si viene coinvolti in diverse situazioni che man mano il racconto va avanti si intrecciano tra di loro. 
Siamo a Lecce soprattutto in un luogo centrale, come piazza. 
La figura di Sant'Oronzo in evidenza, ma se fossimo a Bari ci sarebbe San Nicola e nulla toglierebbe al racconto se non fosse la voglia dell'autore di descrivere le bellezze dei luoghi salentini e la storia dei suoi monumenti. 

Ci potrebbe essere la colonna sonora dei Macalevi o ambientazioni tipiche di Danimarca, Rep. Ceca, Portogallo, Parma,Olanda, Molfetta? 
Probabilmente non avrebbe lo stesso effetto perché è l'autore a stabilire l'ambientazione di ciò che racconta. 
E diventa fondamentale anche avvertire lo stesso caldo e gli stessi colori. 

Oggi siamo portati a parlare di Israele, Palestina e ddl Zan, ma la normalità delle cose è fatta anche da tanto altro, come possono essere la vita comune, i traffici illeciti, lo spionaggio, la malavita, ecc..... 
Cose che non vanno mai in vacanza. 

Qui c'è uno spaccato di quello che ognuno di noi potrebbe vivere, con lo sfondo di una questione di spionaggio internazionale, che si intreccia con la realtà locale fatta si di pregi, ma anche di tanti difetti. 

La protagonista deve sottostare ad un ricatto e quindi, nelle vesti di studentessa ucraina al Politecnico con una tesi sulle nuove tecniche di biotecnologia, tramite quella che viene presentata come una borsa di studio, viene inviata a Lecce per rubare informazioni sul lavoro di un professore della Nanoleck, il professor Cataldi che diventa suo tutor per l'eventuale tesi di laurea, o almeno questo si vuol far credere allo studioso italiano. 

La lettura del romanzo è scorrevole, ma soprattutto piacevole.

Alina è un' aspirante ricercatrice nel mondo delle nanotecnologie, ma alla fine la ritroviamo all'interno di un intrigo internazionale che non scade in paradossali minestroni narrativi per allungare il brodo, visto che già così il tutto è sufficientemente descrittivo. 

Il racconto rimane comunque sobrio, per certi versi angelico come San Michele, a proposito di santi venerati nel Salento, vista la sottolineata purezza della protagonista e non ubriacato a dismisura da effetti speciali volutamente ammiccanti o esagerati. 
Gli stessi bar coinvolti nella storia presentano caratteristiche "pacate" non rappresentano realtà nelle quelli si vuole festeggiare San Patrizio o generare confusione. 

"Enigma Caffè", quindi, appare come una bella scoperta che va ad inserirsi in un concetto di scrittura che non vuole essere sensazionalista a tutti i costi, ma che cattura il lettore fino alla fine. 

Non scivola neanche nei luoghi comuni, non ci sono "Innamorati di una Escort" alla Mr. Facciolla, visto che parliamo di una ragazza Ucraina che riesce addirittura a trovare un lavoro in quattro e quattro otto, senza stereotipati preconcetti verso le ragazze dell'est. 

Nella principale città salentina la protagonista trova anche l'amore, tingendo il romanzo anche un po' di rosa. 

Se vogliamo trovare un difetto al libro, è presto detto:
Ad un certo punto la storia finisce e non avevi voglia di smettere di leggerla. 

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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