Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

A Mola nasce "Argo" con finalità di partecipazione e di dialogo.






Serve aprire una nuova stagione in netta discontinuità con le scelte di questi anni.


La voglia di novità è data dal l'insoddisfazione, ma spesso ci si riferisce al passato per tracciare una rotta di evoluzione. 

Lo fanno i Maneskin attraverso le sonorità delle note che resero famosi mostri sacri del passato, lo fa la politica per cercare di raddrizzare un mondo alla deriva. 

Che si viva a Putignano, Noci, o in Palestina ed in Israele, o in Qatar e non solo nel 2022, o si provienga dalla luna, come canta Caparezza, non bisogna essere Einstein per capire che c'è sempre qualcosa che non sta bene. 

Il "Viva la vida" alla Coldplay, in maniera assoluta non esiste, specialmente di questi tempi. 

Quindi in teoria le parole che seguiranno sono come zucchero nel caffè. 

Solo un dubbio, ma non esisteva già Futura? 

Ad ogni modo eccovi il 
Comunicato stampa 
Firmato da 
Antonio Bonamassa, Vincenzo Cristino, 
Luigi Custodero, Elisabetta Demonte, Giambattista Mola, 
Anna Maria Santoro, 
Antonio Tricase:👇🏻 

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ARGO è il nome che un gruppo di cittadini ha scelto per organizzare un percorso di partecipazione aprendosi al mondo esterno, al fine di offrire orizzonti ad una metodologia politica che parta dalla società.

Le esperienze politico amministrative degli ultimi anni hanno dimostrato la incapacità di dare corpo da parte delle forze progressiste ad un comune progetto politico con alla base un’idea condivisa di paese.

Serve aprire una nuova stagione in netta discontinuità con le scelte di questi anni.

È arrivato il tempo di recuperare, attraverso un percorso virtuoso, i valori, gli ideali, le idee ed i progetti che da sempre fanno parte del nostro comune sentire.

Occorre organizzare un centrosinistra che si riconosca non solo nelle diverse forze politiche che lo compongono, ma soprattutto nei molti cittadini che non aderiscono più a nessun partito e/o movimento, e nelle tantissime esperienze locali ed associative, facendo riferimento, tra l’altro, anche al mondo del lavoro, della cultura, al mondo giovanile.

È il caso di sperimentare un nuovo modo di pensare la politica (superando le solite logiche di potere), nel solco di un ormai indilazionabile rinnovamento sulla base di idee e programmi su cui confrontarsi.

Si intende dare vita così ad uno spazio permanente di ascolto, dibattito, senza tessere.

Bisogna tornare alla buona politica, più vicina alla gente, serve una politica capace di aprirsi e favorire la partecipazione di donne e uomini, che prediliga il dialogo, la forza delle parole e delle idee.

Troppo spesso assistiamo invece a messaggi distorti ed autoreferenziali, quasi dimentichi del pensiero delle persone, più somiglianti a dei proclami che all’incoraggiamento alla partecipazione.

Di qui l’idea di andare oltre l’esistente, perché per reinventare un campo democratico-progressista occorre innanzitutto rifondare un dialogo che non può che partire dal basso, provocando una discussione che abbia come protagoniste proprio le persone.

In tal senso, è importante promuovere percorsi di coesione sociale, contemperando altresì le diverse esigenze generazionali, annullando il divario tra giovani e meno giovani, andando incontro inoltre ai bisogni delle numerose forme di associazionismo, all’insegna di un ritrovato senso di comunità.

L’obiettivo è quello di affrontare le questioni concrete che interessano i cittadini, provando ad articolare una visione di paese con il contributo di tutti.

Bisognerà fare squadra per vincere le sfide che ci attendono.

Sfide che hanno nomi quali il lavoro, la disuguaglianza sociale, le povertà, la salute, l’ambiente, solo per citarne alcune.

Sapere quale identità e vocazione debba avere il nostro paese è un imprescindibile punto di partenza per gli anni a venire.

Innovazione, ricerca e sviluppo le direttrici.

Siamo consapevoli della difficoltà del compito che abbiamo davanti.

È per questo che ci siamo affidati nella scelta del nome ad un mito, la nave Argo, secondo certe versioni la prima nave, la migliore e più veloce secondo altre, ma pur sempre la prima a sfidare il mare aperto.

Perché di un’avventura si tratta, da affrontare con spirito leggero senza niente di costruito ma tutto da costruire.

La navigazione abbia così inizio.

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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