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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Bigotti e Arretrati: La Bozza sul Fine Vita Meloniana Affonda i Diritti Civili.


Un Testo Retrogrado e Bigotto Mina Autodeterminazione e Libertà, Ignorando Sentenze e Progresso

Una bozza di legge sul fine vita presentata dalla maggioranza di governo, in particolare dai senatori di Fratelli d'Italia e Forza Italia, sta scuotendo profondamente il panorama politico italiano e sollevando accese critiche da parte delle opposizioni e di esperti legali. 

La proposta, che secondo molti contrasta apertamente con le indicazioni della Corte Costituzionale e ignora decenni di dibattito sui diritti civili, è vista come un tentativo retrogrado e bigotto di imporre un'etica di Stato sulla vita dei cittadini, calpestando la loro autodeterminazione.

La Corte Costituzionale ha da anni sollecitato il Parlamento a legiferare sul fine vita, in particolare dopo la storica sentenza sul caso Cappato-Antoniani, che ha riconosciuto la possibilità di aiuto al suicidio assistito in determinate condizioni. 

Tuttavia, la bozza attuale sembra andare in una direzione diametralmente opposta, rivelando una mentalità che alcuni definiscono antiquata e profondamente arretrata rispetto al progresso sociale e giuridico.

Il testo, definito da alcuni commentatori come "raffazzonato" e frutto di una visione miope, introduce una serie di paletti che renderebbero l'accesso al fine vita significativamente più difficile. 

Tra le disposizioni più controverse figurano:

 * Obbligo di cure palliative e trattamenti di sostituzione delle funzioni vitali: Prima di poter accedere a qualsiasi decisione sul fine vita, il paziente sarebbe obbligato a sottoporsi a cure palliative e a trattamenti volti a mantenere le funzioni vitali. 
Questa condizione è vista da molti come un'imposizione che ignora la volontà del singolo e il suo diritto all'autodeterminazione, in palese contrasto con i principi stabiliti dalla Consulta. 
È una clausola che riflette una concezione rigida e dogmatica, lontana dalle esigenze di chi affronta la fine della vita.

 * Comitato etico di nomina governativa: La decisione finale sull'accesso al fine vita non spetterebbe più unicamente ai medici e alla volontà del paziente, ma sarebbe subordinata al parere di un comitato etico di nomina governativa. 
Questa clausola solleva forti preoccupazioni riguardo all'indipendenza del comitato e alla possibilità di influenze politiche sulla vita e sulla morte dei cittadini. 
Si teme che questo comitato possa agire come un baluardo per chi si oppone per principio all'autodeterminazione, perpetuando un approccio obsoleto e moralistico.

Oltre alle disposizioni sul fine vita, la bozza ha suscitato indignazione per l'inclusione di una norma esplicitamente anti-aborto. 
Il primo punto del testo menziona la "tutela della vita dal concepimento alla morte", una formulazione che, secondo le opposizioni, non solo è del tutto estranea alla questione del fine vita, ma rappresenta un tentativo di riaprire il dibattito sulla legge 194 sull'aborto. 
Questa mossa è percepita come un'ingerenza in un diritto consolidato e un ulteriore passo verso uno "Stato etico" che pretende di dettare le scelte più intime e personali degli individui. 
È un chiaro segnale di una mentalità che, nella migliore delle ipotesi, può essere definita arretrata e bigotta, incapace di accettare i diritti e le libertà fondamentali.

Molti osservatori ritengono che questa bozza segni un punto basso nella storia recente del Parlamento italiano in materia di diritti civili. Non era mai accaduto nella storia repubblicana che una maggioranza di governo tentasse di disporre in modo così pervasivo e esplicito della vita delle persone, "dal concepimento alla morte", attraverso un unico testo legislativo. Un'iniziativa che rivela una preoccupante inclinazione verso un controllo etico e morale sulla vita dei cittadini.

Di fronte a questa situazione, le opposizioni hanno lanciato un appello all'unità, sia dentro che fuori dal Parlamento. 

La richiesta è di fare "barricate" per fermare quella che viene definita una "vergogna" e impedire che la bozza diventi legge. 

Si preannuncia quindi un acceso scontro politico nelle prossime settimane e mesi, con il futuro dei diritti civili in Italia al centro del dibattito. 

La palla passa ora al confronto parlamentare, che si prevede tutt'altro che semplice. 
Riuscirà la società civile e l'opposizione a fermare questo tentativo di imporre una visione così bigotta e arretrata sulla vita dei cittadini italiani?

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