Scontro sulla Cultura: Firenze in Rivolta per il Declassamento della Pergola
Il Ministero "punisce" Stefano Massini: "Decisione politica senza precedenti", la sindaca Funaro annuncia ricorso al TAR.
La notizia del declassamento, giunta proprio mentre il Teatro della Pergola presentava il suo nuovo cartellone, è stata accolta come un affronto non solo a un'istituzione storica e alla città di Firenze, ma anche all'artista e intellettuale Stefano Massini, nominato direttore artistico a gennaio.
La percezione diffusa è che si tratti di una punizione per la sua voce indipendente e la sua libertà di pensiero, in un clima che alcuni definiscono di "tribalismo politico" nel campo della cultura.
A riprova della gravità della situazione, tre dei sette componenti della commissione consultiva per il teatro del Ministero si sono dimessi per protesta contro la decisione del ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Le loro dimissioni, come sottolineato dalla sindaca di Firenze, Sara Funaro, sono state motivate dalla convinzione che le ragioni addotte per il declassamento fossero "pretestuose" e prive di fondamento in termini di qualità o programmazione artistica.
La sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha assunto una posizione ferma e decisa, schierandosi pubblicamente al fianco di Stefano Massini e dei lavoratori della Pergola.
Davanti a centinaia di cittadini e operatori culturali riuniti in Piazza della Signoria, Funaro ha annunciato ufficialmente la decisione di presentare ricorso al TAR contro il provvedimento ministeriale.
"Siamo di fronte a un fatto gravissimo," ha dichiarato Funaro, ribadendo che "non è mai successo nella storia dei teatri di vedere una commissione ministeriale che si spacca e in cui tre membri si dimettono dicendo che le motivazioni del declassamento erano e sono pretestuose."
La sfida ora è aperta, con la città di Firenze pronta a non arretrare di un millimetro, fiduciosa che, se esiste una logica nel sistema giuridico, il governo sarà chiamato a rispondere delle sue azioni.
La cultura, ancora una volta, si trova al centro di uno scontro che va oltre le mura del teatro, toccando i principi di libertà artistica e autonomia istituzionale.
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