La super-perizia conferma l'ovvio: nessun miracolo, solo l'ennesima beffa mediatica e spirituale.
Chi l'avrebbe mai detto!
Dopo mesi di articoli, inchieste e trasmissioni televisive dedicate a un presunto miracolo che ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso (o almeno, così ci è stato fatto credere), è arrivata la notizia che ha lasciato tutti... beh, meno stupiti di quanto si possa immaginare.
La super-perizia tanto attesa ha sentenziato l'ovvio: il sangue comparso magicamente sulla statua della Madonna di Trevignano appartiene, udite udite, esclusivamente a Gisella Cardia, l'auto-proclamata veggente che per anni ha riempito palinsesti e pagine di giornale con le sue presunte visioni e i suoi "fenomeni inspiegabili".
E oggi, le stesse testate che ci hanno propinato ogni singolo dettaglio di questa surreale vicenda titolano, con un'aria di incredulità che rasenta il comico: "Nessun miracolo".
Come se ci volesse l'esame del DNA per smascherare un tale livello di cialtroneria e, diciamocelo, circonvenzione di incapaci.
Abbiamo speso soldi, tempo, energie e preziosi minuti di palinsesto, sottratti a questioni ben più serie, per occuparci di una Madonnina che non "sanguinava miracoli", ma piuttosto... beh, soldi. Sì, proprio così, una Madonnina che sembrava più interessata a spillar quattrini che a dispensare benedizioni.
Non solo ci auguriamo vivamente che la diretta interessata ne risponda in tutte le sedi opportune, ma ci permettiamo anche un appello – forse ingenuo, forse disperato.
Da Barbara D’Urso a Bruno Vespa, a tutti i giornalisti, veri o presunti, che hanno dato credito e spazio a questa colossale cialtronata in cambio di un pugno di share o di click: è ora di cambiare mestiere e chiedere scusa.
Ma scusa vera, di quelle sentite.
Siamo un Paese senza speranza?
Forse.
O forse, semplicemente, siamo un Paese che ogni tanto ha bisogno di una buona dose di realtà, anche se servita con una punta di amara ironia.
Ah...
E chiedo pure io se ho rubato tempo ad altro per parlare per la prima volta di questa cialtrona.
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