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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

L'Iran: Dal Disarmo di Obama all'Escalation di Trump



Come la storica soluzione diplomatica al nucleare iraniano fu smantellata, aprendo la strada a una nuova crisi e mettendo a nudo le conseguenze di decisioni cruciali.

Per coloro che negli ultimi giorni hanno elogiato Donald Trump come "pacifista" o si sono sorpresi delle sue recenti azioni militari, è fondamentale ripercorrere la storia recente per comprendere la coerenza, o la sua mancanza, delle sue politiche estere. 

L'immagine di un Trump improvvisamente "impazzito" non regge all'analisi dei fatti, che invece rivelano un modus operandi ben consolidato.

Ma visto che sono un appassionato di viaggi nel tempo, di Ritorno al Futuro, Doctor Who, Star Trek, ecc.... Facciamolo....

Torniamo al 2015, quando alla Casa Bianca sedeva Barack Obama. 
Contro ogni pronostico e nonostante le accuse di ingenuità e persino di tradimento, Obama si impegnò in un'ardua opera diplomatica per risolvere la complessa questione nucleare iraniana. 
L'obiettivo era ambizioso: contenere il programma atomico di Teheran in cambio di un graduale allentamento e, infine, della revoca delle sanzioni internazionali.

Supportato dall'Unione Europea e da altre potenze mondiali (il cosiddetto P5+1, che includeva Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina, Russia e Germania), Obama riuscì a negoziare il Piano d'azione congiunto globale (JCPOA).

L'accordo, firmato nel 2015, rappresentò un successo diplomatico senza precedenti: l'Iran accettò significative restrizioni al suo programma nucleare, inclusa la riduzione delle scorte di uranio arricchito e la riconversione di impianti sensibili, in cambio della fine delle sanzioni nel 2016. 
Sembrava l'inizio di una nuova era di pace, stabilità e multilateralismo.

Questo scenario di speranza subì una brusca battuta d'arresto con l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti nel 2016. 
Sotto lo slogan "America First" e la promessa di porre fine alle "guerre senza fine", Trump adottò una politica estera radicalmente diversa. 
Meno di tre anni dopo, nel maggio 2018, mantenne una delle sue promesse elettorali più controverse: il ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal JCPOA.

La decisione di Trump fu accompagnata dalla reintroduzione di sanzioni draconiane contro l'Iran, con l'obiettivo dichiarato di spingere Teheran a negoziare un accordo più favorevole agli interessi americani. 

Tuttavia, la strategia ebbe l'effetto opposto. 
In risposta alla "massima pressione" statunitense, l'Iran iniziò progressivamente a disattendere i suoi impegni nucleari, aumentando l'arricchimento dell'uranio ben oltre i limiti stabiliti dal JCPOA e riducendo la cooperazione con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA).

L'epilogo di questa escalation si è manifestato nelle ultime ore, con notizie di bombardamenti americani su tre siti nucleari iraniani, presumibilmente con bombe di profondità, e l'ingresso esplicito degli Stati Uniti al fianco di Israele nel conflitto in corso. 

Questa mossa rappresenta un'accelerazione drammatica e rischia di innescare una reazione a catena con effetti imprevedibili su scala regionale e globale. 

L'attacco diretto a infrastrutture nucleari potrebbe essere interpretato dall'Iran come una dichiarazione di guerra, spingendolo verso un'ulteriore militarizzazione del proprio programma.

La storia recente ci insegna che le scelte politiche, soprattutto quelle che riguardano la diplomazia e la guerra, hanno conseguenze profonde e durature. 

Il percorso intrapreso da Donald Trump, dal ripudio di un accordo internazionale negoziato con fatica alla reintroduzione di sanzioni che hanno spinto l'Iran a rilanciare il suo programma nucleare, ha creato un terreno fertile per l'attuale crisi. 

Ciò che per molti è un'improvvisa svolta, per chi ha seguito le vicende politiche del Medio Oriente, è la logica – e tragica – conseguenza di decisioni prese anni fa.

La verità è che, in politica internazionale, non tutti sono uguali. E un voto, un solo voto, può davvero fare la differenza tra la pace e il baratro di una potenziale guerra mondiale....
E anche un coglione.

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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