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Mola di Bari: Il Sindaco Colonna difende l'inclusione dalle accuse che sanno di razzismo.

 


La concessione di uno spazio a un'associazione islamica accende il dibattito sull'integrazione e i pregiudizi nella comunità.

Mola di Bari è di nuovo al centro di una polemica che ha scosso la comunità. 
Il Sindaco Giuseppe Colonna ha reagito con fermezza a quelle che definisce "solite polemiche", alimentate da "allarmismi e falsità". Questa volta, la discussione riguarda la concessione temporanea di uno spazio all'interno del Centro Polivalente per Anziani a un'associazione di concittadini di fede islamica.

Il primo cittadino non ha esitato a prendere posizione, dichiarando: "Non sono il sindaco di una città razzista. 
E non posso restare in silenzio davanti alla solita diffusione di allarmismi e falsità."

Ha spiegato che la stanza al secondo piano del Centro Polivalente è stata concessa in modo "regolare e trasparente nonché temporaneamente, a un’associazione di concittadini di fede islamica. 
Concittadini, lo ribadisco, i cui figli frequentano le nostre scuole, partecipano alle nostre associazioni, vivono pienamente i nostri luoghi di aggregazione."

Il Sindaco ha sottolineato la finalità sociale e inclusiva dello spazio: "Si tratta di un luogo destinato ad attività sociali e inclusive: corsi di italiano, percorsi di supporto soprattutto rivolti a donne e minori che affrontano maggiori difficoltà nell’inserirsi nella nostra Comunità. 
Un luogo che verrà condiviso con altre realtà associative per favorire socializzazione ed integrazione." 
Ha poi specificato che "Tutto è avvenuto con il pieno coinvolgimento dell’ente gestore e nel rispetto di tutti gli utenti del Centro. Nessuna forzatura, nessuna sorpresa."

Colonna ha ribadito l'impegno dell'amministrazione: "L’Amministrazione comunale valuta ogni richiesta senza pregiudizi ideologici o religiosi. 
È nostro dovere evitare tutte le forme di emarginazione e garantire pari diritti e pari dignità a tutte le associazioni e a tutti i cittadini."

Riguardo alle voci critiche, il Sindaco ha affermato: "Le ricostruzioni circolate su alcune pagine social, con titoli volutamente provocatori, sono gravi. 
Alimentano divisioni, diffidenza e paura." 
E ha aggiunto: "La convivenza si costruisce con il rispetto e la conoscenza reciproca, non con l’esclusione. 
Chi non condivide questa visione è libero di fare le proprie scelte individuali. 
In parole chiare, può sentirsi libero di non frequentare più il Centro. 
Ma nessuno ha il diritto di decidere chi può o non può accedere a uno spazio pubblico."

Infine, il Sindaco ha concluso con un messaggio di unità e speranza per la sua città: "Continueremo a lavorare per una comunità aperta, rispettosa e unita. 
Perché la diversità non è una minaccia. 
È una risorsa. 
E la nostra storia, la storia di noi molesi, popolo di emigranti e di eccellenze nel mondo, ce lo insegna ogni giorno. 
Il mondo, sempre più animato da divisioni e guerre, invoca ad alta voce la pace. 
E questa si costruisce ogni giorno, partendo 
proprio dalle nostre case."

La vicenda ha riacceso i riflettori sulla questione del razzismo in Italia, spesso, a mio avviso, fomentata da quelle forze sovraniste e populiste che sembrano governare sempre più il pianeta, portandoci in un periodo, oserei dire, "di merda", guidato da "pagliacci guerrafondai". 
Del resto non è un caso che la realtà che ci circonda sia quella attuale.

C'è una certa, comprensibile, resistenza da parte delle persone perbene a essere definite razziste.
La speranza è che siano in tanti, anche se più silenziosi ed è su quelle persone che la società deve fare leva.

Concordo pienamente con il Sindaco. 
Anch'io non voglio essere il cittadino di una città razzista e sostengo questa decisione. 
È importante sottolineare che questa soluzione è in vigore da tempo ed era stata annunciata dall'amministrazione con la dovuta diffusione dell'iter e delle argomentazioni che hanno portato a questa scelta. 
La notizia aveva avuto il giusto risalto, anche su testate e canali social come "Manciolandia".

Mi chiedo come sia possibile che qualcuno si svegli una mattina, veda una persona "diversa" da quello che si aspetta sia il proprio vicino e scriva, guarda caso, all'unico "veicolo di gogna mediatica". 

È evidente da dove arrivi la solita polemica; probabilmente chi la solleva era impegnato a "scacciare i piccioni" da qualche altra parte prima di concentrarsi su questa questione.

Non è necessario ricordare ancora una volta che il razzismo, oltre a essere sinonimo di ignoranza e, senza mezzi termini, di "essere un pezzo di merda", è intrinsecamente stupido. 

Lo è specialmente in Italia, la cui popolazione deriva da tutte le dominazioni straniere possibili e immaginabili che abbiamo avuto, e che è da sempre interessata al fenomeno dell'emigrazione. 

Lo è ancora di più per Mola e per il Meridione in generale, dove siamo tutti figli o abbiamo parenti che sono o sono stati emigranti.

Parliamo di una delle polemiche più assurde, e il problema è che molti non lo capiscono. 
Mentre i soliti noti attecchiscono e proliferano con le loro baggianate quotidiane, arrivando persino ad attaccare il Sindaco per la sua risposta alle oscenità espresse dai contestatori e da chi ne amplifica i timori, io rimango fedele alla mia linea di persona normodotata, solidale e inclusiva. 
Non posso che fare i complimenti al Sindaco per quanto deciso e per la sua risposta.

Mola non è razzista, Mola non è razzista: me lo ripeterò tante volte e alla fine me ne convincerò. E se mi renderò conto che non è così, farò di tutto perché non lo sia più, promuovendo l'inclusione. 
Sono vicino a tutti coloro che operano in tal senso.

E se non si riuscirà al 100%? 
Beh, io il bicchiere lo vedo sempre mezzo pieno. Dirò: Mola non è razzista, ma in mezzo a noi ci sono degli idioti. 
E fino a quando si tratta dei soliti... si potrà rispondere, alla Chicco Zalone: "E se eri tu così?".

Di sicuro, però, dovranno rimanere la minoranza e magari rinsavire, ma questo è ottimismo estremo....
Farebbero la polemica anche lì accusandomi di estremismo.

Del resto per alcuni funziona così, l'importante è che la parte buona lo sappia e non si faccia invischiare.

Il problema non è il razzismo?
È la sicurezza?
Minchiate!

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