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Il "Nemico" Svelato: Il J'accuse Ironico di Filippo Sensi contro la Destra di Governo



Un discorso memorabile in Senato dipinge un affresco surreale delle "minacce" percepite, tra giornalisti, giudici, intellettuali e persino il Natale.

Un intervento destinato a rimanere negli annali della retorica parlamentare è stato quello di Filippo Sensi, senatore del Partito Democratico, che con un mix di acuta ironia e amara verità ha scandito in Senato una litania dei presunti "nemici" della destra e dell'attuale governo italiano. 
Il suo discorso, definito da molti "ispiratissimo", ha offerto un quadro grottesco ma illuminante delle paranoie e degli obiettivi di una certa politica improntata a "rancore e vendetta".

Filippo Sensi è una figura di spicco nel panorama politico e della comunicazione italiana. Giornalista di formazione, è stato per anni un punto di riferimento nella comunicazione digitale e politica del Partito Democratico. 

Noto per la sua penna incisiva e la capacità di analisi affinata, Sensi ha ricoperto il ruolo di portavoce e capo ufficio stampa del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. 
Eletto senatore nelle fila del PD, continua a distinguersi per la sua oratoria brillante e spesso fuori dagli schemi, capace di coniugare profondità di contenuto con un'arguzia che lo rende unico nel dibattito parlamentare. 
La sua padronanza dei linguaggi della politica e della comunicazione, unita a una profonda conoscenza delle dinamiche istituzionali, gli permette di confezionare interventi che vanno ben oltre la semplice polemica, trasformandosi in vere e proprie analisi critiche.

Nel suo intervento, Sensi ha iniziato a sgranare un rosario di categorie e figure che, a suo dire, sarebbero state individuate come "obiettivi di un regolamento di conti" da parte dell'attuale maggioranza. 

L'elenco è partito dai "giornalisti, praticamente tutti", con una menzione speciale per "Repubblica", il cui nome stesso sarebbe una "provocazione" per chi ha nostalgie monarchiche.

La lista si è poi allungata in un crescendo di "assurdità", ma con un fondo di verità evidente: 
la magistratura contabile, la Banca d'Italia, l'Ufficio parlamentare di Bilancio, le Authority, i garanti, l'ANAC, i senatori a vita e persino il Quirinale sono stati etichettati come "sovversivi" o comunque ostacoli. 
Non sono stati risparmiati i "civil servant", i "burocrati", gli "scrittori", le ONG, l'associazionismo e i sindacati.

Il mirino si è poi spostato sul mondo della cultura e dell'istruzione: registi, attori, professori universitari e persino quelli di liceo (con una stoccata a Christian Raimo) e, in un delirante eccesso, i maestri delle elementari, accusati di insegnare "Luxuria sui sussidiari 'woke' ai nostri bimbi".

Personalità del mondo dello spettacolo e della cultura come Amadeus, Roberto Saviano, Geppi Cucciari e Massimo Cacciari sono stati citati, così come i giornalisti Sigfrido Ranucci, Bianca Berlinguer (erroneamente menzionata come "Bortone", un lapsus che non scalfisce il messaggio), Antonio Scurati e Corrado Formigli. E ancora, nomi come Andrea Casarini, leader No Global, quasi a voler indicare come il dissenso sia un problema in sé.

L'intervento di Sensi ha toccato poi vette di ironia pura, includendo tra i "nemici" persino le date simbolo: il Primo Maggio ("comunista"), il 25 aprile ("non ne parliamo"), Capodanno ("troppi spari") e il 25 dicembre, sul quale "pende il fondato sospetto che si tratti di un migrante". Una battuta, quest'ultima, che ha suscitato risate amare, evidenziando il clima di sospetto verso l'altro.

Anche personaggi come Al Bano Carrisi sono stati inclusi, con un gioco di parole su Albania e il riferimento a Edi Rama. 

Le grandi città italiane come Roma (con Gualtieri), Napoli, Firenze, Milano, Torino, Bologna, Bari e Genova, con i loro sindaci, sono state indicate come focolai di opposizione.

Persino i presidenti di regione come Luca Zaia e Massimiliano Fedriga sono stati citati per la questione del terzo mandato, a dimostrazione di una logica di "nemico" che non risparmia nemmeno chi è considerato alleato, se non perfettamente allineato.

L'elenco è proseguito con i "giovani", definiti "lavativi, sediziosi, violenti sempre", e persino il giovane di Forza Italia redarguito pubblicamente dal padre. 

Non potevano mancare Macron ("è francese") e George Soros, classico bersaglio delle teorie del complotto. 
Organismi internazionali come il Consiglio d'Europa e la Corte Penale Internazionale sono stati inseriti, mentre Unicredit ha fatto la sua comparsa inaspettata tra i "cattivi".

Sensi ha poi ironizzato sulle faide interne alla maggioranza, citando il Ministro Piantedosi "solo per Salvini", Giuli "solo per Borgonzoni" e Nordio "solo per Dalmastro", a indicare divisioni e rancori anche tra i banchi di governo. 
Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e l'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) sono stati, ovviamente, inclusi.

La conclusione è stata un crescendo di assurdità che ha toccato le "zone rosse", le "aree verdi", le "eminenze grigie", le auto elettriche (ma solo se non sono di Musk), e infine i "detenuti solo quelli che respirano" e i "fragili, gli ultimi (pericolosissimi), ci ricordano chi siamo".

L'intervento si è chiuso con un'affermazione lapidaria: i veri nemici di questo governo sarebbero il '68, la legge 180 (riforma psichiatrica), la legge 194 (sull'aborto) e, in un colpo di genio, "i treni in orario". 
Quest'ultima espressione, simbolo di efficienza e normalità, ha suggellato il concetto che l'attuale esecutivo sembri voler "cancellare" tutto ciò che rappresenta un progresso o una stabilità non allineata alla propria visione.

L'intervento di Filippo Sensi, dunque, non è stato solo un momento di brillante oratoria, ma un'analisi pungente e profonda delle dinamiche politiche attuali, capace di svelare, con il potere dell'ironia, le sfumature di una politica che sembra ossessionata dalla ricerca di un "nemico" per giustificare le proprie azioni e alimentare una narrativa di costante conflitto. 

Un monito, forse, a non perdere di vista la complessità e a non cadere nella tentazione di semplificazioni pericolose.

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