L'inerzia politica passiva di fronte all'abbondanza idrica invernale prepara il terreno per la prossima emergenza estiva, mentre le infrastrutture necessarie restano un miraggio, condannando l'Italia a un ciclo vizioso di crisi e sprechi.
Il sipario si sta alzando sull'ennesima estate italiana, e con essa risuona il solito, inquietante refrain che ormai conosciamo a memoria:
"Dobbiamo centellinare l'acqua, siamo a secco!".
Un allarme che, purtroppo, non sorprende più nessuno, ma che suona come una beffa amara per chi ha assistito, impotente e frustrato, allo spettacolo di un inverno in cui il cielo ha riversato sulla Penisola piogge copiose, incessanti, a tratti devastanti.
Un'abbondanza idrica che, anziché essere trasformata in risorsa preziosa e strategica, è stata lasciata scorrere via, inutilizzata, verso il mare o dispersa nel terreno, rivelando una cronica e imperdonabile miopia gestionale che affligge il nostro Paese da decenni.
SIAMO IN RISERVA
Le nostre fonti si stanno riducendo a causa della scarsità di precipitazioni.
ma su che cazzo di pianeta avete vissuto fino ad ora?
Avete fatto il copia ed incolla da una delibera africana?
Cambiate spacciatore e mettetevi a lavorare!
A prescindere che AQP sia ogni giorno in campo per migliorare l'efficienza della rete.
Non è quello il punto
Per mesi, in molte regioni, l'acqua è caduta quasi quotidianamente, ingrossando fiumi, allagando campi e strade, causando disagi e, in alcuni casi, danni ingenti.
Paradossalmente, questa che avrebbe potuto essere una manna dal cielo – un'opportunità aurea per ricaricare falde acquifere svuotate da anni di aridità, per riempire invasi e bacini, per preparare il terreno alla stagione più calda – è stata quasi trattata come un problema da subire passivamente.
Durante quel periodo di abbondanza, non solo io ho bestemmiato tutti i giorni che ho dovuto lavorare sotto la pioggia, ma il silenzio delle istituzioni è stato assordante.
Nessuna iniziativa concreta è stata annunciata, nessun progetto di vasta scala è stato lanciato per catturare e immagazzinare quei miliardi di metri cubi d'acqua che avrebbero potuto rappresentare una scorta vitale e un baluardo contro le future siccità.
Neanche è stato pensato niente, semplicemente tutti se ne sono fottuti.
Un'Inerzia Istituzionale Inaccettabile e le Sue Conseguenze
La passività è stata la cifra dominante.
Non un singolo annuncio dall'Acquedotto, la principale azienda di gestione idrica, nessun piano strategico a medio-lungo termine dal Governo centrale, e nemmeno un accenno di iniziativa dalle amministrazioni locali si è levato per affrontare il problema della raccolta e conservazione di questa risorsa fondamentale.
È come se si preferisse ignorare il surplus di oggi per poter poi denunciare con toni drammatici l'emergenza di domani, perpetuando un ciclo vizioso di inazione e crisi.
L'assenza di nuove dighe, l'inadeguatezza di quelle esistenti, la scarsità di bacini di raccolta efficienti e la totale mancanza di sistemi avanzati per il recupero delle acque piovane da destinare all'agricoltura (settore che più di tutti soffre la siccità), all'industria o all'uso civile, grida vendetta.
Ogni goccia persa non è solo acqua che se ne va, ma un costo economico, un danno ambientale e un fallimento nella pianificazione per garantire la sicurezza idrica del Paese.
Il paradosso è stridente:
ci si lamenta della sete imminente e si minacciano razionamenti, mentre si è lasciata scivolare via l'acqua in eccesso, quasi fosse un fastidio piuttosto che una benedizione divina.
La Responsabilità Politica: Tra Slogan Votazioni e Mancanza di Strategia Strutturale
Questa inerzia non è frutto del caso, ma di una chiara e preoccupante mancanza di visione strategica e di volontà politica.
Anni di dibattiti, summit e tavoli tecnici non sono riusciti a produrre un piano nazionale di gestione delle risorse idriche che sia all'altezza delle sfide climatiche che ci attendono, e che sono ormai una realtà tangibile.
Adesso mancano pure quelli.
Sembra che la classe dirigente preferisca ricorrere a slogan e appelli al civismo solo quando il problema è già conclamato, piuttosto che investire in infrastrutture e politiche lungimiranti che potrebbero trasformare il "problema piogge" in una "soluzione idrica" duratura.
La gestione dell'acqua in Italia è un esempio lampante di come l'approccio reattivo prevalga su quello proattivo.
Si interviene in emergenza, si stanziano fondi quando i danni sono già fatti, ma si fatica a implementare strategie preventive e infrastrutturali che possano mettere il Paese al riparo dai capricci del clima. Questa incapacità di guardare oltre l'orizzonte immediato è un lusso che l'Italia, un paese fragile dal punto di vista idrogeologico, non può più permettersi.
Un Appello per il Futuro: Dalle Parole ai Fatti
È tempo di smetterla con gli allarmi a posteriori e iniziare a pretendere azioni concrete e preventive. L'acqua piovana non è un problema da cui difendersi, ma una risorsa da gestire con intelligenza e lungimiranza.
Risparmiare acqua oggi significa preservarla per domani?
Certo.....
Fai anche tu la tua parte, ho sempre pensato:
Giusto!
Eeee.... però in questa frase c'è "ANCHE" non "solo tu la tua parte" e chi viene pagato per fornire dei servizi se ne fotte allegramente.
Ed è possibile che non ci sia qualcosa che si possa finanziare con il PNRR?
O questo serve solo per spendere "per forza" in altri ambiti o per dare uno stipendio al formatore del caso?
I progetti del PNRR devono dimostrare di generare benefici concreti e misurabili.
Nel caso della raccolta dell'acqua piovana, ad esempio, si potrebbe evidenziare il risparmio idrico, la riduzione dei costi per l'approvvigionamento o la mitigazione dei rischi idrogeologici.
E invece nulla di nulla....
E vai con ....
LE 5 BUONE PRATICHE
Mentre ti radi o ti lavi i denti, chiudi il rubinetto
Anzi raditi a secco, così dimostri di essere un vero duro,
i denti lasciali così .... chè tanto devi mangiare di nuovo.
Meglio la doccia di un bagno in vasca
oppure con il lavaggio a secco nemmeno ti bagni, d'estate vai al mare
Per lavare i piatti riempi il lavello
e conserva l'acqua per i piatti di domani
Innaffia le piante di sera
Questo perché offre diversi vantaggi significativi per la salute delle piante e per l'efficienza
Per lavare l'auto bastano 2 secchi d'acqua
Se u cazz! .... io ho 5 metri di Astronave Enterprise
E voi avete sprecato più acqua del diluvio universale pensate di cavarvela con 5 minuti di "rabbineria" del rubinetto di casa mia?
Se le nostre istituzioni non riescono a cogliere questa semplice verità, la prossima volta che ci chiederanno di chiudere il rubinetto per salvare l'Italia dalla siccità, la domanda sorgerà spontanea e legittima: avete davvero fatto la vostra parte per non farci arrivare a questo punto?
Avete raccolto l'acqua quando c'era?
Assolutamente no! Non ci avete nemmeno pensato!
La grande beffa dell'acqua rischia di trasformarsi, in mancanza di interventi seri e tempestivi, in una tragedia senza ritorno per il nostro Paese.
Datevi da fare! Andate a lavorare e fate qualcosa di concreto
E poi parliamo della barba o della doccia, del lavello o del cesso.
Non è colpa mia e non lo sarà, malgrado qualsiasi decisione possa prendere riguardo all'acqua che io pago e che utilizzo.
Non potete lavarvi la coscienza con l'acqua che eventualmente risparmio io...
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